Chi è causa del suo male, pianga sé stesso!...

 

 

Juventus – Milan 2 – 1

Proprio ieri, ringraziando l'amico Massimo Perin juventino da sempre, per il suo gradito commento nei miei confronti, temendo una sconfitta pesante per il Milan, pronosticai una possibile sconfitta per 2 – 1. Questo risultato mi avrebbe accontentato, a patto di assistere a una gara di sicuro impegno e a una bella partita di buona sostanza tecnica, rendendomi conto del particolare momento di crisi che attanaglia purtroppo il Milan.

Ebbene così è stato e la sconfitta del Milan non mi ha affatto deluso. Contro la Juventus inoltre all'Allianz Stadium di Torino, non avremmo potuto chiedere tanto di più se non opponendo una gara tosta e perfetta senza sbagliare nulla.

L'impegno rossonero c'è stato, la disposizione in campo è stata eccellente, il carattere mostrato pure soddisfacente! Quindi tutto quadra, tutto secondo copione, tranne la perfezione della partita in cui non bisognava sbagliare niente (o quasi). Il Milan invece ha sbagliato troppo, soprattutto compiendo troppi errori nei passaggi che hanno pregiudicato la gara nel secondo tempo.

Non rimprovero nulla di particolare ai ragazzi rossoneri per quanto attiene l'impegno profuso, ma sperare di assistere a una prestazione perfetta del Milan, con tutta onestà devo ammettere che, oggi nelle condizioni attuali, ciò resta quasi del tutto impossibile. D'altronde come dicevano i latini: “Ad impossibilia nemo tenetur” e cioè: nessuno è tenuto a fare l'impossibile.

Per giunta contro una Juventus, tutto sommato, imbattibile in campionato e per nulla distratta in questa occasione...in pochi avrebbero pronosticato un risultato diverso da quello effettivamente ottenuto. La tradizione di questa gara di cartello imponeva ad entrambe le squadre il giusto impegno e la giusta attenzione. Infatti entrambe le compagini hanno onorato al meglio la gara, disputando una partita piacevole e combattuta, infastidita solo dalla pioggia incessante.

La gara sin dall'inizio ha mostrato un Milan volitivo, deciso nelle azioni e per nulla intimorito dagli avversari. Gattuso con imprevedibile coraggio ha disposto la squadra con un baricentro alto, operando un pressing efficace in ogni zona del campo e una buona predisposizione alla manovra corale. Per tutto il primo tempo il Milan ha avuto la supremazia del gioco.

La Juventus ha controllato la gara, opponendo agli avversari una oculata organizzazione in campo. I bianconeri hanno infatti concesso al Milan soltanto una sola distrazione, sufficiente però a causare l'azione di ripartenza delle maglie rossonere, propiziata dal caparbio pressing di Bakayoko, il quale rubava palla a Bonucci e allungava a Piatek di precisione. Il polacco impossessatosi della sfera, scattava senza indugio, convergeva verso destra mettendosi nella condizione più agevole per sferrare un potente e preciso tiro in rete, battendo l'incolpevole portiere bianconero Szczesny. Era il goal del Milan che già si preannunciava da qualche minuto, ottenuto meritatamente a coronamento della compattezza degli uomini di Gattuso. Peccato che Piatek non abbia potuto sfruttare un'ulteriore occasione da goal in contropiede, trovandosi il pallone sul piede sinistro non essendo quello abituale. Il goal del raddoppio infatti avrebbe causato non pochi fastidi alla compagine di Allegri.

Il Milan operando un forcing di pregevole fattura e di costante movimento (stavolta) in profondità, ha messo in difficoltà il reparto difensivo bianconero con una spinta più accentuata nel primo tempo, giocato con azioni più veloci del solito e sfruttando gli spazi che i bianconeri hanno concesso a centrocampo, dove Emre Can nel tentativo di contrastare un'azione decisiva di un rossonero, si procurava una leggera distorsione alla caviglia. Il turco mettendo male il piede di appoggio sul terreno di gioco si accasciava al suolo e veniva prontamente sostituito, in maniera cautelativa da Sami Khedira.

Il primo tempo dei rossoneri mi è piaciuto più del solito, specie per la supremazia territoriale conquistata in settori nevralgici del terreno di gioco. Una menzione particolare spetta a Bakayoko, artefice di una prova eccellente. Il francese ormai ben radicato nel tessuto della compagine rossonera, garantisce il rilancio delle ripartenze rossonere e fa ben sperare di aver risolto l'annoso problema che da sempre angustia il settore di centrocampo, dopo la partenza di Pirlo. Inoltre “Baka” è un grande incontrista, essenziale come punto di riferimento e superlativo nella difesa della sfera e nei contrasti, rubando palla agli avversari e rilanciando il gioco offensivo. In un certo senso mi ricorda spesso il Vieira o il Desailly (con le debite proporzioni) dei tempi migliori. Calhanoglu è stato un altro centrocampista a mettersi in evidenza, dimostrandosi efficace nell'autonomia del gioco rossonero. Peccato che il tedesco di origini turche abbia sprecato molti passaggi a causa dell'imprecisione scaturita dalla frenesia del gioco. Stessa cosa si può dire per Kessiè, volenteroso centrocampista di rottura, il quale si è alquanto adoperato per recuperare palloni andati sprecati, purtroppo, per l'imprecisione dei passaggi da effettuare ai compagni.

Per tutto il 1° tempo si è notato un ottimo Suso, rientrato ad occupare il suo ruolo di punta sulla fascia destra dello schieramento rossonero, più concreto del solito nello smistare palloni ed effettuare cross, ma sempre a corto di tenuta per i 90 minuti. Infatti Gattuso ha dovuto sostituirlo con Castillejo nel secondo tempo. Lo spagnolo fresco di energie non mi è parso all'altezza della situazione soprattutto per l'egoismo esagerato nel voler trovare la soluzione personale e sviluppando freneticamente le azioni su tutta la fascia. Definirei la sua prova alquanto confusionaria.

Per l'altro attaccante Piatek non si può dire che bene. Il polacco se ricevesse più palloni sarebbe in condizioni di segnare maggiormente per la sua spiccata dote di finalizzatore. Non sempre si è trovato un compagno a fianco con il quale dialogare, giusto anche per poter alleggerire la marcatura asfissiante messa in atto dalla coppia dei difensori centrali bianconeri. In questo frangente, sicuramente è mancata la presenza del brasiliano Paquetà, suggeritore indispensabile per le punte del Milan, abile nelle triangolazioni e nel tiro da lunga distanza.

La difesa rossonera ha commesso troppi errori e alcuni di questi, fortunatamente, sono stati graziati dall'attacco juventino dove un Mandzukic particolarmente falloso quanto rissoso, ha scongiurato almeno un paio di cartellini gialli mai estratti dall'arbitro Fabbri! Calabria e Musacchio sono stati gli autori dei due errori decisivi che hanno causato i due goal a favore della Juventus.

L'argentino Musacchio ha steso Dybala in area in modo maldestro, con un intervento ruvido e lampante, tanto da guadagnarsi l'ammonizione peraltro inevitabile. Lo stesso Dybala si incaricava di trasformare il calcio di rigore che portava in parità la Juventus. Da questo momento in poi i bianconeri, accelerando il ritmo della partita, hanno sottoposto la difesa rossonera a un lavoro pesante, causando uno stato di stress su alcuni difensori della compagine di Gattuso. Infatti con un tocco sbagliato di alleggerimento da parte di Calabria che intendeva effettuare una triangolazione di rilancio, Pjanic intercettava facilmente la palla, servendo il compagno Kean (subentrato al posto di Dybala). Il ragazzone juventino si allargava sulla destra dove trovava lo spazio libero e sufficiente per permettergli di sferrare un tiro forte e preciso battendo Reina inesorabilmente.

Juventus – Milan 2 – 1. Nel finale il Milan ha cercato il goal del pareggio, ma la Juventus faceva buona guardia, scongiurando i palloni milanisti, parti dei quali si perdevano sul fondo senza causare danni all'attenta difesa bianconera.

Sono in tanti a giudicare insufficiente l'operato dell'arbitro Fabbri, al quale gli si addebita la responsabilità di non aver concesso due calci di rigore a favore del Milan e di essere stato avaro nell'assegnare il cartellino giallo nei confronti di Bentancur e di Mandzukic. Non mi sento di condannare Fabbri come feci invece in passato nei confronti di Banti, in occasione della disputa della Supercoppa Italiana (Uomini, mezzi uomini, ominicchi... del 18 gennaio u.s.) ma credo che le decisioni di Fabbri durante la partita di ieri, siano apparse di ordinaria amministrazione e nella media comportamentale di tanti altri arbitri mediocri del nostro campionato italiano.

Semmai dovessi commentare le decisioni arbitrali, mi riferirei in modo particolare al comportamento anomalo registrato in sala VAR. Non occorrono infatti 4 minuti per decidere se come e quanto sia giudicabile una eventuale azione passibile di rigore!

Ovviamente questi comportamenti denotano dannose incertezze e insicurezze che, al netto della colpevolezza da giudicare, inducono a fomentare perplessità sulla validità o meno dell'operato nei piani alti della dirigenza arbitrale... E dato che sono contrario ad accendere polemiche inutili che ritengo siano solamente dannose, chiudo la questione riguardante l'operato dell'arbitro limitandomi all'aver disquisito sugli aspetti tecnici e agonistici della partita.

Un cosa è certa: inutile attaccarsi sempre agli errori arbitrali per giustificare una sconfitta. Cosa più utile è riflettere sull'aspetto tecnico che ha determinato la sconfitta medesima. Nal caso di Juventus Milan di ieri, i troppi errori dei giocatori rossoneri inducono a declamare il popolare proverbio:

Chi è causa del suo male, pianga sé stesso!...

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