“Colui che aspetta molto, può aspettarsi poco" verrebbe da dire proprio così in casa Inter, in un momento critico come questo, vissuto da un'ambiente che oscilla tra la delusione generale e una lacrima di drammaticità sportiva, visti gli esiti di una prima fase di campionato al dir poco disastrosa. 

Ciò che racchiude questa semplice riflessione dello scrittore colombiano Gabriel García Márquez, potrebbe aiutare a comprendere, anche se solo in parte quello che sta diventando in maniera sempre più importante il clima che si respira in casa nerazzurra: dominatrice assoluta della scena sembra essere la confusione, divenuta una costante dello scacchiere a disposizione del tecnico Luciano Spalletti, incapace per il momento di modificare la rovinosa rotta in cui la propria compagnia sembra essersi ormai indirizzata.

Il match disputato sabato scorso alle ore 15:00 contro una delle compagini meno irresistibili dell'intero campionato, il neopromosso Parma, serve ad evidenziare le enormi lacune presenti nell'impostazione della manovra nerazzurra: troppi i tocchi nei confronti del pallone, che viaggia estrememante lento sul prato del Meazza, quasi sospinto da una tifoseria che al momento del prodigioso goal realizzato da Federico Dimarco si accorge di non essere abbastanza per una squadra che sembra proprio non volerne sapere di mettere le proprie mani sul risultato

"Il calcio è uno gioco semplice, non rendetelo complicato" pronunciava nella scorsa stagione l'allenatore della Juventus Massimiliano Allegri, durante un contenzioso di fine gara con alcuni opinionisti di Sky, ma la realtà nerazzurra racconta un copione della scena totalmente diverso: si fatica a costruire un'azione ben congeniata, non si riesce a trovare con precisione e qualità il centravanti e le opzioni offensive, atte a porre gli avversari in difficoltà si riducono spesso e volentieri a sterili tentativi dalla distanza. 

Sembra quasi di scrivere una sorta di "diario degli errori", cercando di stilare gli intermanibili difetti e le diverse contraddizioni di questa formazione, in grado di deludere in sole 4 partite centinaia di migliaia di tifosi, perplessi di fronte allo scempio ammirato fino a questo punto: in questo modo, non solo si rischia di perdere la fiducia di coloro che scelgono di andare allo stadio, credendo di concedersi uno spettacolo che al momento appare assumere le dimensioni di una tragedia sportiva, ma si lascia spazio all'incapacità di vincere, a quei preoccupanti blocchi interiori,in grado di spaventare anche i professionisti.