E’ abbastanza singolare che partendo da un semplice commento si decida di scrivere un articolo, ma credo che ciò possa essere un modo innovativo di fare giornalismo in epoca di “share”, cioè di condivisione/confronto, di “Didattica a Distanza” e di clausura. Lungi da me erigermi a “Mister” ma leggo migliaia di analisi tra i commenti eppure ne ho trovate poche che abbiano ricordato i tratti salienti del gioco(?) di Massimiliano Allegri.

In fase di non possesso il livornese tiene tutti i giocatori dietro la linea della palla e non oltre la metà campo attuando una pressione passiva sul portatore che è cosa ben diversa dal pressing attivo e organizzato; in questo modo Allegri ottiene densità, i giocatori sono vicini rinunciando “ideologicamente” all’intensità. Questa strategia, soprattutto in presenza di difesa a tre, ma non necessariamente, è una eredità del calcio all’italiana degli anni ‘30, del libero poi e fu applicata da Trapattoni negli anni ‘80 bianconeri.
Questa impostazione non è allenante, predispone agli infortuni muscolari che, paradossalmente, aumentano quando si è abituati a ritmi bassi, intermittenti, ha dimostrato di avere risvolti negativi sulla condizione atletica a maggio (vedasi Champions) e trasmette insicurezza nei momenti più delicati dei 90 minuti contro squadre con mediane particolarmente forti.

Questi aspetti critici, evidentemente, sono stati dimenticati da molti tifosi e pure dal rampollo Presidente Agnelli. La filosofia allegriana non espone molto la squadra che così rischia poco ed è di difficile perforazione (soprattutto se a tre dietro, ma non necessariamente), in particolare in una Serie A dove il talento puro in avanti è raro.

Massimiliano è solito piazzare in campo (ricordate la Fiorentina del Trap?) più giocatori offensivi della media, perfino fuori ruolo(!), ciononostante essendo il baricentro della squadra nei 90 minuti mediamente basso, essi si ritrovano lontani dalla porta avversaria. Il perché lo faccia ha una motivazione: essendo un allenatore che non insegna automatismi (schemi di gioco) punta tutto sul colpo individuale dei talenti che devono perciò stare in campo…
Tuttavia, prima di passare alla fase di possesso, vorrei far notare che i giocatori offensivi, in fase difensiva, riescono a coprire la loro parte di campo senza particolari problemi data la densità/staticità della squadra messa in campo in questo modo: i giocatori offensivi infatti vanno “in tilt” negli spazi ampi se devono contrastare, marcare, eseguire diagonali ecc ma, con un po’ di applicazione, anche un giocatore alla Chiesa, con poco senso della posizione e molta foga/istinto, può essere utile… La parte del “non prenderle”, per il toscano, richiede specializzazione esclusivamente nei due/tre dietro. Ovviamente questa fase difensiva può essere disinnescata e risultare controproducente (addirittura frustrante) contro squadre estremamente dotate di palleggio e con attacchi cinici (numerose in Champions).
E in fase di possesso?
Qua la squadra si spezza in due, con sei che attaccano ed in cui tutto è lasciato alla inventiva del singolo. La “pelota” arriva in avanti attraverso il lancio lungo, spesso indirizzato ai “terzini” che sono corsi in posizione più avanzata, oppure sale lentamente mediante un gioco lento e compassato, inizialmente dalle retrovie, soprattutto se l'avversario non pressa. Anche in questo caso la specializzazione passa in secondo piano, un Chiesa a sinistra ad esempio perde qualcosa ma... basta che sia in campo! Idem chi sa battere i calci piazzati!
In tutti questi fattori risiede anche il perché Allegri sia solito difendere l’1 a 0.
Se Pirlo e Sarri
(perfino), non sono riusciti a cambiare questa mentalità (comoda per i senatori avanti con l’età che vogliono allungarsi carriera e stipendio) è proprio perché ciò è il lascito di Allegri. Provarci equivale ad ammutinamento/autogestione!
I vari Bentancour, Arthur, Kulusevsky hanno sì sbagliato in modo clamoroso fornendo assist agli avversari presso l’area juventina ma nessuno intorno a loro si è proposto muovendosi senza palla per ricevere. Codesta mentalità non esiste a Torino, per i senatori, non deve proprio esistere e sono proprio loro a trasmettere la filosofia opposta anche ai nuovi (è noto che Sarri sia stato fatto fuori perché “i giocatori non erano d’accordo col suo gioco!”! Ma siamo pazzi alla… Juve!?!
Finché non avverrà un vero ricambio non ci sarà nessun progresso tecnico! Ricambio che non sarà possibile tornando a "quel" Mister!

Cosa penso di un eventuale ritorno quindi? Io credo che ci sarà ma che stavolta il mio conterraneo (io sono versiliese) non avrà un TOT di qualità sufficiente per prevalere in campionato. Il suo sistema (che ricordo in aggiunta, penalizza difensori come De Ligt e Demiral che amano difendere alti e con aggressività) così minimale dove un gioco organizzato e corale è praticamente assente, gli eviterà di sprofondare magari sotto il quarto posto, gli eviterà qualche sconfitta in più, tuttavia non gli permetterà di prevalere rispetto a chi, oltre a pari talento (o con poco meno), ha un gioco più europeo e dinamico.
Figuriamoci cosa otterrà Massimiliano in Champions dove, oltre al gioco, ci sono squadre che hanno più campioni! Potrà accadere di farcela solo con eccezionali motivazioni che, fisiologicamente, scemano il turno successivo, anche contro la propria volontà! O grazie ad episodi fortunati (ricorda nessuno come eliminammo il Monaco?)..

Parafrasando Sacchi, una squadra che per anni ha ragionato così, che è fatta anche in un certo modo, non la modifichi in un anno! Se la esponi anche solo dieci metri più avanti, non ottieni un bel niente nel concreto, non solo la abbellisci relativamente ma becchi più gol e fai più figuracce! Pirlo e Sarri inizialmente non hanno compreso  che cercando di fare tanto possesso, avrebbero solo ottenuto di averne di lento ed innocuo (per gli altri)!

La mia chiosa è la seguente: la verità è che Agnelli non ha protetto chi è seguito ad Allegri perché voleva riportare quest’ultimo a Torino sin dall’esonero ed anche questo è stato demotivante per i giocatori.
Eppure tornare ad Allegri, avrebbe anche un risvolto positivo: è forse l’unico modo per togliere il suo spettro sopra i colori bianconeri, per liberarci, lo dico con rispetto, del suo “mito” una volta per tutte perché, e mi spiacerebbe per la mia Juve, fallirebbe (Allegri non credo nemmeno sia il più indicato a ricostruire da zero...).

Soprattutto, e mi riferisco al Presidente, ciò equivarrebbe a dimostrare davvero poca conoscenza del calcio oppure di agire di “pancia”, quasi spinto da una sorta di “populismo calcistico”... ben distante da ciò che fu l’Avvocato (chi scrive ha sempre considerato Andrea Agnelli persona estremamente appassionata e competente)! Se si conosce davvero un progetto considerazioni basilari come quelle che ho articolato oggi su questo network, sono impresse e conosciute a menadito e quindi non portano a ripensamenti. Anche aver acquisito CR7 (quando CR7 ancora saltava l’uomo…) senza aggiungere un ultimo tassello di livello internazionale in mediana è stato un errore smisurato, quasi “cobolliano”! La Juve, con queste premesse, non poteva che finire, prima o poi, in questa situazione ed è toccata a Pirlo la gogna! Il tifoso è il tifoso e merita di bruciarsi ancora per ricordare definitivamente il vero "volto" di Massimiliano Allegri, ma un Presidente fa progetto e mercato in due tre anni, senza pretendere risultati se il tessuto è quello sbagliato.