Razzismo: Ogni tendenza, psicologica o politica, suscettibile di assurgere a teoria o di esser legittimata dalla legge, che, fondandosi sulla presunta superiorità di una razza sulle altre o su di un'altra, favorisca o determini discriminazioni sociali o addirittura genocidio. Qualsiasi discriminazione esacerbata a danno di individui e categorie.

Questa è la definizione di razzismo che troviamo in un qualsiasi dizionario, e la parte finale evidenziata è molto importante e poi vi spiegherò il perché. Nel mondo in generale, ma più specificamente nel calcio in questo caso, il razzismo viene spesso tirato in ballo oggigiorno, se ne parla da tanto tempo, ci si indigna sempre e si cerca di trovare una soluzione, ma mi sembra che si tenti di combattere il razzismo... con il razzismo.
Mi spiego.
Già tenendo conto della prima descrizione del termine sul dizionario, il fatto di trovare una presunta superiorità di razza, automaticamente fa scegliere quale sia quella superiore e quella inferiore, ed è già questo un errore. Nel senso che se un bianco offende un nero per il colore della pelle, questo è razzismo, il contrario no? Allora è già deciso che la razza bianca è superiore? Se allo stadio offendo un cinese, con un "muso giallo", termine iconografico, è razzismo o no? Il cinese viene considerato razza inferiore? Così come se offendo un tedesco per la sua provenienza è discriminatorio o no? Ma se offendo un albanese o serbo, come è successo a Pjanic a Brescia, allora questo è razzismo, perché decidiamo che i serbi sono una presunta razza inferiore? Mentre i tedeschi no, quindi offendete e insultate pure, non sarete considerati razzisti. Tornando all'ultima parte della definizione, quella in grassetto, qui si parla che è da considerare forma di razzismo, offese e discriminazioni a individui e categorie, non è confinato al paese di provenienza.
Quindi se offendo un giocatore perché "juventino" o "napoletano" o "interista" faccio del razzismo. Se insulto un calciatore per le sue tendenza sessuali o politiche, facciamo del razzismo. Così come se insultiamo un veronese perché di Verona un torinese perché di Torino dovrebbe avere lo stesso peso di un insulto ad un napoletano o palermitano no? Oppure è razzismo contro i "terroni" perché pensiamo siano inferiori? Se partiamo decidendo chi si può offendere e chi no, non mi sembra una cosa molto logica e intelligente. Decidere razze offendibili da quelle no. Gli etero sessuali si possono offendere i gay no. I gialli no i neri si i verdi forse? Lo stadio non è certo un oratorio, è lo specchio di una realtà che non si combatte con delle regole razziste di suo.

È una questione di cultura, di educazione, di insegnamenti, il razzismo c'entra ben poco, la gente è cattiva, ignorante, maleducata di suo. Col vicino di casa, col collega di lavoro, con i parenti, figuriamoci allo stadio. Allo stadio o vieti tutto, qualsiasi comportamento maleducato, qualsiasi offesa a chiunque, oppure ti rassegni e inizi un lavoro difficile, lungo, che parte dall'asilo e dentro le famiglie che prima o poi darà dei risultati. Nel frattempo vanno bene i daspo, ma uno si mille no, conta poco.

Non c'è la volontà di essere veramente cattivi con i cattivi. Liberare gli stadi da certa gente è difficile, difficilissimo, ma non impossibile oggi.
Ma bisogna volerlo veramente.