Antonio Cassano e le "Cassanate": ne abbiamo sentite tante in questi anni sulle avventure di Fantantonio e sulle sue sparate sopra le righe. L'ultima è arrivata nelle ultime ore dal salotto di Tiki Taka nel corso del quale, a proposito del nuovo modulo adottato da Sarri e di Dybala, ha detto: "Se la Juve punterà su di lui rischia di non vincere nulla". E la cosa ha fatto subito rumore, anche se poi quasi tutti nel verificarne l’origine hanno finito per concludere che è la solita Cassanata.

Ma questa volta la sparata potrebbe aver colpito nel segno nel senso che potrebbe aver rivelato una verità o la verità sul valore di Dybala, e sull’eventuale conseguenza in termini di competitività della squadra bianconera che sembra intenzionata, secondo le intenzioni di Maurizio Sarri, a puntare sulla Joya sia come trequartista in alternativa a Ramsey nel 4-3-1-2 e sia come partner di CR7 nel canonico 4-3-3. Infatti il tecnico bianconero ha tenuto a precisare che Dybala nel corso dell'anno avrà molto spazio e che come posizione in campo lo vede più avanti (4 o 5 metri più avanti) di come ha giocato nella partita vinta contro il Brescia, dove l’argentino ha giocato da seconda punta; per cui secondo il Sarri-pensiero dovrebbe giostrare da prima punta.

Personalmente non sono mai stato tenero con Cassano, anzi spesso l’ho criticato perché credo, senza timore di smentita, che abbia sperperato un talento immenso e che avrebbe potuto incidere fortemente sulla storia mondiale del calcio di tutti i tempi; ma al di là di questo, su quanto dichiarato sul nuovo modulo della Juve e sul valore di Dybala sono assolutamente d'accordo con lui. Quasi tutta la critica ha elogiato la prestazione di Dybala nella gara col Brescia; addirittura c'è chi gli ha assegnato la palma del migliore in campo e lo stesso Maurizio Sarri, come ho ricordato sopra ne ha tessuto le lodi. Il tecnico bianconero lo vede come falso nueve e con lui pensa di poter rinverdire i fasti conseguiti con Mertens nel Napoli. D'altronde questa è una sorta di peculiarità di Sarri, vale a dire quella di inventare nuovi ruoli e di esaltare le qualità di quei giocatori che sono ancora poco conosciuti e reclamizzati.

Ma Dybala non è Mertens; non ne ha le caratteristiche fisiche nel senso che non dispone dello scatto e della velocità del giocatore napoletano; inoltre La Joya argentina a livello tattico è sicuramente meno bravo dell’attaccante belga. Dybala è un giocatore relativamente lento che dispone di classe straordinaria, ma che fisicamente, per morfologia e struttura, non può fare la prima punta perché non è in grado di andare a fare a sportellate in area di rigore con i difensori avversari. Dybala è un esteta del calcio, è innamorato del pallone come tutti i sudamericani, e gli piace portare a spasso la palla; difficilmente lo vedrete passare il pallone al volo o di prima intenzione ad un suo compagno di squadra .Non sarà mai un grande centravanti, per caratteristiche fisiche e anche caratteriali, perché per essere un grande attaccante e un grande goleador bisogna avere "l'istinto assassino", e lui questo istinto non lo possiede.

La Joya è un grande giocatore e può diventare un fuoriclasse assoluto lontano dall'area di rigore, distante dall'ansito cattivo dei difensori che presidiano gli ultimi sedici metri; può essere un grande trequartista se mentalmente e caratterialmente accetterà di esserlo. Perché lui, forse per colpa anche della grancassa mediatica che ne ha magnificato le virtù dopo Palermo e in questi ultimi anni bianconeri, ha creduto e forse ancora crede di essere un grande finalizzatore. Max Allegri, che è stato il primo a capire le sue caratteristiche, lo aveva inventato come tuttocampista, un ruolo inedito per il calcio ma assolutamente calzante per La Joya, perché ne sfruttava appieno la grande predisposizione alla corsa e ne metteva in vetrina, lontano dai morsi dei marcatori d'area, la classe cristallina che madre natura gli ha donato. Per carità il tempo, come al solito, ci fornirà tutte le verità. Ma se fossi al posto di Maurizio Sarri seguirei il consiglio, per una volta, una volta sola, di Cassano; a volte le Cassanate oltre a far ridere possono rivelare, come in questo caso, anche una grande verità.