La conclusione del match fra le compagini bianconere, terminato con la sconfitta della Juve, non può che aprire nuovamente il dibattito, mai realmente sopito, su Sarri, la sua capacità di gestire una grande squadra e tutte le dinamiche connesse.
Tante volte si è detto che la missione di Sarri, arrivato per cambiare la mentalità della Juve, sembra aver prodotto l'effetto inverso, quello di cambiare lui e le sue idee di gioco, ma l'analisi della Juve post lockdown, consegna una squadra che sembra andare, nel bene e nel male, col pilota automatico. Potremmo dire che questa condizione è solo più evidente in questa fase, ma in realtà valida per l'intero campionato.
La sensazione è che Sarri e la Juve non si siano adattati l'uno all'altra o viceversa, ma semplicemente ignorati.

Nella Triade degli allenatori dei pluricampioni d'Italia, Conte avviò il ciclo restituendo fiducia e convinzione ad un ambiente spento, centrando obiettivi inizialmente inaspettati, Allegri ebbe il merito di gestire e gradualmente mutarne la condotta durante la partita, senza far mancare trofei, poggiando sulla solidità difensiva e sull'estro dei suoi campioni, Sarri invece sembra ancora nello spogliatoio del Napoli, mentre entrambi i suoi predecessori, ognuno a suo modo, erano parte della squadra e dell'ambiente.
Questo manca più di tutto, per cominciare a cambiare l'uno un po' dell'altra: l'esserne parte. 
Si respira un clima di distanza, a cui contribuiscono anche atteggiamenti che sembrano provenire da due universi incompatibili e distanti.
Sono mancati quest'anno avversari con la giusta convinzione, se l'Atalanta si fosse scoperta così bella per tempo, probabilmente il pilota automatico non sarebbe bastato per primeggiare.
Non sorprende più vedere la Juve perdere con l'Udinese, farsi rimontare 2 reti dal Sassuolo o dal Milan, perchè dopo 20-25 minuti si allungal'ombra di Allegri ma con smarrita solidità difensiva. Per arrivare al 9° Scudetto consecutivo può andare, ma per avvicinare i due Universi e puntare all'Europa, assolutamente no.
Devono guardarsi in faccia seriamente, la Signora e il suo Allenatore, stabilire se mai potranno rivedersi uno nell'altra: nei modi, nei costumi, nelle idee di rosa e in quelle di gioco, qualora non fosse così, rimane solo dirsi addio con reciproco vantaggio.