Si racconta, che un tempo, lontano, c'era il Milan degli olandesi, che faceva tremare il mondo, c'era l'Inter del triplete, c'era la Juventus di Platini, il Napoli di Maradona, la Roma di Falcao e Conti, c'era la Nazionale di Tardelli e la Nazionale di Pirlo. La Champions League, che è la massima competizione europea se non mondiale del calcio che conta ha evidenziato, ancora una volta, quanto limitato è il calcio italiano. E' caduto il mito del CR7 uomo Champions. Voleva dimostrare al mondo intero che lui avrebbe vinto la Champions con chiunque. Così non è stato. E' caduta la Juve, la squadra che da otto anni domina una SerieA più vicina ad essere imbarazzante che emozionante per quanto succede al vertice. 

Cadono le altre italiane nella Champions. E soprattutto cadono esprimendo un gioco che è lontano anni luce da quello fenomenale dell'Ajax, del Liverpool, del Barcellona. Anche il Tottenham è stato superlativo. Perchè sono squadre che giocano a calcio. Si divertono e fanno divertire. 

Il calcio italiano si è perso nel nulla. Non è più una scuola, non è più un punto di riferimento, è rimasto vivo ma non per molto, perchè i ricambi non ci sono, solo il mercato di qualche allenatore, ma che non allena all'italiana, per vincere, ma all'europea.

Questo è il punto. C'era una volta il calcio italiano. Non solo perchè c'erano i grandi nomi, da Ronaldo, il brasiliano a Maradona, nomi non alla fine della loro carriera, come CR7, ma all'apice del loro successo o sul punto di esplodere. C'era una scuola di calcio italiano, che non era solo catenaccio, c'era un mix tra tatticismo e gioco. 

Oggi, il calcio italiano, è una sorta di UFO. Oggetto non identificato, senza alcuna anima, senza spirito, senza identità.