Storie di calcio - III stagione - episodio I

“Era il 1997 e stavo facendo l’ora di disegno a scuola. Era la fine di novembre mi pare, e il Real Madrid stentava in campionato. Erano terzi o quarti e avevano risultati negativi ma le cose andavano decisamente meglio in Champions League. Dovevano giocare una partita importante contro il Rosenborg in Norvegia. All’improvviso entra in classe il preside. Tutti sapevano che giocavo nelle giovanili del Real Madrid e lui mi parlava spesso del Real proprio come facevo con i miei amici. A un certo punto mi dice: ‘Iker, ti spiacerebbe uscire un attimo?’. E una volta fuori: ‘Faresti meglio a prendere un taxi e andare in fretta a Barajas (l’aeroporto) perché il Real Madrid ha appena telefonato a tua madre e lei ci ha chiamato. Devi sbrigarti perché devi andare in Norvegia’. Mi sono sentito come se avessi vinto la lotteria. Ricordo perfettamente quel momento. Avevo 16 anni. Così sono andato a casa, mi sono cambiato, ho preso un taxi destinazione Barajas e ho conosciuto tutte le stelle del Real, tutte cose che pensi siano impossibili quando sei un ragazzino. Sono passato dall’essere in classe seduto accanto al mio compagno Julio, all’essere nello stesso tavolo con Morientes, Seedorf, Mijatović, Šuker e Raúl. È stato qualcosa di magico e me lo ricorderò per sempre”.

Un portiere che ha scritto la storia del Real Madrid e della nazionale spagnola contribuendo alla vittoria di tutti i trofei. Insieme a Gigi Buffon ha condiviso una profonda amicizia sul prato verde nel calcio europeo contemporaneo. Con Iker Casillas inizia la terza stagione di storie di calcio.
Nato il 20 maggio 1981 a Mòstoles, si trasferì ben presto con la sua famiglia a Bilbao nel quartiere Zorroza. Il suo nome è di origine basca. Il giovane avrà dei forti legami (oltre alla sua città natale) con i comuni di Navalacruz e della vicina Navaluenga. 
Dotato di una forte personalità e con un carattere da trascinatore, Iker era un portiere reattivo e di un buon senso della posizione. Fin da giovane si era distinto per la prolungata affidabilità. Bravo nel parare i calci di rigore, sapeva farsi rispettare anche nelle uscite.
Con il suo dolce ricordo, inizia così la carriera calcistica del portiere spagnolo. Esordisce nella partita di Champions League nel 1997 contro il Rosenborg. Le ottime prestazioni ottenute gli valsero il posto da titolare con la maglia del Real. Il suo debutto in campionato avvenne la sera del 12 settembre 1999 contro l'Athletic Bilbao e in quel periodo, Iker era soltanto un ragazzino di soli diciotto anni.
Dall'ora iniziò la parabola ascendente e con i madrileni inizia a conquistare molti trofei. Nel 2002, grazie ad una serie di interventi decisivi negli ultimi minuti, consegna al Real Madrid la nona Champions League (la seconda della sua carriera) battendo nella finalissima il Bayer Leverkusen per due reti ad uno.
Nel corso della sua esperienza con i Blancos, Iker ha dovuto fare i conti con Josè Mourinho che inizialmente lo mise fuori rosa per scelta "tecnica." Sostituito da Diego Lopez a causa di un infortunio al polso, i rapporti tra il club spagnolo e il portiere iniziano a sgretolarsi, creando una profonda spaccatura sia nella rosa e nella tifoseria.
Anche con l'arrivo di Carlo Ancelotti, il giocatore finisce sempre di più nel dimenticatoio, giocando solamente le partite di coppa. A fine stagione, riesce a vincere la sua terza Champions (la cosidetta Decima) e la Coppa del Re. Con l'addio di Diego Lopez (ceduto al Milan), Casillas ritrova il suo posto da titolare e contribuisce a mettere in bacheca anche la Supercoppa Europea e il Mondiale per Club.
Con oltre settecentoventicinque gare disputate e diciotto coppe vinte, termina l'avventura di San Iker al Real Madrid. Per generazioni ha difeso tra i pali, un ruolo fondamentale con coraggio, tenacia e forza. 

Nell'estate del 2015 si trasferisce al Porto e conquista per due volte la Primeira Liga, la Supercoppa e la Coppa di Portogallo. Quattro anni più tardi, viene colpito da un infarto miocardico acuto durante un allenamento. Nel frattempo, Iker inizia a vestire i panni di dirigente del Porto e rimasto nella rosa del club portoghese, il quattro agosto del 2020 annuncia il ritiro dal calcio giocato.
Anche con le Furie Rosse ha scritto un capitolo lungo e bellissimo. Sempre nel 2002, il portiere spagnolo porta la Spagna ai quarti di finale dei mondiali 2002 dopo aver parato tre calci di rigore (uno nei tempi regolamentari e due dopo i supplementari) emergendo così tra i migliori.
Prese parte agli Europei del 2004 e ai mondiali del 2006 e due anni più tardi (nel 2008) avvenne la cosidetta consacrazione di San Iker dove riesce ad alzare nella notte di Vienna il secondo europeo della storia. E non è finita. Il portiere spagnolo trionfa anche nei mondiali sudafricani del 2010 e si rese decisivo in virtù di due interventi prodigiosi su Arjen Robben nella finalissima contro l'Olanda. Per la Spagna si trattò della prima vittoria di un titolo mondiale.
Nel 2012 ha l'onore di sollevare nel cielo di Kiev, il terzo europeo (il secondo per Casillas) battendo l'Italia per quattro a zero. Prima del fischio finale, disse vicino agli arbitri:
"Referee! Ref! Ref! Ref! Respect for the rival! Respect for Italia! 4-0 ya!"
In italiano significa:
"Arbitro! Arbitro! Arbitro! Arbitro! Rispetto per i rivali! Rispetto per l'Italia! 4-0 dai!"

Viene convocato anche per i mondiali 2014 e per l'europeo del 2016 dove ricopre il ruolo di secondo portiere. Chiuse l'esperienza con gli iberici con centosessantasette presenze e tre trofei vinti lasciando il posto a David De Gea.
In seguito, nel gennaio 2012 al giocatore gli viene dedicato un viale della città diventando così "figlio prediletto" sia di Navalacruz che di Móstoles.
Molti ricordano la peculiare amicizia tra Iker e Gigi Buffon. 
Il portiere spagnolo ha sempre elogiato il nostro numero uno italiano e quando l'Italia non si qualificò ai mondiali di Russia 2018, il pianto di Buffon fece il giro del mondo. A sorpresa, Casillas gli scrisse un messaggio bellissimo:
"No me gusta nada verte así! Quiero verte como hasta ahora, como lo que sigues siendo para muchos: una LEYENDA. Orgulloso de conocerte y orgulloso de haberme enfrentado a ti muchas veces. Aún nos tienes que deleitar en el fútbol amigo!"
Che tradotto in italiano significa:
"Non mi piace vederti così! Voglio vederti come fino ad ora, come quello che continui ad essere per molti: una LEGGENDA. Orgoglioso di conoscerti e orgoglioso di averti affrontato tante volte. Devi ancora deliziarci nel calcio amico!"

Resta l'immagine di un Santo che ci ha regalato delle belle emozioni. Grazie Iker per essere stato un uomo che nel campo aveva un cuore d'angelo.
Un abbraccio Pasqui