Al West Ham si sta scatenando una vera e propria caccia agli spettri. Uno dei club storici più importanti d'Inghilterra come gli Hammers sembra essersi smarrito nella propria ombra. Colpa dei giocatori, della dirigenza o dell'allenatore? Ciò che sta succedendo da 2 anni in questo club ha del paranormale, ma forse tutto è cambiato da quel famoso 10 maggio 2016. Sì, perchè quel giorno la città di Londra si tingeva di amaranto allo scopo di abbracciare per l'ultima volta il tempio degli Hammers, Upton Park. La casa del West Ham, nota anche come Boleyn Ground, sorgeva in passato a fianco di un castello particolare, il Boleyn Castle, nel quale soggiornava Anna Bolena, la seconda moglie di Enrico VIII.
Basta poco per capire l'importanza di questo stadio e il suo fascino. In quella notte gli uomini dell'ex tecnico Bilic affrontavano il Manchester United, uno dei club più importanti d'Inghilterra, per blasone e ricchezza. Insomma, una serata di gala che i tifosi della squadra di casa non dimenticheranno facilmente. Forse per la prima volta, al termine di quel rocambolesco 3-2, si potevano notare sugli spalti le lacrime di commozione che scendevano dagli occhi dei tifosi come fontane nordiche. E poi, al termine della premiazione  in onore delle glorie del West Ham, ecco che il senso dell'abbandono si faceva sentire nell'anima di giocatori e tifosi. Di lì il ricordo, perchè quello non verra mai a mancare.
E allora, durante la demolizione di Upton Park, non mancavano ragazzini che prima di andare a scuola la mattina si fermavano di fronte alla loro vecchia casa, per ricordare, ma soprattutto per non abbandonare. Balenava nello sfondo grigio britannico la famosa canzone dei "The Clash" intitolata "Should i stay or Should i go?"Andare via o restare? I tifosi sarebbero voluti restare nel tempio degli Hammers, ma i nuovi affari economici e le esigenze della società imponevano un cambiamento drastico ed è per questo che nel giro di pochi mesi si è avuto il tanto agognato trasloco, da Upton Park all'Olympic Stadium. Spesso i viaggi insegnano perchè aiutano a captare usanze particolari e a conoscere se stessi, ma non possiamo dire così se si pensa all'impatto che ha avuto l'Olympic Stadium su squadra e tifosi; uno stadio che sembra appartenere ad un qualunque paese fuorchè l'Inghilterra in virtù della sua forma circolare, tipica degli stadi orientali.
I tifosi del West Ham, viste le difficoltà della squadra ad ottenere risultati non solo si limitano a criticare la dirigenza e l'allenatore, ma anche chi ha deciso di abbandonare Upton Park per tuffarsi in questa nuova avventura, che sembra più una strada senza sfondo che un progetto a lungo termine. Probabilmente se riuscissimo ad intervistare un bambino degli Hammers l'argomento stadio verrebbe fuori sicuramente e tra mercato e voglia di fare la domanda sorge spontanea: che cosa sta succedendo in questa squadra? Persino giocatori esperti come Hart, Zabaleta e Chicharito Hernandez non sono riusciti a rendere al meglio; di chi è la colpa? Sarebbe fiabesco attribuire la responsabilità delle sconfitte alla questione stadio, ma, almeno a livello di immaginazione, la notte sui resti del campo di Upton Park danzeranno gli spiriti che non dimenticano, per non essere a loro volta scordati. Il detto dice che tra il dire e il fare c'è di mezzo il male, ma in questo caso tra Upton Park e l'Olympic Stadium ci sono di mezzo numerose sconfitte. Probabilmente se ai tifosi degli Hammers venisse chiesto di fare un film dell'orrore il titolo sarebbe il seguente: "La maledizione di Upton Park". Quel che è certo è che i tifosi del West Ham continueranno a sostenere la squadra sempre e comunque.
Lo dice la storia del cub e poi in fondo a chi non piace cantare la classica "I'm forever blowing bubbles"?