Vi avverto subito che sono felicissimo e continuo a cantare una specie di mantra: "André Silva se ne va se ne va se ne va... André Silva se ne va se ne va se ne va...". L'ho già fatto un'altra volta, nel lontano 1984, quando i rossoneri si liberarono di Luther Blissett rivendendolo al Watford per la metà del prezzo pagato un anno prima. Luther Blissett era un bravissimo ragazzo, così come lo è André Silva, gente da far sposare alle figlie senza esitazioni, ma il calcio è un'altra cosa. E parlando di André Silva, temevo che, alla ripresa della stagione, l'Eintracht di Francoforte si accorgesse che il portoghese è come quelle tempeste nel Triangolo delle Bermude, che si scatenano improvvise e, dopo aver travolto tutto, tornano repentine in letargo. Ora, quando André tornerà a dormire sonni tranquilli, non sarà più affare del Milan, per fortuna.

La cessione del giovanotto portoghese prelude all'acquisto di Ante Tonino Rebic da parte dei rossoneri, per cui i commentatori viola stanno innalzando epinici di vittoria, immaginando fiumi di soldi in arrivo nelle casse della società gigliata. L'Eintracht di Francoforte, infatti, dovrà versare alla Fiorentina metà dei soldi incassati dal Milan. Fossi in loro, però, aspetterei l'annuncio ufficiale con le cifre, perché pare che André Silva sia passato al club tedesco per circa 9 milioni di euro. Se così fosse, non credo che la cifra spesa dal Milan per Rebic possa essere molto diversa, altrimenti non si comprenderebbe dove sia la convenienza rossonera. Quindi, al posto del fiume di denaro, la Fiorentina vedrebbe venir giù dalla montagna un più modesto rigagnolo. Nel caso, si tratterebe di normali incerti del calciomercato, come pretendere 110 milioni di euro per Milenkovic e Chiesa, ma poi vederseli rimanere in rosa col muso lungo. Chi pensa che i giocatori siano come assegni circolari da mettere all'incasso, sbaglia alla grande.

Il Milan, d'altro canto, ha i suoi motivi per non ridere, in quanto c'è la grana Gianluigi Donnarumma da risolvere. Raiola chiede 10 milioni netti all'anno per il suo assistito e, ovviamente, laute commissioni per le proprie prestazioni professionali. I tifosi sono in fermento e continuano a ripetere, come ipnotizzati, che se Donnarumma ci tenesse al Milan, firmerebbe per meno. Un ragionamento edificante, da Libro Cuore, che nasce dalla panzana diffusa tre anni fa, secondo cui il ragazzo avrebbe rinnovato di nascosto, all'insaputa di Raiola, uscito a fumare la classica sigaretta. E voi ci credete? Oh anime tenere! In quel momento, con il pessimo europeo under-21 disputato da Gigio, nessuno offriva più del Milan e il ragazzo firmò con la benedizione di Raiola. Ora Donnarumma ha più mercato e Raiola ne approfitta, anche se l'acquisto di Tatarusanu, potrebbe far pensare a un messaggio dei rossoneri. Il Milan, in sostanza, avrebbe un'alternativa a Donnarumma, esperta e per giunta meno costosa di Pepe Reina, ormai ceduto. Quantomeno, sembrerebbe quello che i rossoneri vorrebbero far credere.  Anche questa sarebbe, se vogliamo, una delle ordinarie schermaglie del calciomercato.

Rebic e Donnarumma sono un po' come Bibì e Bibò, personaggi di un vecchio fumetto del Corriere dei Piccoli. C'è, però, anche il capitan Coccoricò, altro personaggio di quel fumetto, anzi il capitan Bakayokò, cui il Chelsea non ha assegnato un numero di maglia, ma per il quale continua a creare ostacoli sul trasferimento in rossonero. Sembrerebbe un'incongruenza, ma non lo è, in quanto i londinesi non vogliono arrivare a un anno dalla scadenza del contratto di Baka, senza averlo venduto. C'è il Chrystal Palace che punta al giocatore e, almeno immaginiamo, dovrebbe essere disposto a scucire un prezzo valido, oggi e sull'unghia, mentre il Milan insiste sul prestito. Se consideriamo, poi, che il Milan non ha mai acquistato un giocatore dai londinesi dopo averlo avuto il prestito (Crespo, Sheva, Pasalic e lo stesso Bakayoko un anno fa), possiamo immaginare con quanta gioia il Chelsea percorrerebbe questa strada. Ma è il calciomercato, bellezze, direbbe Humphrey Bogart, e non potete farci niente. Non è un luogo per tenere mammolette, ma una giungla selvaggia per vecchi marpioni sgamati e con un pelo sullo stomaco che si staglia verso il cielo alto come una sequoia. Godetevela, quindi, questa giungla, con tutti i suoi intrecci, dispetti e ripicche.