La trattativa per la cessione del Genoa sembra essere arrivata al capitolo finale, con la definizione del giorno per la chiusura (o come va tanto di moda dire ora, il closing): la data prescelta dovrebbe essere quella del 24 agosto 2017.

Il presidente Preziosi ha quasi raggiunto il suo obiettivo in questo mercato, ossia quello di creare un utile dalle cessioni di giocatori di 25 milioni di euro circa, manca forse ancora una vendita eccellente dopo quella di Simeone ed il nome di Laxalt a questo punto sembra il più papabile; vero è, però, che per l'esterno uruguagio non è ancora arrivata un'offerta reale, né dall'Atalanta né dalla Fiorentina, come invece si vocifera da più parti.
Probabilmente qualcosa succederà negli ultimi giorni del mercato, al solito.

Raggiunta tale cifra (che sarà una sorta di buona uscita per Preziosi) il patron si riterrà soddisfatto, d'accordo con la nuova proprietà per poter definire la cessione totale del Genoa CFC.

I nuovi proprietari dunque saranno capitanati da Giulio Gallazzi, 53enne bolognese, a capo di varie finanziarie tra cui la più importante è SRI Group. Uomo di finanza da sempre, con importanti incarichi in Carige nel consiglio di amministrazione ed in passato nel consiglio di amministrazione di Ansaldo STS. Ha tentato nel recente passato di acquisire in partnership il Bologna Calcio e, non confermato, pare fosse interessato anche al Livorno Calcio di Aldo Spinelli.

Presidente dovrebbe essere Beniamino Anselmi, 75enne piacentino, anche lui grande esperto del mondo bancario e finanziario in genere. Uomo di fiducia dell'imprenditore genovese Malacalza, da sempre ha operato come businessman all'interno di grandi aziende e società di prim'ordine.

Nel cda dovrebbe figurare anche la bandiera rossoblù Stefano Eranio, probabilmente come vicepresidente se Gallazzi dovesse essere amministratore delegato.
Tutto bene, ma i soldi da dove provengono? Questo è il leitmotiv che si sente ripetere da qualche tempo e al momento non ha ancora trovato risposta ufficiale. Le ultime indiscrezioni parlavano di Singapore Port Authority, smentite ufficiali non ce ne sono state da parte del colosso dei bacini portuali asiatici.

Non resta che attendere solo 6 giorni, dopo così tanta attesa forse è arrivato il momento tanto voluto della fumata bianca e della chiarezza definitiva su questa operazione. 
Sperando però di non cadere dalla padella alla brace.