Chucky è un personaggio creato da Don Mancini per il film "La bambola assassina", reincarnazione del pericoloso serial killer Charls Lee Ray che, una volta morto, prende le sembianze di una bambola, riuscendo così a continuare la sua serie di crimini con facilità.
Ma oltre ad essere protagonista di una serie di film horror, Chucky è anche il soprannome dell'attaccante del Napoli e della nazionale messicana Hirving Lozano. Il messicano arrivato all'ombra del Vesuvio in estate dal PSV è stato l'acquisto più costoso della storia partenopea, e per questo il suo trasferimento ha portato con sé un grande carico di aspettative e responsabilità.

Lozano avrebbe dovuto portare a Napoli qualità, gol, assist e dare alla squadra allenata allora da Carlo Ancelotti una profondità di rosa differente dagli scorsi anni, tutti elementi grazie al quale gli azzurri, sarebbero riusciti a competere finalmente con gli acerrimi nemici della Juve per la vittoria finale. La stagione del Napoli però non sta andando per nulla come previsto, la parola scudetto non si pronuncia più da tempo ormai e per come si è messa la situazione riuscire ad arrivare in Europa sarebbe già un buon traguardo. Così come per la sua squadra anche la stagione di Lozano non sta seguendo le previsioni e anche il cambio di allenatore non sembra aver cambiato le cose.

Ma chi è Hirving Lozano? Cesciuto nelle giovanili del Pachuca, a 19 anni, esordisce con lo stesso club, nella massima serie messicana, bagnando il suo esordio con un gol decisivo per la vittoria dei suoi. In messico in quattro stagioni totalizzerà 149 presenze condite da 43 gol, prima di passare nel giugno 2017, per 8 milioni di euro, al PSV. In Olanda gioca la sua prima partita contro l'AZ Alkmaar, e anche qui al suo esordio con la maglia biancorossa trova subito la via del gol. Il piccolo Hirving non sembra patire la lontananza da casa, in Olanda è spesso decisivo con gol e assist, riuscendo a mostrare a tutta Europa le sue qualità tecniche e atletiche, mettendosi in luce anche in Champions League. Le sue prestazioni inoltre lo portano a giocarsi il mondiale in Russia con la sua nazionale, anche qui riesce a bagnare il suo esordio nella competizione con il gol che stende la Germania campione del mondo in carica. Quella di Lozano sembra davvero un'inizio di carriera da predestinato, e tutto questo convince il patron del Napoli, Aurelio De Laurentis, a spendere nella scorsa estate, una cifra record per fagli vestire la maglia azzurra.

Altra avventura, altro esordio, altro gol... Il messicano assaggia per la prima volta la Serie A in una serata non indifferente, in una partita che a Napoli non si può certo definire comune, forse la più sentita nell'arco della stagione. Il calendario vuole che dopo appena due giornate, all'Alianz Stadium, sia già Juventus-Napoli. Hirving sostituisce uno spento Insigne a inizio secondo tempo, con i padroni di casa avanti di due reti,  e dopo appena venti minuti riesce a trovare la sua prima gioia italiana, che alimenta le speranze di un'incredibile rimonta per gli ospiti, sfumata solo per un disgraziato autogol di Koulibaly al 92°. Un inizio migliore era difficile immaginarselo, come entrare nel cuore dei tifosi se non segnando alla Juve? Lozano da continuità alla sua gara iniziale con una serie di prestazioni di livello, e riesce a trovare anche il suo primo gol europeo con la maglia azzurra nell'1-1 interno contro il Salisburgo del fenomeno Haland. 

Proprio dopo quella partita però in casa Napoli succede l'inimmaginabile, la squadra ammutina il ritiro indetto dal presidente, la società è nel caos più totale e si crea una frattura tra spogliatoio, allenatore e presidente, tutto questo non può che ripercuotersi negativamente sui risultati della squadra in campo e di conseguenza sulle prestazioni individuali dei giocatori, fra gli altri anche quelle di Lozano che inizia a essere meno presente nelle rotazioni di Carlo Ancelotti, e trova sempre meno spazio nel suo 4-4-2, diventando ben presto solo un ripiego.
Il Napoli viene risucchiato da un vortice di risultati negativi, subisce troppo e attacca troppo poco, per risollevare la situazione la società decide per un cambio in panchina, Gattuso subentra al suo maestro Ancelotti e con il cambio di allenatore avviene anche un cambio di modulo, si abbandona il classico 4-4-2 per passare a un 4-3-3, modulo nel quale Lozano è riuscito a brillare in Olanda, e per questo tutti si aspettavano una sua rinascita.
Anche con Gattuso però la via del campo rimane lontana per il messicano e i minuti giocati invece che aumentare diminuiscono. L'assenza di Insigne mercoledì in coppa Italia con l'Inter sarebbe potuta essere la sua occasione per riuscire a trovare un po' di spazio, e quale palcoscenico migliore di un San Siro gremito per tornare a essere protagonista? Invece l'allenatore calabrese gli ha preferito un adattato Elmas, rilegandolo di nuovo in panchina, forse solo una scelta tattica per avere più solidità difensiva o forse il Chucky è davvero ai margini del progetto Napoli.

Poche ore dopo la partita il giocatore stesso si è sfogato sui social, garantendo il suo massimo impegno quotidiano e sottolineando che fare ciò che si ama implica uno sforzo che pochi conoscono. Certo, non tutti immaginano quello che può provare un ragazzo lontano da casa in un momento difficile, e tutti gli sforzi e i sacrifici che ci sono dietro alla realizzazione del sogno della maggior parte dei bambini, diventare calciatore. Però per Hirving il difficile forse non è ancora arrivato del tutto, tra pochi mesi dovrà fare una scelta: provare a ritrovare se stesso altrove oppure rimanere per dimostrare il suo vero valore anche in Italia, sfruttando i probabili addii di Mertens e Callejon per trovare maggiore spazio, magari seguendo le orme del bomber belga che dopo gli inizi non facili con Benitez, dove faticava a trovare la titolarità, è esploso con Sarri, diventando uno dei cannonieri più prolifici della storia del club.   

La decisione è nelle mani del ragazzo e del suo agente, ma qualunque sia la strada che deciderà di percorrere, la speranza è quella di tornare a vedere al più presto il temibile Chucky, che sui campi da calcio spaventa a morte le difese avversarie.