Se ne è andato così il grande Gigi con un ultimo colpo di teatro, nel momento esatto del suo ottantesimo compleanno. Lui che alla vita ha sempre dato del tu continuando a scherzarci, ci ha lasciato, ironia della sorte, proprio nel giorno di cui spesso ironizzava nelle sue battute: “Che dobbiamo fa’? La data è quella che è, il 2 novembre.”

Attore, drammaturgo e regista ha dato tanto allo spettacolo, entrando a far parte del immaginario collettivo. Amato dal pubblico per la sua simpatia. Sempre con il sorriso sulle labbra attraverso la schiettezza che lo ha contraddistinto, riusciva a raccontare la stramba realtà italiana strappandoci spesso una risata. 

Mamma casalinga e padre impiegato, si è fatto da solo il grande Gigi. Figlio di una scuola di attori come Sordi, Gassman, Mastroianni che hanno raccontato la nostra Italia dal dopo guerra ad oggi tra: povertà, ricchezza, boom economico e mille vicissitudini, con bizzarri personaggi dalle tante facce.
A piangerlo oggi è soprattutto Roma, sua città natale e i Veri Romani. Perché nei film, nelle battute, negli sketch ha sempre raccontato la capitale De Noartri. Una Roma fatta De poveracci, birbaccioni e fiji de na mignotta, che con King Soldatino e D’Artagnan tentavano di sbarcare il lunario.

Ah... quasi me dimenticavo, quanno arrivi lassù salutaci Er Sor Marchese!