Come segno di riconoscenza per essere riuscito a ottenere la salvezza, lo scorso campionato con il Chievo, la società aveva deciso di ripartire da dove aveva lasciato, ovvero con D'Anna.
Un uomo che conosce bene l'ambiente, in quanto poco tempo prima era stato uno dei protagonisti dell'approdo in serie A e di quella squadra rivelazione che aveva sorpreso tutti e in grado di stare ogni campionato nella zona tranquilla della classifica.
E non solo, il Chievo era ormai quella realtà capace di creare fastidio anche alle grandi, poiché sempre costruita con giocatori di buon livello, giovani di ottimo potenziale e con una forza comune capace di rappresentare un blocco unito e di mentalità adatta per mantenere una categoria difficile come la Serie A.

Ma già a partire dallo scorso campionato, dove si trovò a lottare per la salvezza fino all'ultima giornata, una stagione caratterizzata dall'esonero del mister Maran, si iniziò a denotare un calo evidente della forza di questa squadra.
C'è da considerare che alcuni giocatori simbolo, che caratterizzarono gli anni d'oro recenti di questa compagine, non ci sono più perchè ormai ritirati, solo Pellissier è rimasto come unico superstite, ormai anche lui sulla soglia dei 40 anni. 
Certamente, la bravura della società e del suo direttore tecnico è stata sempre quella di trovare dei calciatori giovani ma interessanti, insieme ad altri di buona esperienza, guidati negli anni da allenatori in rampa di lancio o comunque esperti nel gestire una squadra che come priorità ha la salvezza.Doveva essere così anche con Maran, ma ci sono più componenti che ad un certo punto non si incastrano come dovrebbero e le situazioni si possono complicare notevolmente.


Si riparte sempre dal nuovo allenatore

Quando si forma una squadra, giustamente si comincia da chi la guida, perché questi ha delle idee, delle strategie e su di esse viene poi composto il puzzle.
La società Chievo, però non ha agito in tale direzione: tenere d'Anna ha significato ripartire dalla stessa situazione complicata della scorsa stagione, operare sul mercato, per quella che era la forza economica, secondo le idee dell'allenatore presente. dove comunque c'è stata una campagna acquisti modesta.

E considerando quest'ultimo fattore, forse serviva ripartire da un allenatore con un altro tipo di esperienza, in grado con le poche risorse disponibili di mettere a punto una squadra capace di iniziare al meglio la nuova stagione calcistica.
Infatti dopo poche giornate e prestazioni deludenti, D'Anna viene esonerato e arriva sulla panchina giallo-blu un mister molto criticato nell'ultimo anno perché identificato come l'artefice in negativo della mancata presenza della Nazionale Italiana al Mondiale di Calcio 2018 in Russia.
Parliamo di Giampiero Ventura, un uomo saggio, serio, pacato, che ha fatto la gavetta e che nella sua carriera da allenatore, a parte la parentesi Nazionale, ha avuto delle importanti soddisfazioni.

Forse bisognava ripartire da lui sin da Luglio, dalla fase di precampionato per dargli modo di impostare la squadra secondo le sue idee calcistiche e nel dargli la mentalità giusta per affrontare un campionato che comunque si prospetta in salita per una squadra come il Chievo.
Arrivare in corsa non è mai semplice, bisogna adattarsi all'ambiente e ai nuovi calciatori, così come questi alla nuova conduzione tecnica: infatti si comincia subito male e ieri prendere 5 goal in casa di certo non è stato un buon inizio.


Ma è giusto avere fiducia in Ventura?

Forse la gente che segue il calcio e che ha come ultimo ricordo di Ventura, la non qualificazione ai Mondiali, probabilmente non lo considera più all'altezza, credendo abbia idee calcistiche superate e non capace più neanche di trasmettere le giuste motivazioni anche a carattere mentale.
Ma veramente sarà così?
Non si possono dimenticare gli anni del Bari o del Torino, in cui si vedevano squadre che sapevano a che giocare bene e d esprimere un calcio cinico ed efficiente, oltre che dimostrare una buona solidità anche al livello difensivo. Inoltre Ventura, venendo dal basso, sà cosa significa soffrire e sapersi conquistare le cose con il duro lavoro. Poi si può tranquillamente dire che non gli manca l'occhio, nel senso che è capace di leggere le caratteristiche dei calciatori e saper valorizzare anche dei giovani e farli maturare.

Il Chievo, in effetti è l'ambiente giusto, da dove poter ripartire sia personalmente per ricostruire l'immagine positiva che aveva prima dell'esperienza in Nazionale e sia per questa squadra di Verona, Ventura può rivelarsi il condottiero esperto in grado di portarla alla salvezza, almeno per questa stagione e magari in seguito ridare ancora maggiore prestigio, così come era qualche anno fa.
Questa prima uscita, è di certo un duro colpo, ma è in questi casi che bisogna sapersi rialzare e trovare la strada e il coraggio per risalire la china.
Di Ventura si può continuare a dire di tutto, ma non si può discutere la sua persona, la sua serietà e l'impegno che mette nel mestiere che fa. Lui non è un selezionatore, ma un uomo di campo, che vive tutti i giorni con i ragazzi che allena e trasmette momento per momento la propria esperienza e i propri valori calcistici.

Non sappiamo se il mercato di gennaio, porterà qualche innesto importante per il Chievo, ma con questo mister ci sono le premesse per fare un buon lavoro.
Il Chievo da sempre è stata una scommessa da un punto di vista calcistico ed è divenuta una realtà positiva del calcio italiano.
Anche la scelta di Giampiero Ventura, in questa fase particolare rappresenta una scommessa, ma che può rivelarsi una base solida da cui ripartire, così che sia la squadra che l'allenatore possano ritrovare quella serenità e soddisfazioni che fino a poco tempo fa gli appartenevano.


Sarà 3-5-2?

Uno dei moduli tattici che ha caratterizzato la carriera di allenatore di Ventura è appunto il 3-5-2, che ha trovato la sua maggior espressione negli anni del Torino.
Il calcio di Ventura, come principi fondamentali è caratterizzato da velocità in ripartenza, gioco sulle fasce e calcio diretto. Per mettere in pratica ciò è necessario avere gli uomini giusti, in grado di interpretare mentalmente e con le proprie caratteristiche queste idee tattiche.
Nel Chievo di oggi, ci sono questi calciatori?
Facendo un'analisi dettagliata si può ipotizzare una formazione impostata tatticamente con un 3-5-2:
Portiere: Sorrentino (che garantisce esperienza ed affidabilità)
Difesa: i tre possibili difensori potrebbero essere Tomovic, Rossettini e Bani (gente che per caratteristiche potrebbe appunto intrepretare bene questo modulo difensivo)
Esterni: Cacciatore a destra e Giaccherini a sinistra (quest'ultimo giocò in quel ruolo nella Juve di Conte e anche in Nazionale, anche se potrebbe agire come mezz'ala, se non dietro l'attaccante)
Centrocampo: Radovanovic in regia, con Rigoni ed Hetemaj o anche Obi ad agire da mezz'ali
Attacco: Stepinski come punta e Birsa a sostegno (da considerare anche Pellissier a partita in corso)

Sulla carta è una formazione che potrebbe dire la sua, in quanto le caratteristiche dei calciatori presenti si adattano bene all'interpretazione di una tattica cosi come lo è il 3-5-2. 
Ma sappiamo anche che i numeri, le posizioni, i ruoli contano ben poco se poi non c'è la voglia, la grinta e la capacità di interpretare al meglio le partite.
Vedremo come Ventura saprà mettere del suo, lui che di certo è l'uomo delle imprese di provincia e qui a Verona può ritrovare quell'atmosfera giusta e a lui familiare.