Di carne sulla brace ve ne è tanta. Dalla questione delle plusvalenze che vede dopo Milan ed Inter ora la Juventus sul banco non degli imputati, ma degli indagati, e parliamo di una cosa diversa, al sorteggio sfigato capitato all'Italia che già sta diventando alibi del rischio di non andarci in Qatar, che per alcuni aspetti non sarebbe poi così male, se fosse solo per una questione etica, ma che etica, però non lo è.

Il ciclo degli Agnelli forse sta giungendo alla sua fine, dalla questione dei biglietti, alle plusvalenze, alla SuperLega. Ad una Juventus che ha fallito l'obiettivo europeo, e dominato in SerieA fino a quando ha potuto grazie soprattutto anche ad una rivalità sul campo non così entusiasmante. Quella delle plusvalenze è un qualcosa di veramente incredibile,  sistema tollerato, diventato parte integrante di un mondo pessimo che ha trovato un modo per sopravvivere a se stesso. I tribunali lanciano un segnale, siamo ai limiti tra ciò che è lecito e lecito non lo è, ma senza plusvalenze alcune società probabilmente sarebbero già sull'orlo del fallimento. Si arrangiassero, verrebbe da dire, se non fosse che una società significa tanta roba, storia, ma di storia non si campa e soprattutto posti di lavoro. Il ciclo decennale attuale della Juventus non rimarrà nella storia, per rimanere in tema, sicuramente per i premi Nobel mancati. Un calcio indebitato all'inverosimile non sa più che inventarsi pur di andare avanti, e si inventano superleghe, plusvalenze, e chissà cosa ancora, ma tutti hanno ben capito che prima o poi questa macchina salta e quando salta rimarranno solo macerie. Siamo in bilico tra la distruzione dello sport più bello(?) del mondo e una rivoluzione radicale. In tutto ciò si inserisce, nell'ottica del piagnisteo collettivo, quanto accaduto all'Italia. Vince l'Europeo. Forse non sanno neanche loro come.
Ma è successo. Capolavoro. Ma la stessa squadra, forse per aver mangiato troppa pastasciutta, togliendo l'alibi inesistente di alcuni infortuni, non riesce a fare neanche mezzo goal contro una squadra di Serie C come l'Irlanda del Nord, a cui bisogna dire grazie per aver dato una lezione a chi pecca di arroganza, e non è riuscita a dominare un girone che era assolutamente alla sua portata. Si piange perchè si dovrà forse sfidare il Portogallo, dandosi per scontato il successo contro la Macedonia del Nord. E se sarà invece proprio la Macedonia a fermare il cammino dell'Italia? Quello che sarà, sarà, ma non va cercata nella sfiga dei sorteggi l'eventuale mancata qualificazione in Qatar, ma in se stessi. Certo, sarebbe stato fantastico se gli azzurri avessero detto noi in Qatar non vogliamo andarci perchè non vogliamo giocare in un Paese che annienta i diritti umani, ma questo è il mondo delle favole.
Chi è causa del suo mal pianga se stesso, si dice.
Nulla di più azzeccato poteva esserci.