E' stata la telenovela dell'estate.
Ronaldo in barca, nuotando, con la famiglia, a prendere il sole, a falciare il grano. Ovunque, pur di ritardare il ritorno alla "Continassa". Torna Allegri e c'è aria di repulisti, resa più densa e pesante dalla nomina del "sobrio" Arrivabene.
Un anno e mezzo di Covid è passato. Gli incassi sono diminuiti. Nonostante tutto, credo fino all'ultimo alla permanenza in squadra del madeirano.

La rottura si evidenzia per la prima volta ad Udine, dove il campione parte dalla panchina, luogo che non sopporta. Entra e segna per dimostrare di compiere fino in fondo il proprio dovere. Ma il goal viene annullato. Significativo il pianto della bambina ripresa sugli spalti, segno di un agonismo familiare. Buon sangue non mente.
Dopo il match con l'Udinese, comincia a calare un silenzio presago sulla vicenda. Si sa di un incontro tra il manager del giocatore Mendes e il trio Nedved-Arrivabene-Cherubini. Un evento al calor bianco. Il risultato è la trasvolata del fuoriclasse sulla Manica, direzione Manchester. Oggi, per i calciatori acclamati, non c'è il problema di dover aspettare l'aereo. La Juve non silura. Ti invita, come ai tempi di Del Piero, ad andartene mettendoti in panchina. Ronaldo pensava che il suo blasone valesse sotto il cielo di Torino, che però, come ai tempi dell'uscita dalla scena bianconera di Del Piero, non è stato percorso da echi eccessivi.
Non è il cielo di Napoli, pensando a cosa sarebbe successo nel caso di una cessione di Maradona in barba alla tifoseria, né di Firenze - caso Baggio - né di Roma come scrive Pavese ne "Il compagno" osservando i colori capitolini: "Un cielo così non l'avrei rivisto a Torino".
Arrivabene viene chiamato per ridare una certa misura agli investimenti, e il secondo posto conquistato dalla "sua" Ferrari dietro le inarrivabili Mercedes ne testimonia le capacità, anche se l'operato di chi non arriva primo spesso cade sotto silenzio.