D'accordo, non sarà una squadra da Scudetto, da Champions o da Europa League, ma il Milan non può essere neanche una squadra che, dopo quasi 3 mesi, passeggia per il prato come una comitiva di anziani signori in gita di piacere.
Non può essere neppure una squadra che, segnato il primo gol, resta in attesa del fischio finale di Guida. E non può essere neanche una specie di Consiglio di Sicurezza dell'ONU, in cui ci sono membri permanenti che nessuno può sostituire. Eppure il Milan di oggi è tutte queste cose.

A Verona il Milan aveva giocato con l'uomo in più, quindi sembrava che avesse più gamba. Contro l'Inter poteva dire di aver incontrato la squadra migliore di questo inizio di campionato.
Ma stasera i rossoneri hanno giocato solo nelle fasi in cui il Torino, troppo guardingo, batteva cadenze fiacche. Quando il Torino ha accelerato, infatti, il Milan ha continuato ad arrancare al piccolo trotto, finendo per concedere l'1-2 ai granata. Un Donnarumma distratto ha favorito il pareggio, ma in altre occasioni aveva salvato la ghirba della squadra.

Ma anche un Milan male allenato, di fronte al Torino timido del primo tempo, poteva cercare di sfruttare l'effetto psicologico del vantaggio e attaccare ancora per raddoppiare.
Invece il diavolo si è attestato sulle posizioni attendiste di chi si sente debole e mostra il suo stato di difficoltà all'avversario, che ha preso coraggio e ne ha approfittato. Ma davvero Giampaolo credeva di tenere il risultato per un'ora senza raddoppiare? Spero che non sia così, perchè ci sarebbe da ritirargli il patentino. Il problema, diceva Don Abbondio, è che il coraggio, se uno non ce l'ha, non può darselo. E Ciccio Formaggio, il timido protagonista di una canzone di Nino Taranto, 'non tiene coraggio nemmeno e parlà'.

Ma forse, anzi di certo, Giampaolo pensava di colpire in contropiede, dimostrando la sua duttilità e sagacia tattica. La  sua squadra prima o poi avrebbe trafitto gli avversari i quali, lanciatisi in attacco, avrebbero offerto il fianco al contropiede. Già si vedeva negli spogliatoi, con l'aria da maestro di calcio, che spiegava come la sua squadra si difende sì... ma solo per scelta tattica! Giampaolo non ha pensato che Piatek, diventato il nuovo terrore dei portieri in quanto fa i suoi bisogni nei portoni, si è mangiato ciò che non doveva essere mangiato, esattamente come nel finale del primo tempo di sabato scorso.
Sostituirlo no? Eh no. Per farlo occorreva coraggio.

Sì, signori, dopo le pessime prestazioni nel derby, quali prodi predatori rossoneri sono rimasti in campo 95 minuti? Ma Suso e Piatek, chiaramente, i membri permanenti della squadra, quelli che non ruoteranno mai qualunque sia il livello della loro prestazione! Testardaggine? Voglia di dimostrare che il tecnico è lui e sbaglia con la propria testa? O non è che per fare certe cose ci vuole coraggio?

Piatek aveva iniziato bene, segnando il rigore, cosa non così facile come si crede, ma poi si è andato spegnendo tristemente come Suso. Leao ha sparato alto di destro nel primo tempo, perché si è lasciato distrarre da un avversario accorrente. Il portoghese ha, tuttavia, procurato il rigore in posizione da centravanti e con un movimento da centravanti. Piatek ha un suo sostituto, è evidente. Quanto alla valutazione dei membri permanenti del Consiglio di Sicurezza dell'Onu, inoltre, non inganni che proprio al 95mo Suso e Piatek hanno confezionato un'occasione al bacio salvata da Sirigu, perché si sono ridotti a puntare sulla lotteria dell'ultimo secondo, quando rischi di vedere le porte del treno che si chiudono davanti ai tuoi occhi.

Sono troppo cattivo? E perché non dovrei?
Lo sono stato senza pietà e con ragione contro Gattuso, perché dovrei avere il guanto di velluto con Giampaolo? E' un allenatore imbalsamato dalla paura e anche gli errori di preparazione atletica sono figli di questi timori.
Si scrolli tutto di dosso, sciolga le redini alla squadra tanto in allenamento che in partita. A quel punto, se dovesse perdere... e va bene... se dovesse perdere, verrà buttato a calci come tutti gli altri!
E' la sorte degli allenatori, categoria della quale fa parte. Ma almeno, tanto lui che noi, ci saremo divertiti. Eh!