La storia tra Higuain e la Juve sembra essere giunta ad un punto forse di "non ritorno" (in tutti i sensi).
Come in tutti i legami, le "colpe" sono da imputare ad entrambe le parti in causa.

Mi spiego meglio: ho la netta sensazione, e credo di non essere il solo, che l'acquisto di Higuain nel 2016 sia stato basato più sull'idea di indebolire il Napoli e non su un progetto tecnico. 
A peggiorare le cose, dopo aver offerto un contratto quinquennale ad Higuain, con ovvi oneri pluriennali a bilancio, dopo due anni si mette sotto contratto CR7 senza avere un'idea precisa su come procedere con Higuain.
Gli effetti di questa gestione avventata sono sotto gli occhi di tutti: Higuain dopo un anno di "esilio" torna alla Juve e non vuole saperne di essere di nuovo ceduto e gli azionisti devono ricorrere ad un aumento di capitale per evitare "tensioni finanziarie" (cit. John Elkann).

Attualmente, causa Coronavirus e problemi familiari, Higuain è tornato in Argentina e non sembra troppo intenzionato a rientrare a Torino.
Dovesse essere questo lo scenario definitivo, la Juve, in caso di mancata cessione di Higuain ad altra squadra (River Plate o qualcuna della MLS), dovrebbe sperare di giungere alla rescissione del contratto; in questo caso a bilancio avrebbe una minusvalenza di circa tre milioni di euro (differenza tra il risparmio di circa 15 milioni tra stipendio e contributi e il valore residuo a bilancio di circa 18 milioni).

Se, invece, la Juve lo fa rientrare in Italia, c'è comunque il rischio di trovarsi un "separato in casa", con ovvi problemi di bilancio e di liquidità, oltre che di spogliatoio.