La sfida delle sfide. Juventus-Inter non è mai una partita banale: storia, trofei e polemiche si mescolano in 90' minuti. I bianconeri cercano il 15° trofeo nazionale, per salvare una stagione costellata di fragilità e batutte d'arresto. I nerazzurri vogliono fare la doppietta ai danni della Vecchia Signora, dopo aver portato sotto l'ombra della Madonnina la Supercoppa Italiana. La coppa nazionale manca da troppo tempo nella bacheca nerazzurra, dal famoso triplete del 2010

The last dance: da Chiellini a Dybala
La Juventus ha cosolidato il quarto posto, grazie anche ai vari passi falsi di Roma, Lazio e il crollo verticale dell'Atalanta. Una stagione iniziata malissimo, che la vedeva a meno 10 punti dalla vetta dopo 4 giornate. Poi Max Allegri ha trovato un equilibrio di squadra che ha permesso una lunga striscia di imbattibilità e di avere una delle migliori difese d'Europa. Importante è stato anche il calciomercato invernale, che ha fornito al tecnico livornese due pezzi scintillanti da inserire in una formazione opaca: Denis Zakaria e Dusan Vlahovic. Il centrocampista svizzero ha portato a Torino subito le sue doti di centrocampista di quantità e inserimenti senza palla, per poi avere una battuta d'arresto a causa di un infortunio. Per quanto riguarda l'attaccante ex Fiorentina l'inizio è stato straripante: esordio con gol contro l'Hellas Verona, cosa che non era riuscita, ad esempio a Cristiano Ronaldo.
Nella stessa partita c'era stato anche il gol del centrocampista ex Monchenglabach. Poi c'è stato il gol decisivo in Coppa Italia contro il Sassuolo ai Quarti di finale per poi chiudere in bellezza: primo gol in Champions League al primo tocco, dopo appena 32''. Tifosi entusiasti e termometro alle stelle per l'ex Viola. Poi però la Vecchia Signora è incappata nelle solite fragilità, amplificate da altri infortuni, come quello di Weston Mckennie nell'andata contro il Villareal.
La compagine bianconera ha dimostrato una certa difficoltà a vincere le partite segnando più di due gol e, inoltre, subendo troppo facilmente le offensive avversarie. A complicare i piani di Allegri c'è stato anche l'infortunio di Manuel Locatelli che ha portato il tecnico ha lanciare il giovane Fabio Miretti, classe 2003, che ha ben figurato nelle ultime uscite stagionali. 

La partita di questa sera conta molto: di fronte c'è la storica rivale, avversaria di mille battaglie dentro e fuori dal campo. Inoltre c'è da onorare al meglio un trofeo che come ha detto il tecnico bianconero "Se lo vinci non conta niente, se lo perdi è un obiettivo mancato". Sarà l'ultima finale di Giorgio Chiellini con la maglia bianconera: un monumento, un simbolo di juventinità, un professionista a 360°, che con pazienza, perseveranza e passione si è imposto ad altissimi livelli. Per lui sarebbe il suo 20° trofeo, anzi il 20+1 uno come detto dal difensore, così per aggiungere un po' di pepe alla partita.
Potrebbe essere anche l'ultimo trofeo per Paulo Dybala, il cui percorso è totalmente differente a quello del difensore. Dopo 7 stagioni la Joya saluterà Torino, visto che il suo contratto in scadenza a giugno non sarà rinnovato. Troppi i dubbi riguardanti la condizione fisica dell'argentino, che nell'ultime due stagioni è stato bersagliato da continui stop fisici. Un protagonista assoluto nella storia recente del club di Agnelli, compositore eccezionale di molti capolavori balistici ma anche di tante occasioni mancate per affermarsi a livello europeo e raggiungere l'olimpo dei campionissimi. La finale di questa sera potrebbe essere l'occasione giusta per regalare l'ultima Joya ai tifosi bianconeri e accendere qualche rimpianto nella società sabauda. 

Davanti ad un olimpico sold out e al record di incassi per una partita di coppa nazionale, la Juventus deve portare a casa un trofeo che regalerebbe una gioia a tutto il mondo bianconero e garantirebbe un finale di stagione dignitoso.
Potrebbe essere il regalo d'addio per due bandiere e la base per ripartire l'anno prossimo, per tornare a puntare ai piatti principali in Italia e in Europa.