Sassuolo contro Milan, ultima giornata di Campionato per concludere la stagione 2021/22 che, per la squadra allenata da Mister Pioli, potrebbe significare la vittoria dello Scudetto. Il primo personale e il numero 19 per la squadra Rossonera. Ancora pochi giorni, intensi ed emozionanti e domenica 22 Maggio, intorno alle 19 e 50 conosceremo il nome della squadra Campione d'Italia.

Per chi, come me, ha il Milan nel cuore e intreccia il presente con il passato, fra ricordi e vittorie, non sarà certo sfuggito quante similitudini possano avvicinare questa stagione a quella del 1998/99. In quel caso fu Perugia l'ultima tappa di una cavalcata vincente, era il 23 Maggio e sulla panchina del Milan sedeva il "Mago di Udine" o, se preferite, il "Sarto di Milano", Alberto Zaccheroni.                                                                                         Alla vigilia di quel torneo, il Milan non era accreditato per un campionato di vertice (cosa fin troppo consueta) era la Lazio, allenata da Mister Eriksson, a partire con ambizioni ben superiori alle altre contendenti. Una stagione in costante equilibrio con la Fiorentina, laureatasi campione d’inverno e successivamente sorpassata, proprio dalla Lazio, che nelle ultime 7 giornate dava vita ad un intenso ed estenuante testa a testa, con il Milan. Dopo un lungo inseguimento la squadra di Berlusconi e Galliani era riuscita a superare i capitolini del bomber Vieri, alla 33° giornata, cinque alla fine, quando la squadra del Presidente Cragnotti era stata fermata al “Franchi” di Firenze.
​Il Milan si presentò al Curi con la possibilità di vincere il suo 16° scudetto. Serviva battere un Perugia a caccia degli ultimi punti per conquistare la salvezza. Un match "vero ed emozionante" quello contro gli umbri del Presidente Gaucci, che iniziò in discesa per il “diavolo”, passato in vantaggio dopo appena undici minuti di orologio grazie alla rete, di uno fra i trascinatori della squadra sorpresa del Campionato: Andres Guglielminpietro, in grado di siglare l’1-0 con una conclusione che sorprese il portiere Mazzantini. Maldini e compagni, galvanizzati dalla possibilità di centrare un traguardo inimmaginabile fino a qualche mese prima, continuarono a spingere sfiorando il raddoppio.
I rossoneri trovavano il 2-0. Autore del goal, il bomber tedesco Oliver Bierhoff, che realizzò 19 reti in campionato, trascinando il Milan verso il tricolore.
Poco più tardi il Perugia, che fino a quel momento era sembrato quasi inoffensivo, usufruì di un calcio di rigore. Dagli undici metri la trasformazione del giapponese Nakata era perfetta e riapriva la partita. Un match fino a quel momento quasi mai in discussione. Nella ripresa entrambe le squadre sfiorano in più di un’occasione la via della rete, ma il vero brivido sulla schiena dei tifosi milanisti, avvenne a pochissimi minuti dal fischio finale quando Bucchi, da posizione defilata, indirizzò il pallone sotto l’incrocio dei pali.
L'intervento prodigioso, dell'allora giovanissimo Christian Abbiati, subentrato a Sebastiano Rossi, proprio dopo l'espulsione del portierone in Milan Perugia, dell'andata, negò la gioia del goal all’attaccante perugino. Finì in gloria per il Milan, con Zaccheroni portato in trionfo, con Galliani a saltare sulle tribune e con il "Popolo rossonero" festante.
Nel rileggere quella formazione che contribuì alla vittoria del 16° scudetto della sua storia, al termine di una stagione che ci sembrava irripetibile, ci sono fin troppe similitudini con la giovane formazione attuale. Abbiati, Sala, Costacurta, P. Maldini, Helveg, Ambrosini, Albertini, Guglielminpietro, Boban (33'st Leonardo), Bierhoff, Weah. All.: Zaccheroni. Maignan, arrivato per sostituire il "ragazzo tanto amato", si è dimostrato ben superiore ad ogni più rosea aspettativa. Sala nella sua stagione più bella in maglia rossonera, come Capitan Calabria, Theo, come Maldini, Leao come Re George, Giroud come il Bomber Tedesco, Tonali, come Albertini, Kalulu come Billy, Salamandra come Guglielminpietro, Kessie come Ambrosini. Potessimo avere anche un Boban, tutto sarebbe più facile . 

Lo scudetto successivo fu nella stagione 2003/4, con Carletto Ancellotti a riportare il tricolore a Milano e poi nel 2010/11 Allegri. Poi Muntari diede inizio ad un lungo letargo, da cui ci stiamo lentamente risvegliando. Quindi in questo appassionante "pellegrinaggio", che porta alla partita decisiva contro il Sassuolo, in uno stadio che sarà tinto di rossonero, non ci può essere spazio per i più che giustificati timori, in una inopinabile sconfitta, ma solo il desiderio di andare a compiere una piccola impresa, a ribadire che NOTHING IS IMPOSSIBLE. Stonano totalmente le dichiarazioni del DS Carnevali, nessuno chiede regali al Sassuolo, forse il suo "amico" Marotta, non certo il Milan.
Una trasferta, l'ultima di questa stagione, che assomiglia a Perugia, o a Barcellona, in quella notte di Champions che diede inizio ad un nuovo ciclo, alla Nostra Storia, che è in continua evoluzione e chiede solo altri giorni di GLORIA.