L’ambizione è un sentimento positivo utile alla persona per cercare di raggiungere i propri obiettivi e così facendo di migliorare tutta la società. A volte, però, tale spinta è esagerata e porta colui che la vive a essere offuscato. A quel punto assume accezione negativa in quanto non consente all’individuo di avere la lucidità necessaria per riconoscere i propri limiti e per porsi traguardi realmente raggiungibili. Quando questo accade si innesca un meccanismo mentale per il quale l’essere umano non troverà mai soddisfazione nel suo operato e di conseguenza faticherà a raggiungere la necessaria serenità professionale. Tale avvenimento è molto pericoloso perché può determinare uno status per cui non si riuscirà nemmeno a centrare i target che le reali possibilità garantirebbero.

Quanto sta accadendo nella corsa a un posto in Champions potrebbe proprio rappresentare una situazione simile. A 2 giornate dal termine, la classifica di serie A recita: Inter 66 punti, Atalanta 65, Milan 62, Roma 62, Torino 60. La Lazio, invece, con le sue 58 lunghezze è ormai tagliata fuori da tale obiettivo, ma può ancora raggiungere la qualificazione in Europa League sia tramite il campionato che attraverso l’eventuale successo in Coppa Italia.

Insomma, tutte queste squadre stanno rendendo in linea con le loro aspettative e talune anche oltre. La sfortuna vuole che abbiano trovato una concorrenza eccezionale che può rendere vano il loro cammino. Si pensi che una delle compagini che lotta per la Champions potrebbe persino essere esclusa da qualsiasi competizione internazionale. Incredibile. Nel caso ciò accadesse, come si potrebbe parlare di fallimento? Forse, sarebbe meglio appellarsi alla fatalità. E’ vero che un torneo come la serie A mette a disposizione ben 38 giornate e in quell’elevato numero di gare emergono sempre i valori effettivi. E’ altrettanto realistico però che, in una lotta così serrata e ravvicinata, la fortuna diviene una componente importante. Si osservi proprio la massima competizione per club europea dove un rigore, un palo o magari una svista arbitrale possono decidere le sorti di una qualificazione. Ecco, ci si trova all’incirca nella medesima situazione.

Proprio per questo, comunque vada, al termine del torneo, tali squadre potranno dirsi tranquille perlomeno dal punto di vista morale. Chi perderà tale fondamentale opportunità avrà sicuramente un’importante delusione, ma pure la serenità di avere svolto al meglio possibile la sua professione. Avrà ben poco da recriminarsi. Detto questo, nel calcio conta vincere e, per alcune delle citate compagini, la qualificazione in Champions potrebbe essere un diktat societario imprescindibile anche dal punto di vista economico.

Con i suoi 66 punti, l’Inter ha un leggero vantaggio rispetto alla concorrenza. Negli ultimi 180 minuti, la Beneamata dovrà affrontare la trasferta di Napoli e, sulla carta, l’impegno non è proprio dei più banali, ma le basterà poi superare l’Empoli a San Siro per raggiungere l’obiettivo. Il finale di serie A, però, è assolutamente imprevedibile e, considerate le motivazioni, i toscani potrebbero anche risultare avversario più ostico rispetto ai partenopei. Una cosa è certa: i nerazzurri sono una di quelle squadre per cui centrare un posto in “Coppa” è determinante. A inizio stagione, in molti consideravano i lombardi come ipotetica seconda forza del campionato e sfidante della Juventus per il titolo. Forse, non si considerava il reale valore della squadra messa a disposizione di Spalletti. La Vecchia Signora pare ancora molto lontana dall’Inter. Come nel gioco del Monopoli, a tutto questo si devono aggiungere gli imprevisti. Chi si poteva immaginare una stagione così sfortunatamente negativa di Nainggolan? E “il caso Icardi?”. Non si possono, poi, dimenticare i cambiamenti societari e l’arrivo di Marotta che sicuramente ha “scombussolato” l’ambiente. I benefici dello sbarco del nuovo amministratore delegato vi saranno sicuramente, ma è più probabile che si percepiscano nel futuro rispetto all’immediato. Anzi, in questa stagione, il tecnico toscano ha proprio dovuto vivere la fase di transizione e gestirla non era certamente semplice. Si pensi alla prima annata juventina con il nuovo assetto societario. L’allora squadra di Delneri non si qualificò nemmeno per l’Europa League. Si passa, inoltre, al “caso Perisic”. Il croato era uno dei “cavalli” sui quali la Beneamata aveva puntato gran parte dello sue speranze. E’ stato un evidente errore di valutazione. Non si poteva, infatti, non considerare il Mondiale disputato dalla Nazionale con la maglia a scacchi durante i mesi di giugno e luglio. E’ chiaro che l’esterno offensivo ha vissuto un inizio di annata sottotono anche per naturali motivi fisiologici dovuti a quell’immane dispendio energetico psicofisico. Se si guardano le annate di altri protagonisti principali di quell’avventura come Modric o Mandzukic, si noterà che hanno avuto una stagione ancora più difficoltosa. Magari Spalletti lascerà l’Inter e, forse, lo sostituirà Conte. Il pugliese potrebbe anche consentire ai nerazzurri di avere un ulteriore miglioramento, ma non si può certo non riconoscere il buon lavoro del tecnico di Certaldo.

Rispetto all’Atalanta di Gasperini, invece, vi è poco da aggiungere. Giustamente, in tanti hanno già speso parole importanti e in molti continueranno in tale opera di apoteosi. Trattasi della squadra che gioca il miglior calcio della serie A. Si parla della compagine “più inglese” del nostro torneo. I lombardi abbinano corsa a qualità ed è questa la prerogativa che ha permesso alle squadre di Albione di dominare la scena europea. Il finale di stagione dei bergamaschi può portare in dote un magnifico sogno, ma pure lasciare un pessimo sapore amaro sul palato. Già questa sera, la Dea sfiderà la Lazio nella finale di Coppa Italia provando a centrare un risultato che sarebbe storico e basterebbe per rendere l’attuale annata straordinaria come qualcosa di inarrivabile. Poi, domenica, l’Atalanta farà visita alla Juventus che non vince da 3 turni e non avrà la minima voglia di rovinarsi la festa Scudetto. Infine, gli uomini di Gasperini saranno di scena, in casa, contro il Sassuolo. In realtà, saranno gli emiliani a giocare la sfida tra le mura amiche. Infatti, per gli ultimi impegni di serie A, i lombardi devono emigrare proprio a Reggio Emilia al fine di consentire la ristrutturazione del loro impianto. Per quella data, comunque, si prevede un immenso esodo di tifosi della Dea verso le Terre Matildiche e un “Mapei Stadium” vestito di nerazzurro. La sfortuna non è mai cieca e la Lega Calcio ha giustamente messo in palio una somma importante per la compagine che chiuderà il campionato al decimo posto. Lungi dal pensare che, senza tale stimolo, la squadra di De Zerbi avrebbe lasciato campo libero agli avversari, ma è chiaro che una motivazione in più è sempre importante. Insomma, che critiche potrebbero muoversi all’Atalanta se non centrasse l’obiettivo Champions League dopo un simile campionato?

Ecco, poi, il Milan che avrebbe assolutamente necessità di qualificarsi per la “Coppa”. Attenzione perché il finale di stagione dei rossoneri ha un calendario che sulla carta pare agevole, ma può nascondere delle insidie. Il Frosinone giungerà a San Siro con la certezza di essere retrocesso, ma nell’ultimo turno i rossoneri faranno visita alla Spal che si sta giocando la decima piazza. Ricordate quanto scritto appena sopra? Ecco, la situazione si ripete e si devono fare davvero i complimenti alla Lega Calcio per la geniale intuizione che rende il finale di stagione ancora più accattivante. Detto questo, attorno a Gattuso ruotano sempre tante critiche. Il Diavolo gioca male, lo spogliatoio ha vissuto troppi momenti di tensione… Il tecnico calabrese, però, ha raggiunto il massimo con il materiale messogli a disposizione. Si pensi a Bakayoko. Dopo l’avventura positiva al Monaco, è sbarcato al Chelsea dove, con Conte, ha avuto un periodo pessimo tanto da essere “prestato” ai lombardi. Ringhio lo ha rigenerato e gli ha insegnato il famoso movimento definito dallo stesso allenatore “a tergicristallo”. Con tale lavoro, Gattuso ha concesso al francese di divenire uno degli uomini chiave della mediana rossonera. Era dai tempi di Allegri che il Milan non giungeva alle ultime giornate di campionato con la chance di entrare in Champions League. Non è che i vari predecessori del calabrese vantassero di una rosa molto meno forte rispetto a quella di cui può disporre Gennaro. Insomma, Ringhio sta “portando l’auto al massimo dei giri” e come si potranno muovere accuse a questo gruppo se non riuscirà a centrare la qualificazione alla “Coppa” per qualche misero punticino?

Si giunge, quindi, alla Roma. Ecco, forse, i giallorossi rappresentano realmente la delusione più grande del torneo. Probabilmente avrebbero dovuto vivere una stagione migliore, ma con il passare del tempo ci si è resi conto che il mercato di Monchi potrebbe giovare solo in un futuro più lontano. La rosa posta nelle mani di Di Francesco aveva poca esperienza e questa gioventù si è andata a sommare a un tecnico che palesava il medesimo problema. Le cessioni di Nainggolan e Strootman sono state compensate dall’acquisto di giocatori importanti come Zaniolo e Cristante. Questi, però, hanno necessità di essere gestiti nel migliore dei modi. Basti osservare il finale di stagione di Ranieri. L’allenatore di Testaccio ha raccolto in eredità una squadra abbastanza “sbandata” e lentamente sta riuscendo a unire i vari cocci ricreando un magnifico vaso. Per raggiungere tale scopo è servito il pragmatismo che, forse anche per questioni di età, mancava al suo predecessore. Con questo non si vuole assolutamente affermare che il tecnico abruzzese non sia un ottimo allenatore. Semplicemente si cerca di certificare il fatto che si necessiti dell’uomo giusto nel momento opportuno. In questo periodo, la Roma aveva bisogno proprio di un gestore come il capitolino e, vista la situazione narrata, come si potrebbero accusare i giallorossi se, dopo tanto travaglio, fossero esclusi dalla Champions per poche lunghezze?

Si chiude, poi, con il Torino. E’ minima la cerchia di eletti che si sarebbero aspettati, a 180 minuti dal termine del campionato, i granata ancora in lotta per un sogno come la qualificazione in Champions League. Il campionato disputato dai piemontesi è andato al di spora delle più rosee aspettative, ma la squadra di Mazzarri potrebbe persino chiudere la stagione con l’esclusione da qualsiasi competizione europea. Incredibile. Negli ultimi 2 turni, Belotti e compagni sfideranno l’Empoli, in Toscana, e la Lazio, in casa. Il calendario non è certo clemente, ma qualsiasi sarà il risultato finale, questa squadra avrà l’onore di aver concesso ai propri tifosi di provare emozioni ormai nascoste nei meandri del passato. Qualcuno ha rievocato pure il Grande Toro e se nel 70esimo anniversario della tremenda strage di Superga dovesse davvero giungere la qualificazione alla “Coppa”, allora, si potrebbe pensare a una volontà soprannaturale che sta guidando questo incredibile gruppo di uomini.