Il Real Madrid è veramente una squadra incredibile. Quando pare sul punto di affondare, la squadra spagnola risorge sempre come la celebre “Araba Fenice”.
E’ davvero pazzesco. Se si effettua un rapido excursus delle ultime stagioni dei Galacticos, non si può non notare questa situazione che dona ai Blancos una sorta di aurea di invincibilità. Così, come accade in serie A per la Juventus, per le avversarie di Champions League degli spagnoli diventa davvero improbo affondare tale armata stellare.

A questo punto ci si chiede: “Chi fermerà questa marcia trionfale? Come si può riuscire in tale impresa?

Tutto ha inizio con la famosa decima vittoria nella principale competizione europea per club che, nel 2013-2014, riporta il Real sul tetto d’Europa a distanza di 11 anni dall’ultimo trionfo. I segnali di un’ipotetica invincibilità blanca giungono già dal “Da Luz”. Nella finale di Lisbona, a tempo scaduto, Sergio Ramos replica a un gol di Godin che, ormai, pareva aver fatto partire la festa alla “Fuente de Neptuno”.
Invece, il Real pareggia e, ai supplementari, stende un avversario già duramente provato dal colpo appena ricevuto.
Nell’annata successiva, la prima Juventus di Allegri riesce in quello che, allo stato dell’arte, pare ancora di più un capolavoro. Nella semifinale di Champions, Tevez e Morata spediscono a casa i Galacticos.

Ecco, dal 13 maggio 2015, nessuno è più stato in grado di estromettere il Real Madrid dalla “Coppa”. Un dato incredibile che è correlato alle 3 vittorie consecutive nella manifestazione.
Nel 2015-2016, l’arrivo di Benitez pare non aver dato l’esito sperato e, prima degli ottavi di finale, i Galacticos non sono certo i favoriti per la vittoria della Champions. Invece, Zidane riesce a riportare la squadra sul tetto d’Europa.
Nell’edizione successiva, si pensa che la Juve di Dybala e Higuain possa rompere l’egemonia, ma Cristiano Ronaldo è una sentenza.
La sfida si ripete nei quarti della stagione successiva e, dopo aver perso 3-0 a Torino, i bianconeri pareggiano le sorti del doppio incontro al “Bernaebu”. I Blacons paiono alle corde, ma emergono nuovamente dal baratro. Sul 3-0 per la Vecchia Signora, Oliver concede un rigore ai padroni di casa. Tale penalty farà discutere a lungo, ma, al 97’, CR7 lo spedisce dritto in rete e la sua squadra vola in semifinale. Anche in questa occasione si aggiudicherà il trofeo.
Partito Zidane, arriva Lopetegui che prova a introdurre un nuovo stile di gioco più vicino a quello del Barcellona. L’ex c.t. sostituisce pure lo storico preparatore atletico dei Galcticos, Pintus. Come nel 2016, il Real pare in una crisi irreversibile peggiorata dall’addio del suo calciatore più rappresentativo, Cristiano Ronaldo. La dirigenza decide di modificare la guida tecnica della squadra e l’affida a Solari. Torna Pintus e, dopo un avvio difficoltoso, la compagine recupera vecchi concetti tattici e la condizione fisica. Sul fronte sinistro del tridente offensivo, Vinicius Junior è un’ira di Dio. Il Real Madrid riprende la sua marcia inarrestabile. La vittoria, 2-1, in casa dell’Ajax pone i Blancos in una posizione di grande favore per accedere nuovamente ai quarti di finale della Champions.

Dopo questa ennesima resurrezione, vi è il concreto rischio che le squadre che affrontano i Galacticos partano con una sensazione di assoluta negatività e di invincibilità dell’avversario che renderebbe più agevole il percorso dei Blacons.
Per le rivali, è necessario non cadere in questo errore ed evitare pessimismi nei quali la squadra di Solari potrebbe infilarsi come un cobra velenoso. Prima o poi questo dominio dovrà essere interrotto e vi è tanta curiosità di scoprire chi saranno coloro che potranno vantarsi di tale pregio. Se l’artefice di tutto questo fosse proprio Cristiano Ronaldo, allora, questa incredibile storia assumerebbe davvero il contorno della leggenda.