Nell'articolo che avevo scritto dopo la partita contro l'Empoli, avevo pronosticato che con il Benfica sarebbe stato un discorso diverso. E il Benfica si è dimostrato ancora più scaltro di quello che si potesse immaginare. Se lasci dei buchi e delle occasioni all'Empoli, puoi anche sperare che non le sfruttino, ma se lasci delle autostrade al Benfica, ti ritrovi con la palla in fondo al sacco. E di gol la Juventus ne ha presi quattro, più tre occasioni nitide, nelle quali solo un po' di fortuna non ha prodotto un risultato più eclatante. Bisogna anche premettere che questo Benfica, in realtà, non mi è sembrato trascendentale. Semmai una squadra furba, ben messa in campo, con giocatori molto bravi a giocare la palla, e non fare giocare gli avversari. Ma la Juventus ha avuto dalla sua diverse occasioni da gol, e alla fine di gol ne ha segnati tre, mancando il gol del pareggio per un niente. 
Questo perché il Benfica non ha quella difesa granitica che sembrava magnificare prima della partita. Non mi dilungo in una scarna cronaca, ma se invece di fare un'ingenuità bestiale, Cuadrado respinge il pallone che vagava in area, il secondo gol non si prendeva. E sulla dinamica del rigore avrei da dire, perché in realtà poteva anche sembrare un fallo contro Cuadrado, il quale invece di farsi caricare, si lancia in avanti  con la mano verso la palla. Il terzo gol, è figlio di un'ingenuità pazzesca. Un pallone così, crossato in quel modo, non può essere senza intercettazione, compreso il fatto che il giocatore lusitano non viene marcato da nessuno. Imbarazzante il quarto gol. Si perde palla in uscita, ed invece di accorciare, si lascia uno spazio incredibile al passaggio interno nell'area con invito a segnare che non poteva perdonare. 

Errori tali sono figli di una squadra che ha perso la fase difensiva. E se vediamo che Bremer non c'è per infortunio, Danilo non è in realtà un centrale, e Gatti continua a pagare dazio con difficoltà a coprire zone diverse da quelle che copriva l'anno scorso al Frosinone, tutto ruota su di un Bonucci lento e compassato, senza lanci e senza grinta. E questa è una squadra abituata a fare della difesa una sua forza, ma se i centrocampisti non coprono e non impediscono passaggi filtranti e perdono palloni vaganti, dietro si fa dura.
Continuo a dire che questa è una squadra che ha fortemente bisogno di un mediano. Un giocatore forte fisicamente che fa argine davanti alla difesa e fa ripartire il gioco. E se non ce l'hai, puoi inventarlo. Quanti allenatori si sono inventati difensori buttati in mediana. Ed hanno anche indovinato la mossa. Pensate al Bayern di Heynckes, incontra la Juventus con diversi problemi. Il primo non ha un mediano, il secondo, Robben è mezzo rotto. E qui la fortuna lo aiuta. Trova Martinez tra i difensori, e lo mette a centrocampo. Si infortuna un giocatore e deve mettere Robben in campo a malincuore. Ma Robben risuscita improvvisamente e quell'anno strapazzano la Juventus e vincono in carrozza  la Champions, sbarazzandosi di tutte le altre concorrenti. E avere Robben e Ribery sulle fasce è un lusso non da poco. Ma il fatto si poteva verificare nella partita di Lisbona. Allegri mette in campo (per la disperazione) Miretti, Soulé e Iling Junior. E la disperazione paga, Il ragazzo inglese prende la fascia come se fosse Robben in versione scura e saltando avversari mette palloni che mettono in difficoltà la non eccelsa difesa portoghese. E questo avviene due volte e, prima Milik e poi Mc Kennie, segnano e portano la partita sul quattro a tre. A quel punto l'allenatore del Benfica cambia il difensore a destra e mette un terzino più esperto e meno propenso ad attaccare, tale Gilberto, al posto di un Bah, molto propositivo, ma carente in copertura. E la cosa che lascia sbigottiti è vedere che tre ragazzini di diciannove anni corrono e fanno giocate con molto coraggio e voglia di fare, cambiando la partita e incutendo al pubblico portoghese una paura giustificata, mentre fino a poco prima facevano festa e cantavano.
Ed è questo il problema della Juventus. La mancanza di coraggio di giocare, la mancanza di corsa, con gli avversari sempre più veloci e in vantaggio sulle palle vaganti. E riaffiora l'incapacità di fare tre passaggi di seguito, e succede che due palle gol ce le mangiamo perché il passaggio non è preciso, ma chi riceve la palla non la stoppa bene.
In Europa questo non te lo puoi permettere. Se giochi a quei livelli e prendi i soldi che ti danno, la palla non puoi sbagliarla in quel modo. La rabbia agonistica non puoi infilartela sotto le scarpe. Si guardino squadre come Milan e Napoli. Hanno la voglia e l'incoscienza di giocare, e sembra che questo li diverta. La Juventus sembra una squadra di persone tristi, senza voglia o coraggio, e con poca personalità e tecnica approssimativa. Si è detto che in Europa si gioca più veloci, ma questo Benfica non sembrava così veloce, e tre ragazzini li hanno messi alla corda su tutto: tecnica, carattere e velocità. E torna la questione preparazione, perché Miretti, Soulé e Iling hanno altri preparatori o forse lo staff della Next Gen funziona meglio della prima squadra? Vedere giocatori sempre saltati con tocchi a mio avviso non così geniali da non essere capiti, significa poca concentrazione e luce spenta nell'animo. Bonucci e Cuadrado sono stati criticati, ed anche Gatti non è stato risparmiato. Ma almeno Gatti, tra i difensori, era l'unico che cercava di saltare l'avversario e ci riusciva, tanto che ha subìto anche falli. Non ha coperto bene in alcune fasi, ma ha dimostrato di avere carattere e spirito di iniziativa, e se si pensa che l'anno scorso era in serie B, bisogna anche avere pazienza, soprattutto se chi hai attorno non ti aiuta ed anzi, è più in difficoltà di te. Rabiot non ha ripetuto la partita di venerdì, anche perché non è un trascinatore, seppure nel finale si sia svegliato, ma con colpevole ritardo.
Locatelli ha giocato un'onesta partita, ma in mezzo ha sempre patito la velocità degli avversari. Preparazione fisica approssimativa! Kean e Vlahovic in partite come queste, dovrebbero tenere più palla in avanti, ed invece hanno patito la forza dei difensori lusitani. Kostic è sembrato l'unico veramente adatto alla situazione. Ha corso e dribblato, ha spesso preso iniziative e non ha subìto il ritmo degli avversari, ed anzi ha messo in mezzo numerosi traversoni, sui quali sono maturate situazioni favorevoli. 

Questa è una squadra che fino ad oggi è rimasta orfana di Pogba, Chiesa, Di Maria e Bremer, senza i quali consegna vantaggi enormi agli avversari. ma il buono è arrivato dalla linea verde, e con la prestazione esibita a Lisbona, si stanno meritando i galloni sul campo. Speriamo che abbiano sempre lo stesso entusiasmo, e che non si chiudano in se stessi nell'incontrare le difficoltà che troveranno.

Il futuro c'è e non è solo, perché oltre a quei tre ragazzini terribili ci sono altri ragazzi pronti a fare la loro parte.
Il futuro c'è, è il presente ad essere incerto!