La filosofia è una disciplina magnifica che risulta complessa da definire anche per la vastità dei campi d’analisi di cui si occupa e che va a investigare tutte le sfaccettature della realtà. Onde evitare strafalcioni meglio affidarsi a quanto afferma Robert Audi: "E' lo studio critico, normalmente sistematico di una gamma illimitata di idee e problemi. Ma questa caratterizzazione non dice nulla su quali tipi di idee o questioni siano importanti in filosofia o sui suoi metodi distintivi di studiarli". Sin dall’antichità questa scienza ha prodotto grandi pensatori che con le loro teorie sono stati molto utili nell’innovare e proporre concetti che sovente erano precursori di quanto poi il futuro avrebbe manifestato. Non è sicuramente intenzione di chi scrive filosofare, ma siccome questa disciplina è stata associata un po' a tutte le situazioni della realtà, può essere legata pure al calcio. Naturalmente il tutto richiede un importante sforzo d'immaginazione, ma rimarca la duttilità e l'importanza di una simile scienza. L'attuale Champions League è un torneo che si presta ad affascinanti analisi. Ciò deriva dal fatto che finalmente ha trovato un'imprevedibilità a lei precedentemente sconosciuta. Se si pensa alle tre stagioni consecutive nelle quali il Real Madrid ha stampato a fuoco il suo sigillo sulla competizione, si comprende come la noia rischiasse di accaparrarsi pure tale kermesse, dopo aver già ridotto a una semplice formalità il nostro campionato con una Juventus che lo domina ormai da sette anni. Il "primo Scudetto contiano", infatti, era stato sicuramente combattuto e sorprendente. Fortunatamente per la serie A, il livello si è elevato e ora i bianconeri dovranno lottare con maggior ardore per mantenerne lo scettro. Con questo discorso non si vuole certo affermare che nelle stagioni precedenti i tifosi non fossero innamorati e appassionati del nostro pallone, ma sarebbe falsa retorica sostenere la tesi per la quale la Vecchia Signora faticava su ogni campo e contro tutte le avversarie. Nell'annata in corso, invece, tale mantra che sovente viene affermato è più vicino alla realtà. A dimostrazione del citato concetto, si pensi all'ultima sfida casalinga con il Verona oppure al fatto che ora i tifosi della Juve non si perdono più neanche un match di campionato ben consci che ogni singolo punto pare essere importante al fine del raggiungimento dell'obiettivo. Diventa difficile dichiarare che fosse così pure nel recente passato. Tornando alla principale competizione europea per club, mi sorge spontanea una domanda. Chiedo ai lettori: "Chi, secondo Voi, sarà in grado di sollevare la Coppa dalle Grandi Orecchie nel cielo di Istanbul il prossimo sabato 30 maggio?"

Mi rendo conto di averVi messo in difficoltà. Socrate ammetteva: "So di non sapere"
. Cherofonte chiese alla Sacerdotessa Pizia chi fosse l'uomo più saggio. Questa gli rispose con il nome del filosofo greco che, al fine di dimostrare l'errore dell'Oracolo, si recò a dialogare con i grandi sapienti della città. Qui si rese conto come in realtà lui fosse l'unico a sapere in quanto "sapeva di non sapere". Il discorso non è certo semplice e assomiglia molto a un gioco di parole per il quale mi scuso. Detto questo, è assolutamente azzeccato perché consente di comprendere bene il concetto che si vuole esprimere. Con grande probabilità gli uomini a colloquio con il pensatore ellenico avevano mostrato una conoscenza presuntiva. Innanzitutto, lungi dal voler sostenere che chi azzardi un pronostico non abbia la facoltà di farlo. Anzi. Chi si diverte con gli amici oppure i tanti esperti che professionalmente cercano di capire con anticipo quale sarà l’esito di una gara o di una manifestazione, sono assolutamente consci e consapevoli di quello che analizzano. Il risultato del loro ragionamento logico è sicuramente rispettabile e frutto di un pensiero che potrà anche non rivelarsi corretto, ma sicuramente fondato su basi solide. Sinceramente, però, brancolo nel buio e mi rendo conto che "so di non sapere". In questo momento esistono talmente tante variabili impazzite che comprendo di non essere minimamente in grado di pronosticare chi potrà festeggiare in territorio turco. Platone parlava di "idee" e sosteneva che fossero "nell’'peruranio". Per lui, la realtà si plasmerebbe in base a tali "forme" che ne sono "un archetipo". Allo stato attuale in Champions League regna il caos. Si potrebbe pensare, però, che esista un canovaccio predefinito secondo il quale la competizione si svilupperà e che andrà a determinarne il vincitore. Per l'antico pensatore, il filosofo era colui che aveva la possibilità di conoscere "le idee" meglio degli altri. Sicuramente vi saranno molti esperti che avranno già compreso quale potrà essere il futuro della kermesse e come l'attuale stato di confusione verrà risolto. Faccio Loro i miei complimenti in anticipo perché non sono parte della categoria.

Nella passata stagione, il Liverpool ha trionfato sconfiggendo il Tottenham nella finale di Madrid. Il calcio inglese ha letteralmente demolito qualsiasi concorrente portando 4 esponenti negli ultimi atti di Champions e di Europa League. In questo momento "il pallone britannico" è sicuramente il massimo rappresentante di questo sport a livello mondiale. Avendo conquistato la più importante competizione europea per i club, i Reds sono sicuramente tra i porta bandiera. Cosa impedirebbe loro di mantenersi saldamente seduti sul trono appena conquistato? Nulla. La squadra è devastante. Allison è il migliore portiere del mondo e il suo vice, Adrian, non fa rimpiangere l’assenza del carioca. Van Dijk è il centrale difensivo più forte del pianeta e probabilmente potrebbe essere premiato con un meritato riconoscimento. Si tratta del Pallone d’Oro. L’ultimo rappresentante del ruolo a sollevare questo trofeo fu Fabio Cannavaro che lo conquistò vincendo un Mondiale da capitano e protagonista. Ciò sottolinea quanto sia complicato per un membro della retroguardia poter ambire a “una corona” che è quasi sempre monopolio di attaccanti o giocatori dalle spiccate capacità offensive. In attacco ecco il terzetto formato da Manè, Firmino e Salah. Sono giocatori nel pieno della loro carriera e che ogni stagione che trascorre acquistano nuove conoscenze migliorando come il buon vino. Questo magnifico sistema è saldamente guidato da Klopp. Si tratta di un’autentica eccellenza del suo campo. E’ un luminare della panchina. Tutto porterebbe a pensare che gli inglesi siano in grado di ripetersi e questo avvio di Premier League lo dimostra. Senonché pare essere proprio il campionato di Sua Maestà ad attrarre la grande attenzione del club che non lo conquista da circa 30 anni. E’ sicuramente troppo tempo per una società così gloriosa. Nonostante il grande potenziale a disposizione, diventa difficile immaginare che il Liverpool abbia la forza di bissare il successo della scorsa edizione di Champions. In ogni caso non lo si può proprio escludere.

Il Manchester City ha una rosa formidabile e, sulla carta, potrebbe davvero essere considerata la squadra più forte del pianeta: Aguero, De Bruyne, Rodri, Bernando Silva, Cancelo, Gundogan, Fernandinho, Gabriel Jesus, Sterling, Laporte e tanti altri… Il tutto manipolato dalle sagge ed eleganti mani del Demiurgo conosciuto al secolo come Pep Guardiola. Si tratta del tecnico capace di iniziare l’epopea del grande Barcellona conquistatore di tre delle ultime 20 Champions League. Lo spagnolo è il mister che ha reso grande Messi e l’uomo che è salito per due volte sul gradino più alto d’Europa. La sua gloria continentale, però, si è stoppata in Catalogna e lontano da quel territorio è riuscito conquistare solo trofei nazionali. Tale caratteristica si sposa a meraviglia con i citiezien che assomigliano tanto alla grande incompiuta del calcio europeo. Riusciranno a sfatare il tabù? Questa edizione di Coppa dei Campioni pare assolutamente “folle”, ma diventa difficile pensare che Tottenham o Chelsea possano salire sul trono. Attenzione, però, perché non si sa mai…

Si passa al calcio spagnolo che, invece, sembra vivere la sua decadenza. Questo periodo ha sempre avuto un fascino romantico che potrebbe pure regalare un canto del cigno. Tale acuto può rappresentare l’esalazione dell’ultimo respiro di gloria o la grande ripresa. Barcellona, Real Madrid e Atletico. Sono queste le principali candidate a rappresentare le chance di vittoria iberiche. Con tutto il rispetto per il Valencia, che ha vinto in casa del Chelsea nella prima giornata dei gironi, pare difficile poter azzardare un pronostico che lo veda campione d’Europa. Meglio concentrarsi sulle altre tre compagini. I Galacticos, che sino a due stagioni or sono facevano rabbrividire chiunque al solo udir del nome, assomigliano ormai a un vecchio leone che sta perdendo ogni forza. Il ruggito non ha più la potenza di una volta e risuona labile per l’antico continente. E’ innegabile: la partenza di Cristiano Ronaldo è stata una mazzata dalla quale i Blancos si devono ancora riprendere. La squadra che aveva vinto tre Champions consecutive ha perso la sua guida e non ha più centrato un trofeo. Non si può certo affermare che questo rappresenti una vittoria per CR7, ma nemmeno negare che fotografi perfettamente la gloria di un giocatore a tratti persino sottovalutato. E’ il migliore della storia. Punto. Il ritorno di Zidane sulla panchina del Real non ha sortito l’effetto sperato tanto che qualcuno parla di un possibile arrivo di Allegri. Vedremo. Certo le caratteristiche del toscano si addicono a quelle della “Casa Blanca”. Il Barcellona, invece, sembra in un profondo stato di crisi. All’armata blaugrana non mancherebbe nulla per salire sul tetto d’Europa, ma è da alcuni anni che subisce improbabili rimonte. Nonostante gli acquisti di giocatori del calibro di De Jong e Griezmann, l’avvio di stagione è stato tutt’altro che positivo, ma vi sarebbe il tempo per rimediare. I Colchoneros hanno apportato importanti modifiche al sistema. Sono partiti calciatori come il citato attaccante francese, Godin e Rodri. Sono sbarcati nella Capitale Iberica atleti come Trippier, Herrera e soprattutto Joao Felix. Attenzione perché il portoghese è quanto di più vicino a Cristiano vi sia nel panorama calcistico mondiale. Simeone sta plasmando la sua giovane armata che pare avere potenzialità enormi. Si tratta di trasformarle in atto e non si riesce a comprendere se ciò possa avvenire già in questa stagione.

Il nostro calcio porta in Champions la Juve, l'Inter, il Napoli e l'Atalanta. Non me ne vogliano i tifosi della Dea, ma le probabilità di vittoria dei bergamaschi rasentano lo zero assoluto. E’ naturale che sia così. La prima apparizione dei lombardi nella kermesse è già qualcosa di straordinario e la squadra di Gasperini ha scritto un romanzo che sarà tramandato ai posteri. I bianconeri sono la principale candidata tra le nostre truppe a conquistare l’Europa. Si diceva che il Manchester City è una grande incompiuta e per i piemontesi si può esattamente sostenere la medesima tesi. Avrebbero tutte le carte in regola per centrare il trofeo, Ronaldo compreso, ma non riescono mai a farlo. E’ assurdo pensare che, nella passata stagione, il giocatore acquistato soprattutto per raggiungere l’agognato obiettivo ha segnato 5 reti in 4 gare disputate tra ottavi e quarti di finale. Sicuramente non si può negare che abbia svolto la sua professione nel migliore dei modi. Bene. La Vecchia Signora è riuscita nell’impresa di farsi eliminare comunque. Le domande sono due: come è possibile che abbia segnato solo Cristiano? E’ ammissibile che una compagine che dispone di un giocatore in grado di realizzare tutti quei gol riesca a non raggiungere la semifinale? Chiedo davvero l’aiuto di un luminare. Tant’è che tale debacle europea potrebbe avere avuto un gran peso nella conclusione del rapporto tra Allegri e i bianconeri. E’ arrivato Sarri e la rosa è stata rinforzata. Vedremo se il toscano riuscirà a trovare le soluzioni per migliorare ulteriormente l’ottimo lavoro internazionale del suo predecessore.

Il Napoli potrebbe rappresentare una piacevole sorpresa. I campani dispongono di una squadra che sembra fatta su misura per ben figurare in Champions. E’ formata di giocatori forti che si esaltano quando il palcoscenico diventa importante, sono guidati da Ancelotti che è il tecnico perfetto per raggiungere i grandi obiettivi europei. A loro non manca nulla e, anche se “una rondine non fa primavera”, il successo del primo turno sul Liverpool è la perfetta dimostrazione di tale ragionamento. Affermare, però, che siano i favoriti per la competizione è un tantino eccessivo. L’Inter è guidata da Conte e molto è già detto così. Il tecnico salentino ha recentemente affermato che le sue carenze a livello continentale siano un luogo comune. Sarà sicuramente vero, ma non vi sono le controprove per sostenere il contrario. Sino alla trascorsa stagione, la stessa teoria pareva scritta per Sarri. Poi il toscano ha centrato la vittoria in Europa League sfatando il mito. Ora il compito è del pugliese. Pare difficile, però, chiedergli di trascinare la Beneamata alla vittoria della Champions. Manca la materia prima. Esistono squadre che sono assolutamente più forti e, se questo problema in campionato è compensato dal “quid in più” che un maestro come il Condottiero fornisce, in coppa non è così.

La Germania, invece, dispone di Bayern Monaco, Borussia Dortmund, Bayer Leverkusen e Lipsia. Gli juventini sono dispensati dall’evitare gesti scaramantici anche poco eleganti, ma diventa difficile sostenere che le ultime due compagini citate possano vincere la Champions. Non si può escludere, invece, un eventuale successo dei bavaresi o dei gialloneri. La squadra di Kovac sta mostrando maggiore sicurezza rispetto alla trascorsa stagione e la medesima crescita si nota negli uomini di Favre. Il grande duello che ha appassionato durante la scorsa Bundesliga può essere sicuramente risultato utile anche a questo scopo. Vedremo se i teutonici saranno pronti a conquistare la Champions.

Non resta che parlare del Psg, ma per non annoiare il lettore propongo il più classico dei “copia-incolla” con quanto scritto per Juve e City. Anzi, i francesi hanno uno svantaggio. Se il torneo inglese è certamente allenante, quello italiano pare proprio esserlo diventato. La Ligue 1, invece, non sembra disporre di autentiche corazzate se non quella capitolina. Questo pare un discorso banalizzante, ma non si può negare che quando si giunge ad affrontare avversari devastanti e si è abituati alle difficoltà non si abbia un vantaggio.

E’ la Champions più pazza degli ultimi anni, ma anche la più affascinante e accattivante. E’ davvero difficile riuscire ad azzardare un pronostico e questa è una recente piacevole novità. Per potere capire come “le idee si evolveranno nella realtà”, non resta che attendere.