Certo che per un tifoso Juventino, abituato ad accendere la televisione e vedere subito la sua squadra vincere e segnare con facilità, accorgersi dello scempio di oggi fa male al cuore.
E fortunatamente il mio cuore è forte, oltre che dotato della determinazione ormai acquisita da anni di esperienza, nei quali ho potuto coltivare la netta sensazione e la preparazione mentale ad ogni avvenimento. Se ne legge la traccia, come se fosse un copione del quale tu sintetizzi già la storia, e ne intravedi il finale, sempre che poi il finale non sia a sorpresa.
Ma qui le sorprese non si trovano anzi, arrivano incubi e incertezze che si sommano ad altre incertezze. In questo momento, la soluzione non è cosa di semplice intuizione, bisogna lavorare su diverse problematiche.

La prima, secondo me è la testa dei giocatori
. E' ormai accertato che il campionato non ci vede più protagonisti, che la Champions è andata, e che la Coppa Italia, fortunatamente,  è ancora lontana.  A questo punto, resettare e ripartire con la mente libera. La squadra non è ancora un gruppo, sia per la presenza di prime donne incapaci di alimentare l'amalgama dentro lo  spogliatoio, e per l'inserimento ancora "fluido" dei nuovi arrivati. Secondo me, uno come Di Maria, non è l'elemento adatto per questa squadra. Il suo tira e molla iniziale, le sue pretese monetarie, l'atteggiamento in partita (vedi l'espulsione con il Monza) e le critiche più o meno velate emerse dopo la partita con il Benfica, creano un solco tra l'allenatore e la squadra. Se ci fosse stato un gruppo dirigente più granitico e più competente, lo avrebbe mandato a giocare nella sua amata Argentina, anziché sborsare quei soldi per un anno di contratto e senza alcun ritorno. Se invece di spendere tra stipendio lordo e commissioni varie oltre quindici milioni, ne avessero speso trenta per un Kvarashkelia, la storia sarebbe diversa. Investimento per il futuro, stipendio basso, e voglia di emergere. E soprattutto niente casino nello spogliatoio. E ci sarebbero anche altri giocatori di spessore. Ad esempio un Aouar, che è proprio il giocatore che manca oggi a questa squadra; un corridore, grintoso con piedi educati e che a centrocampo suona la carica e conquista palloni, come a dire in gergo: fa molta legna! Mettiamoci anche che Di Maria ha fatto più infortuni che giocate, ed abbiamo il prototipo del nuovo Dybala, tanta classe, ma muscoli di cristallo!
Pogba invece ci è arrivato già rotto, e dopo un tira e molla nel quale la società non si è fatta adeguatamente sentire, prende lo stipendio per quattro mesi senza giocare! L'operazione deve deciderla il medico, soprattutto se "luminare", e non l'interessato. E non era un'operazione a "cuore aperto" ma semplicemente un'artroscopia, quindi pericoli per il paziente inesistenti.
Paredes, fino a qui non pervenuto. Sarà anche titolare dell'Argentina, per carità, ma molto lento, poco reattivo, e forse anche lui con quache "acciacco" probabilmente quello che lo ha allonatanto dal Paris Saint Germain, forse più pronto per Saint Germain de Pré, famosa chiesa dei miracoli di Parigi. Sicuramente deve ancra ambientarsi, se non nel calcio italiano, nella squadra che lo ha comprato, ed in questo momento ambientarsi in un "non ambiente" la vedo dura.
La cosa strana è che Milik, appena arrivato ha fatto fuoco e fiamme, come pure fece Vlahovic al suo arrivo, poi non si sa cosa sia successo, si addormentano improvvisamente e neanche il bacio del principe azzurro li sveglia. La favola finisce subito, e vince la strega cattiva, in questo caso con sembianze non proprio nitide, anche se i contorni a volte sembrano di Allegri, del suo staff, dei preparatori, e perché no, dei dirigenti. 

E qui bisogna analizzare le colpe. Perché quando una società è quotata in borsa e ha un seguito di milioni di supporters, le colpe si pagano. E' vero che abbiamo politici che non si dimettono mai, neppure se presi  con le mani nella marmellata ancora fresca, ma qui ci sono valori che non si possono dimenticare. Il calcio è soprattutto uno sport, anche se poi è diventato un business da capogiro, ma sempre uno sport. Ed essere protagonista di uno sport impone di seguire regole e comportamenti che non si possono eludere. L'onestà intellettuale è uno di questi, insieme al fair play, la voglia di competere e di dare tutto il proprio sudore agonistico. E così io mi riferisco soprattutto al quadro dirigenziale. Per anni si sono fatti errori, dall'acquisto spropositato di Ronaldo, al continuo andirivieni di giocatori vecchi e consunti, alla scarsa programmazione sul presente, perché in questa squadra c'è molto passato, molto futuro, ma poca forza attuale. Molto passato perché di giocatori alla frutta ce ne sono a "iosa", vedi Bonucci, Alex Sandro, Pogba, Di Maria, De Sciglio, Cuadrado. Molto futuro se si guarda ai Miretti, Soulè (ieri protagonista di una giocata alla Maradona che nessuno ha notato) ed altri giovani interessanti nelle giovanili.
Ma oggi, chi è che può fare da centro nevralgico del gioco? Nessuno, perché Locatelli è bravo, ma ultimamente ha pagato l'europeo con la Nazionale (non è un fattore da poco), Vlahovic è ancora in crescita, Rugani lo si è messo da parte e per me sbagliando. Si può continuare con Rabiot, a corrente alternata, due partite belle, dieci da dimenticare. Mc Kennie, ancora da disciplinare in campo, senza un'identità definita, Sczesny, ieri poco reattivo e pure ingenuo. Fino a qui meglio Perin! Chi salviamo? Sicuramente Danilo, vera forza mentale di questo gruppo, Milik e Kostic, appena arrivati ma molto decisi e dediti alla causa comune, Bremer, il migliore, ma non è fatto di ferro e deve riposare qualche volta.
Non si salva Allegri, che ieri non ha azzeccato la formazione. Quando vai a giocare contro squadre molto offensive e con giocatori veloci, non puoi mettere in campo  la squadra come ieri, con Bonucci saltabile dai folletti israeliani, Rugani alla prima partita seria, Alex Sandro distratto nelle azioni dei due gol. Devi fare più densità dietro, con difesa a tre, e libertà in mezzo di incidere senza la preoccupazione di dovere coprire di corsa e male, soprattutto se hai una squadra che non corre! Ieri Bremer lo dovevi mettere in campo, fuori Alex Sandro e subito dentro Kostic, e poi non si può vedere che sui calci d'angolo non c'è un giocatore né sulla nostra respinta che della loro che si posizioni fuori area, e così sei in balìa degli avversari, che possono sempre o ripartire o tirare in porta. Il mercato delle uscite è stato esagerato, soprattutto per quanto riguarda Zakaria, che oggi sarebbe il giocatore più adatto a questa squadra nel centrocampo sempre perdente con gli avversari, persino contro il Monza! 

E allora, di chi è la colpa? Di solito le colpe le paga l'allenatore, ma qui, prima ancora dell'allenatore, ci sono dei dirigenti! Perché il problema di fondo è l'organizzazione societaria, affidata a soggetti che non sono al posto giusto, o che pur sedendo nel posto giusto non riescono a imporre le loro opinioni. Andrea Agnelli ha una qualità meravigliosa, ed è che  la Juventus è il suo "grande" amore, ma come tutti gli innamorati, a volte perde l'uso della ragione e segue il sentimento. E spesso il cuore ti mette in conflitto con la realtà! Arrivabene e Cherubini non sono grandi tecnici di calcio, ma sono purtroppo dei contabili, nemmeno molto bravi a contrattare acquisti, e qui abbiamo vendite a troppo poco e acquisti a troppi soldi. Il mercato del calcio non è il loro pane! E spiegheremo  in seguito altre lacune. Nedved, dovrebbe avere molta conoscenza del calcio, ma sembra che non riesca a incidere con le sue idee. 

Ma il grande problema è la perdita di capacità di agire nel mercato calciatori, dove ci vuole un tessuto di relazioni e di conoscenze che possono portare a risultati ottimali, e non rincorse su altre società, per poi dover sborsare somme spropositate per ottenere quello che con metodi più competenti si potrebbero evitare.
Moggi e Marotta avevano ed hanno il mercato in mano, alla dirigenza Juve sfugge sempre dalle dita! Ci vorrebbe un personaggio di spessore, come un Giuntoli (ma anche un Marino) che sappia agire e competere adeguatamente sul mercato. Oggi società come Milan, Inter, Udinese, Salernitana e Monza sanno fare mercato meglio della Juventus. E bisogna tenere conto che con un bilancio così deficitario (254 milioni di perdite) fare un buon mercato è assolutamente doveroso, perché se sbagli lo paghi molto caro. 

Ma l'ultima frecciata la riservo all'incapacità della società di essersi esposta così supinamente alla prepotenza arbitrale. Gli arbitraggi  con la Salernitana e sabato contro il Milan sono veramente vergognosi, e se fossero successi a qualsiasi altra società le proteste sarebbero state molto feroci. Noi, invece, tutti zitti! Si dovrebbero sollecitare le autorità preposte ad un maggior rispetto per la squadra. Perché nel calcio si può anche giocare male, ma a volte gli episodi cambiano le storie, come ieri, perché il rigore non dato contro il Maccabi era "solare". Avrebbe comportato un rigore ed una espulsione. Poteva cambiare tutto! Mentre a Milano per un fallo nettamente più lieve veniva accordato al Chelsea un rigore ed una espulsione al Milan. Francamente, provvedimenti esagerati, in un modo o nell'altro, sia a Milano che ad Haifa.
E giocare sapendo che come entri tu è sempre fallo, mentre gli altri possono picchiare come vogliono, non permette di giocare sereni, perchè tu giochi sulle uova, mentre gi altri usano le sciabole! E se guardiamo a quello che fece il Milan contro la Juventus un paio di anni fa, quando dallo 0 a 2 passò al 4 a 2, si vide come dalla notte si accese improvvisamente la luce. La squadra cambiò passo improvvisamente.
Forza dirigenza, tirate fuori gi attributi! Fino alla fine!