Una semifinale a dir poco spettacolare tra Manchester City e Real Madrid che chiudono il primo round sul 4-3 con gli uomini di Guardiola che dominano in lungo e in largo il match (e che possono recriminare per un risultato che rispecchia solo parzialmente la mole di gioco e di occasioni create) e quelli di Ancelotti che restano attaccati alla qualificazione alla finale grazie al sempre eterno Benzema.

Definita sulla carta come la semifinale più attesa e spettacolare (l’altro match è tra Liverpool e Villareal) Manchester City-Real Madrid ha confermato, come detto, le attese della vigilia con gol, azioni spettacolari e tanto pathos che riconciliano con il calcio. Una partita che dimostra quanto la fase difensiva sia sempre meno curata (mentre in Italia sembra essere sempre il punto di partenza) a differenza delle manovre offensive che,naturalmente,vengono “facilitate” dalle difese ballerine. Voglioso di riscatto dopo la finale persa un anno fa, Guardiola ha schierato il suo City con il solito 4-3-3 con Gabriel Jesus e Foden in avanti (premiato il brasiliano per il suo ultimo periodo di splendida forma) mentre in mezzo al campo gioca il recuperato De Bruyne nonostante una forma fisica non proprio al cento per cento. Problemi,invece,in difesa dove all’infortunato Walker si è aggiunto lo squalificato Cancelo. Per questo Stones (anche lui non proprio in formissima) viene dirottato a destra mentre sulla corsia mancina gioca Zinchenko. Formazione,quasi,tipo invece per Ancelotti che deve fare i conti con l’assenza, pesantissima, di Casemiro (parte dalla panchina) sostituito da Valverde con Kroos chiamato in cabina di regia. Davanti spazio ai brasiliani Vinicius e Rodrygo con Benzema, naturlamente, punta centrale.

Che si stia per assistere ad una partita da ricordare lo si intuisce già al secondo minuto quando Mahrez (lasciato passare con troppa facilità) si accentra e mette in mezzo un pallone calibrato al millimetro per De Bruyne che sfuggito dalla marcatura leggera di Valverde si inserisce in area e in tuffo di testa anticipa il contrasto di Carvajal e segna così il gol del vantaggio.
L’inizio a mille all’ora dei Citizens colpisce in pieno gli uomini di Ancelotti, che frastornati dagli avversari finiscono per prendere subito il gol del raddoppio: Foden sfugge sulla bandierina e serve la corrente De Bruyne che, ancora facilitato da una difesa avversaria molle e lenta, crossa in area. Alaba anziché temporeggiare cerca l’anticipo su Gabriel Jesus ma il suo intervento finisce con lo stoppare il pallone e rendere la vita facile all’avversario che solo davanti al portiere insacca il gol del raddoppio. Il City galvanizzato dal raddoppio continua a disegnare calcio con estrema facilità mentre gli avversari colpiti nell’orgoglio e succubi del gioco degli inglesi decidono di aumentare il pressing sulle uscite basse. Il risultato sono gli ampi spazi concessi per il contropiede dei padroni di casa che prima con Mahrez (esterno della rete),poi con Foden (palla larga di poco) e, infine, con Zinchenko (botta dalla distanza che esce di poco) sfiorano il tris. Il Real, da parte sua, ci prova con Alaba su azione di corner con un colpo di testa che esce di poco alla sinistra del portiere.

Al minuto 33’, però, il Real si riaccende:cross di Mendy dalla trequarti e tiro al volo di Benzema con la palla che bacia il palo interno e finisce in gol. 2-1 e partita clamorosamente riaperta da una giocata sporadica che dimostra, però, la forza degli spagnoli. Il gol subito scuote il City che prima deve fare i conti con il forfait di Stones (al suo posto entra Fernandinho chiamato ad una ardua prova in marcatura sul connazionale Vinicius) e poi con Rodrygo che per poco non rimette in parità il match (attento Ederson sul suo palo). Finisce così la prima frazione con il City che domina ed il Real ancora in partita grazie al suo bomber mai stato così prolifico e centrale nel Real.

La ripresa inizia con un cambio di giocatori (fuori un disastroso Alaba dentro Nacho) ma non di inerzia visto che il City riparte con il piede sull’acceleratore: Mahrez semina il panico ed entra in area di rigore tiro preciso ed angolato che però centra in pieno il palo. Sulla respinta arriva Foden che però non riesce a dare né forza né precisione al tiro ribattuto, in maniera fortuita, da Carvajal.
Passano pochi istanti, però, e il City triplica: Fernandinho anticipa con astuzia Vinicius e crossa al centro per un liberissimo Foden che di testa segna il gol del 3-1. Passano due minuti e i due giocatori brasiliani tornano protagonisti ma a parti invertite. Finta di corpo di Vinicus su Fernandinho che saltato l’avversario si invola sulla corsia mancina e a grande velocità entra in area e segna il gol del 3-2. Partita ancora riaperta e pronta per altre emozioni.
Il gol subito non sembra far cambiare spartito al City che continua a creare gioco e sfiora un altro gol con Laporte (che prima fa partire l’azione e poi la chiude inserendosi in area con un tiro però telefonato verso Courtois) mentre Ancelotti,che forse inizia a pensare al ritorno,cerca più compattezza inserendo Camavinga per Rodrygo spostando così in avanti Valverde. Il cambio, però, non porta i risultati sperati e al 74’ il Manchester sembra chiudere i conti con il gol del 4-2. Zinchenko si accentra e viene steso da Kroos al limite dell’area,i giocatori del Real si fermano per la punizione ma sul pallone si avventa Bernardo Silva che grazie al vantaggio dato dall’arbitro si porta la palla sul suo mancino e insacca con una botta potente sotto l’incrocio dei pali lasciando di sasso Courtois. Pochi istanti e Mahrez sfiora addirittura il quinto gol con un tiro che esce di poco alla destra del portiere avversario. Dal quinto gol al 4-3 del Real il passo è però breve: minuto 80’ punizione dalla trequarti di Kroos verso l’area di rigore, Laporte salta scomposto e colpisce con la mano. Rigore Real e Benzema segna il definitivo 4-3 con un rischiosissimo pallonetto che dimostra la forza dell’attaccante francese di saper anche rischiare.

Il primo round, come detto, termina 4-3 con il City che dimostra ancora una volta la bontà del suo calcio fatto di qualità e velocità (meno tiki taka per Guardiola rispetto all’idea che lo ha reso celebre), mentre il Real di Ancelotti dimostra ancora una volta di non morire mai e di restare attaccato alla qualificazione fino alla fine.
Tra una settimana nella splendida cornice del Bernabeu ci sarà lo scontro finale per capire se in finale ci sarà per il secondo anno consecutivo il City oppure la storia del Real Madrid.