Italia, siamo sul finire degli anni '90. In quei tempi il campionato italiano era il top, dopo di che, a partire dagli inizi degli anni 2000 è iniziato il lento declino del campionato Italiano, con l'emergere e l'affermarsi del campionato Inglese e delle big Spagnole e Tedesche.

Dopo il miracolo inatteso del mondiale 2006 a seguito dello scandalo calciopoli, la nazionale ha collezionato due figuracce con eliminazione ai gironi ai mondiali 2010 e 2014, inframezzati a onor di cronaca da dei tornei dignitosi e di tutto rispetto agli europei (finale persa malamente con la Spagna nel 2012 , quarti di finale con eliminazione ai rigori contro la Germania a Euro 2016) fino ad arrivare alla gloriosa e miracolosa serata di Wembley della scorsa estate.
Partirei da questa ultima nota lieta, per analizzare il fallimento odierno del nostro movimento calcistico nazionale. Una vittoria inaspettata, arrivata piu per orgoglio e spirito di gruppo, che per valori tecnici dei giocatori e della struttura del calcio italiano. Comunque è andata, dopo la sbornia dell'Europeo ci siamo risvegliati fragili, prevedibili e forse anche annoiati.

Bisogna ammettere che é pur vero che all'europeo abbiamo mostrato un grande spirito di gruppo e un impianto di gioco piacevole a vedere, ma abbiamo comunque vinto con episodi fortunati (mi riferisco al non goal di Arnautovic fischiato per fuorigioco millimetrico, alla sofferenza fortunosa nella semifinale con la Spagna e alla lotteria benevola dei calci di rigori con Spagna e Inghilterra). Una vittoria del titolo Europeo arrivata con una vittoria sofferta ai supplementari negli ottavi di finale e due pareggi in semifinale e finale, con grande spirito di sacrificio accompagnato da una dose non indifferente di buona sorte.
Io credo che l'Italia sa essere se stessa, solo quando soffre e mette il cuore oltre l'ostacolo, storicamente siamo sempre stati cosi.
Oggi ci siamo risvegliati da un sogno troppo bello, da un miracolo sportivo che nessuno si aspettava, e che comunque, per dovere morale e gratitudine sportiva, per quanto è successo all'ultimo Europeo, va detto grazie al CT Roberto Mancini. 

La realtà odierna è che il calcio italiano si risveglia triste, povero e con poche prospettive. Le nostre grandi rivali europee (Inghilterra, Spagna , Francia, Germania) hanno dato grande impulso negli ultimi 20 anni alle loro strutture sportive, alla crescita/cultura dei vivai e agli aspetti tecnico/atletici. Noi siamo fermi agli anni 90 e non investiamo nel futuro, siamo rimasti bloccati  alla grandezza  di quella generazione (Baggio, Del Piero, Baresi, Maldini, Nesta, Cannavaro, Totti, Pirlo, Buffon).  Dopo di loro raccogliamo solo macerie e mancanza di programmazione, una generazione di giocatori buoni e nulla più,  non certo  campioni del calibro di quelli sopra citati, che tutto il mondo ci invidiava. Difesa e attacco (che tradizionalmente sono sempre stati i nostri punti di forza) oggi sono il nostro punto debole, soltanto il centrocampo si puo definire di buon livello.

Un declino strutturale e generazionale, ma non parlo soltanto di nazionale, la cosa va di pari passo e forse anhe peggio a livello di club.  Non si vince una coppa Uefa (Europa League) dalla vittoria del Parma nel 1999 , una champions league (coppa dei campioni) vinta dall' Inter nel  2010, dopo di che il massimo risultato ottenuto dalle squadre italiane negli ultimi 12 anni  sono state  due finali di champions League perse malamente dalla Juventus e una finale di Europa League persa dall'Inter.

A mio avviso, per tornare ai fasti di un tempo ci vorranno molti anni e fondamentalmente la FIGC dovrebbe capire e attuare queste 3 grandi riforme:

  • investire nelle strutture sportive e incentivare la cultura dei vivai

  • limitare il numero di stranieri per squadra a 4/5 elementi e obbligare le squadre di Serie A/B a schierare 3 elementi del proprio vivaio in formazione.

  • rivedere e potenziare gli aspetti tecnici-atletici della preparazione dei giocatori, per riportare il calcio italiano a un livello di atletismo e fisicità piu adeguato agli standard europei.

Dai fallimenti si puo certamente migliorare, purchè si abbia l'intelligenza e l'umilità di riconoscere i propri errori.

A.S.