“La caduta dei giganti”. L’eliminazione del Real Madrid dalla Champions League per mano di un Ajax fantascientifico può essere riassunto tramite il titolo del celebre romanzo di Follet. E, in effetti, l’impresa olandese è già una pagina importante di storia del calcio. Era dal 13 maggio 2015, quando la Juve estromise i Galacticos dalla “Coppa”, che nessuno ribadiva una simile impresa. Tutto questo ha regalato emozioni particolari, sensazioni diverse dal passato. Senza volere privarci di tali meraviglie, è forse giunta l’ora di modificare il format della Champions League e, di conseguenza, degli altri tornei.

Già da tempo si parla di una Superlega Europea che potrebbe essere introdotta dal 2024. Il progetto è ancora in fase embrionale e se ne saprà di più dai prossimi anni. Anche in quest’ottica, il Comitato Esecutivo dell’Uefa ha già approvato la nascita dell’EL2. Questa competizione dovrebbe aprire i battenti dal 2021 affiancando Champions ed Europa League. Si potrebbe giocare nel corso del giovedì pomeriggio e vi parteciperanno coloro che nei campionati nazionali giungeranno nelle posizioni di classifica immediatamente successive a quelle che garantiscono l’accesso ai più celebri tornei.

Insomma, qualcosa si sta muovendo. Detto questo, si sente la necessità di vivere più sovente serate come quella di ieri. Si vuole assistere con maggiore continuità a “notti di sogni, di coppe e di campioni”. Proprio in quest’ottica si rende necessario aumentare gli spazi dedicati ai tornei continentali riducendo, di conseguenza, il numero di gare dei campionati nazionali. In un mondo ormai globalizzato come quello attuale appare semplice realizzare un simile progetto e concedere a metropoli come Londra, Parigi, Madrid, Amsterdam, Barcellona, Roma, Milano, Torino… di sfidarsi con maggiore continuità.

Non ne gioverebbe solo lo spettacolo, ma pure la competitività. Con tornei nazionali composti da 20 squadre, il divario tra le prime della classe e le ultime è ormai troppo elevato e vi sono alcune sfide scontate che non regalano più emozioni. In Italia, per esempio, la Juventus ha quasi vinto lo Scudetto all’inizio di marzo. E’ chiaro che aumentando il numero dei match contro compagini di elevata qualità, il valore della squadra crescerebbe in modo proporzionale.

Occorre evitare, poi, che un club con milioni di tifosi come il Real Madrid, a meno di un clamoroso harakiri che la esporrebbe pure a una discesa nella Liga tale da levarle la qualificazione alla prossima Champions, possa considerare praticamente già conclusa la propria annata nei primi giorni di marzo. Proprio a tal fine servirebbe una Superlega Europea che avesse un meccanismo meno crudele e, si potrebbe persino giungere ad affermare, più meritocratico rispetto a quello attuale. Con 4 turni ad eliminazione diretta, il dettaglio diventa troppo importante per decidere le sorti di una squadra. Fortunatamente, l’introduzione del Var sta limitando le sviste arbitrali, ma errare è umano e una serata storta dei direttori di gara può sancire l’eliminazione dal torneo. Così la fortuna può divenire un fattore determinate.

Allora, potrebbe essere utile una riduzione del numero delle squadre nei massimi campionati nazionali lasciando viva la partecipazione dei top club a questi tornei muniti di retrocessioni e promozioni. In tal modo, alcune “piazze di provincia” potrebbero avere ancora l’onore di sfidare le grandi e di accoglierle nei propri impianti davanti al loro pubblico. Accanto a questo, però, sarebbe entusiasmante se si potesse creare un torneo dove le magnifiche del calcio europeo potessero essere suddivise in 2 gruppi. All’interno di tali gironi si potrebbero effettuare gare di andata e ritorno che fornirebbero l’accesso alle semifinali dalle quali emergerebbero le finaliste.

Così, finalmente, si vivrebbe davvero un calcio più europeo…