Da sempre sono un convinto estimatore di Chala. Il rendimento del turco è stato a lungo insoddisfacente, ma ciò è stato causato dal fatto che il giocatore è stato molto raramente impegnato nel suo ruolo. Chala deve giocare sulla trequarti al centro dietro le punte, libero di scegliere dove infilarsi o chi servire, ma comunque abbastanza vicino all'area avversaria per poter battere a rete con i suoi tiri diabolici. Gattuso lo schierò in quel ruolo per 2 partite di seguito a cavallo fra novembre e dicembre 2018: Milan vs. Dudelange 5-2 e Milan vs. Parma 2-1. Chala segnò una doppietta nel primo match e un gol nel secondo, dimostrandosi devastante, ma Gattuso, pur avendone molta stima (gli ha sempre dato molto spazio) non proseguì per quella via. In generale, il ragazzo è stato quasi sempre schierato sulla fascia sinistra o terzo centrocampista, ruoli in cui le distanze dalla porta avversaria, per motivi diversi, si allungavano. Dal momento in cui Pioli, finalmente, lo ha schierato nel ruolo giusto, soprattutto nel periodo post-lockdown, il giocatore ha iniziato ad andare alla grande, ma a questo punto è sorto il problema del rinnovo contrattuale. Infatti, a causa del rendimento altalenante nel periodo che va dal 2017 a febbraio 2020, i tifosi avevano preso a considerare Chala un peso e anche la società non era convinta che fosse necessario rinnovare il contratto, per cui si è giunti a un anno dalla fine del rapporto, senza alcun accordo per proseguirlo. A questo punto, è spuntato fuore tale Gordon Stipic, nuovo procuratore di Chala, a battere cassa per il suo assistito.

La società è arrivata a offrire 3,5 milioni di euro netti annui più alcuni bonus, una bella cifra, considerato che il giocatore si posiziona nella parte alta della fascia media dei calciatori, ma sempre in fascia media. La richiesta di Stipic si assesta intorno ai 7 milioni di euro, ma anche a scendere fino a 6, costituisce una richiesta senza senso per un giocatore del calibro del turco, anche se a fine contratto. Non so quante società nel mondo, anche ricche, sarebbero disposte ad accordarsi con Stipic a quelle cifre per Chala, in quanto se è vero che il cartellino è gratis, gli altri giocatori dello stesso livello, la maggior parte, si metterebbero in fila per chiedere gli stessi soldi o cifre paragonabili, generando un effetto domino destabilizzante. A maggior ragione non può permettersi tale lusso il Milan, devastato dalla gestione Fassone-Mirabelli e d certo non rimesso in sesto da Leonardo. Perché, dunque, Chala detta tramite procuratore certe condizioni? Le ipotesi possono essere le seguenti:

1) Stipic intende portare a tutti i costi il suo assistito in un altra società e ha sparato cifre folli solo per arrivare alla rottura; il nuovo club non coprirà d'oro Chala che, tuttavia, non è molto convinto che l'attuale momento rossonero duri, e preferisce andare in altri club;

2) Stipic e Chala hanno messo in piedi un colossale bluff per spennare il pollo rossonero, che pollo non è, visto che non sta abboccando, per cui si sono infilati in un vicolo cieco dal quale, fra qualche tempo, potrebbero uscirne con le ossa rotte ovvero con un "Signor Stipic, abbiamo già trovato un sostituto del suo assistito, quindi l'offerta precedente non è più valida e, pur dispiaciuti di rinunciare alle prestazioni di un calciatore che stimiamo, le comunichiamo che Chala è libero di cercare un'altra destinazione.".

Entrambe le ipotesi spiegherebbero il calo di rendimento che Chala ha mostrato nelle ultime partite. Nel primo caso non avrebbe più stimoli in rossonero, avendo già il contratto altrove. Nella seconda ipotesi sarebbe nervoso, perché se facesse marcia indietro, svelerebbe il bluff, ma proseguendo così, rischierebbe di levare le tende. E' un pasticcio, perché nel primo caso il Milan dovrebbe farsi una ragione dell'addio del giocatore, mentre nel secondo caso un po' di diplomazia darebbe a Stipic e Chala un'onorevole via di uscita. Non sapendo però quale delle ipotesi sia fondata, si rischia di dare per perso un giocatore che, in fondo, vuole rimanere oppure di perdere tempo prezioso a trattare con chi ti ha già fatto cippirimerlo. Visto che ci siamo, Szoboszlai sembra un profilo di successore molto interessante, anche quanto a clausola rescissoria, e poi si potrebbe rimandare la soluzione del problema Diaz, proponendo un prolungamento del prestito al Real.

Arriviamo a Pobega, caso che presenta qualche aspetto preoccupante, anche se non tutti lo hanno colto o, in fondo, non vogliono coglierlo. E' verissimo quanto scritto e sostenuto, cioè che, almeno dal punto di vista formale, il Milan è in una botte di ferro. La società spezzina ha un diritto di riscatto, compensato da un diritto di controriscatto che permetterebbe al Milan di non perdere Pobega riconoscendo ai liguri quello che sarebbe un premio di valorizzazione. Tutto sacrosantamente bello, ma solo in teoria, perché in pratica si potrebbe registrare un nuvo caso Cristante o, soprattutto, Locatelli. Come mai? Per alcune ragioni che esporrò qui di seguito.

Pobega era tornato al Milan reduce da un intero campionato nel Pordenone in quella serie B che, seppure non all'altezza della seria A, è comunque un campionato risaputamente duro e formativo per un calciatore, quindi Pobega non aveva più bisogno di farsi le ossa. Durante la preparazione e finché è rimasto in rossonero, è stato raramente preso in considerazione, anche nelle amichevoli, come se il reparto fosse in esubero e, alla fine, è stato ceduto allo Spezia. Effettuata la cessione, tuttavia, non è passato molto tempo che Pioli facesse sapere alla società di aver bisogno di un centrocampista, segno quindi che il posto c'era e che, se il ragazzo aveva bisogno di giocare in A, la possibilità di farlo si trovava. Consideriamo anche quanto detto da Massimo Moratti in un'intervista di qualche tempo fa sulla cessione di Pirlo. L'ex-presidente nerazzurro ha confessato che, quando un giocatore inizia a essere mandato in giro stabilmente, anche se ufficialmente lo si vuole far giocare, in qualche maniera non lo si considera più nel progetto. E consideriamo anche la provenienza di Pobega, il settore giovanile, cosa che lo rende una possibile fonte di plusvalenza.

Arriviamo al punto: pur essendo, lo ripeto, verissimo che il Milan ha il pieno controllo del cartellino di Pobega e questo non lo contesto, siamo davvero certi che la società lo consideri un giocatore su cui puntare e che il diritto di recompra non sia una maniera per far sì che siano i rossoneri, non lo Spezia, a rivenderlo per fare cassa? Del resto, Pobega ha avuto una partenza bruciante in Liguria, ma come accade a molti giocatori, potrebbe rallentare la sua crescita e rivelarsi più utile come cartellino da monetizzare. In questo caso saremmo, però, a tutti gli effetti di fronte a un altro caso Cristante (la cui cessione fruttò 6 milioni per l'acquisto di Bonaventura) o Locatelli, proprio ciò che tutti sostengono non possa accadere.

Quanto esposto in precedenza ci dice, in buona sostanza, che Chala è, al momento, una margherita da sfogliare "Chala sì... Chala no... mi ama... non mi ama... ecc.", mentre Pobega è un , dietro cui non è difficile intuire il rischio che diventi un no, sia pure con un introito monetario buono per le esigenze del momento. Il futuro, sempre il maledetto futuro, potrà dirci come stanno le cose.