S'infrange ancora una volta il sogno europeo della Juventus. Era nell'aria, vuoi per gli evidenti scricchiolii che avevano segnalato un "cedimento strutturale", vuoi per le pesanti assenze di Dybala e Douglas Costa che hanno mutilato la squadra di quella componente di fantasia di cui era palesemente carente. Ci si è messo, perchè no, pure l'arbitro (in Europa una costante antijuventinità) che con un rigore scellerato e surreale ha scompaginato la paziente tessitura di un progetto che avrebbe dovuto portare al 2 a 0. Tuttavia si è capito subito. Era la solita Juve. Una Juve disarticolata che ha affrontato il Lione con la solita afasia, cioè con quei fraseggi orizzontali fuori da ogni geometria aggressiva. Mai una rapida verticalizzazione, mai un'imbucata, mai un attacco deciso negli spazi. Insomma una Juve formato campionato con quel tiki taka da sbadigli che quasi sempre sfocia in perenni cloroformiche sonnolenze. Solo Ronaldo, sempre lui, ha cercato di mettere la sveglia a tutto volume ma nessuno lo ha saputo ascoltare. Il miracolo del suo secondo gol è un'icona calcistica da incorniciare. Higuain, un vero ectoplasma da film degli errori e degli orrori. Bernardeschi casinista geniale ma nel contempo improduttivo ed egocentrico, ha provato a dribblare tutto il Lione in blocco ma gli è mancato il guizzo finale. Non vado oltre sui singoli per non mettere il dito sulla piaga.

E adesso? Tutto da rifare. Sarri è stato esonerato. E' un allenatore amorfo, senza idee ben definite, senza un carisma, senza una spiccata personalità. Al di là dei moduli e delle interpretazioni basate su dinamiche più o meno aggressive, disarma la sua impotenza nell'infondere alla squadra forti motivazioni. E questo, sia chiaro, è percepito dai giocatori che si muovono quasi per forza d'inerzia, senza sussulti e spinte emotive che dovrebbero arrivare dalla "panchina". Caratterialmente è nato per fare l'impiegato di banca non certo allenatore verbalmente muscolare. Quindi si volta pagina. Ad Agnelli il compito di rinnovare adeguatamente l'organico tecnico. Al nuovo allenatore Pirlo l'incarico di infondere nuova fiducia, nuovi stimoli e un gioco decisamente più frizzante ed effervescente. La prossima stagione dovrà essere improntata principalmente all'ennesimo assalto alla Champions. Questa volta senza teorie da vergare su sbiaditi fogli di carta (vero Sarri?) ma il frutto di un lavoro tecnico e mentale di grande spessore.