Un vero e proprio terremoto ha scosso, in queste ultime settimane, la Juventus e il calcio italiano in generale infatti è letteralmente esplosa la notizia che la società bianconera, insieme a tanti altri club di serie A di cui ancora non si conoscono i dettagli, sarebbe indagata dagli inquirenti, in quella che è stata denominata inchiesta “Prisma”. Il “reato” contestato farebbe riferimento alle plusvalenze fittizie perpetrate attraverso la compravendita di calciatori con la conseguente aggravante della falsificazione dei bilanci, comunicazione distorte di informazioni agli azionisti e per finire emissione di fatture e documentazione false. In particolare sarebbero 42 le operazioni sotto la lente d’ingrandimento dei pm e della guardia di finanza oltre che della giustizia sportiva risalenti al triennio 2018 -2021, per un valore complessivo di 282 milioni di euro. Una Juventus dunque che oltre agli evidenti problemi mostrati sul campo, visti gli scarsi risultati maturati sin qui, si ritrova ad affrontare delle questioni extracalcio ben più gravi del previsto. Uno “scandalo” che coinvolgerebbe ad ampio raggio tutti i vertici dirigenziali bianconeri, fatta eccezione al momento per il neo Ad Maurizio Arrivabene, anche se interrogato come testimone, compresi il presidente Andrea Agnelli, Pavel Nedved, Fabio Paratici, ora al Tottenham, il neo Ds Federico Cherubini, già ascoltato dai pm per 10 ore di interrogatorio preliminare in qualità di persona informata sui fatti, ed altri ex dirigenti che al momento si sono avvalsi della facoltà di non rispondere alle domande dei pm. Prima di entrare nei meriti dell’indagine e soprattutto degli ipotetici illeciti commessi dalla società bianconera è necessario fare chiarezza sui determinati aspetti economici a cui fa riferimento la procura in modo tale da comprendere il meccanismo che “tutte” le squadre adoperano, in Italia e non solo, per ottenere le cosiddette plusvalenze.

COSA SONO LE PLUSVALENZE E GLI AMMORTAMENTI

Chiaramente il mio intento non è quello di dare delle lezioni di economia, ci mancherebbe altro, ma credo che sia assolutamente necessario fare chiarezza su determinate tipologie di operazioni contabili, interconnesse tra loro, per evitare di andare incontro a facili giudizi o a luoghi comuni senza capirne il vero svolgimento ne il significato anche se mi rendo conto che non sono argomenti di facile trattazione. È importante, a mio avviso, conoscere un’altra tipologia di procedimento contabile estremamente collegata alle plusvalenze: gli ammortamenti. L’ammortamento si può definire come quel procedimento tecnico contabile con il quale un bene, in questo caso i calciatori, e il relativo costo sostenuto, il cartellino, possono essere ripartiti in più esercizi con l’attribuzione di quote di costo, in base alla vita utile del bene stesso parametrato dalla lunghezza del contratto che il calciatore ha stipulato con la società. Gli elementi come base di valutazione del bene, il calciatore, sono sostanzialmente due il costo storico, cartellino in fase d’acquisto, e il relativo fondo ammortamento che contiene la quota di costo già ammortizzata nel tempo. La differenza tra i due elementi darà il valore residuo, attuale, del bene in questo caso inteso come l’eventuale base di partenza per il prezzo di cessione del cartellino del giocatore qualora venisse venduto. Quindi facciamo un esempio pratico Ronaldo è costato alla Juventus 100 Milioni di euro nel 2018 firmando un contratto di 4 anni; per capire, grossomodo, come si è registrata una minusvalenza, dopo la sua cessione in estate, in base al ragionamento precedente è semplicissimo.

Basta dividere i cento milioni per i 4 anni di contratto e si ottiene la relativa quota di costo da ammortizzare, venticinque milioni l’anno, riportandola all’interno del fondo ammortamento in base alle annualità trascorse. Ronaldo è rimasto alla Juventus fino al 2021 di conseguenza il suo costo non si è interamente ammortizzato, quindi il suo valore residuo a bilancio era di  circa 25 milioni. La Juventus, a questo punto, per ottenere una plusvalenza avrebbe dovuto cedere Ronaldo ad un valore superiore ai 25 milioni riportati in bilancio ma così non è stato, infatti il portoghese è stato ceduto al Manchester United per circa 15 milioni più 8 di bonus realizzando una minusvalenza che si ottiene dalla seguente operazione contabile:

Cifre approssimative

Costo storico 100 milioni – fondo ammortamento 75 (25+25+25) = 25 milioni valore residuo attuale del calciatore.

Minusvalenza: Prezzo di cessione 15 – Valore attuale 25 = -10 milioni (bonus esclusi poiché non vengono immediatamente riscossi).

Da come si può facilmente evincere, le plusvalenze “fittizie” non scaturiscono, propriamente, da questo tipologia di operazioni infatti, a parte qualche grande trattativa, nel mirino degli inquirenti ci sarebbero finite una serie di trasferimenti minori relativi a giocatori provenienti dal settore giovanile per cui non viene sostenuto alcun costo per il cartellino. Infatti per tutte le tipologie di calciatori, a maggior ragione per i prodotti del vivaio, non essendoci ad oggi un parametro tecnico – scientifico di paragone per quantificarne le cifre esatte, diventa assolutamente semplice, tramite questo meccanismo, ottenere plusvalenze da riportare in bilancio ripianando così un elevato numero di perdite. Per farla breve le plusvalenze si dividono in tre tipologie:

Plusvalenze da cessione di cui già abbiamo ampiamente parlato

Plusvalenze a specchio: sono quelle operazioni che vengono fuori dallo scambio di calciatori a cui viene attribuito lo stesso valore

Plusvalenze da scambio: sono quelle operazioni che vengono ottenute attraverso lo scambio di calciatori ma valutati a cifre differenti.

I PRECEDENTI E I POSSIBILI RISCHI PER LA JUVENTUS

Nel calcio italiano si cominciò a parlare per la prima volta di plusvalenze fittizie verso la fine del 2002 quando a tal proposito venne coniato un termine specifico per via delle numerose denunce fatte alla magistratura e alla giustizia sportiva dall’ex patron del Bologna Giuseppe Gazzoni Frascara, che lo definì un vero e proprio fenomeno di “doping amministrativo”. Dopo quelle denunce in effetti le inchieste penali su questo tema, in quegli anni, caddero a pioggia infatti nelle sedi dei tantissimi club di serie A e B,tra la fine del 2003 e gli inizi del 2004, cominciarono con l'essere eseguite un alto numero di perquisizioni a tappeto per verificare, tra la documentazione detenuta dalle varie società, la regolarità delle trattative, le cifre sostenute per acquistare i cartellini e soprattutto la veridicità dei bilanci societari. I risultati di queste indagini, tuttavia, non sortirono gli effetti sperati ma anzi furono piuttosto velleitari, soprattutto con l’introduzione nel 2002 da parte del governo Berlusconi,di due rilevanti decreti legge che influenzarono, notevolmente, anche il mondo del calcio. Infatti il dl.61 andava fortemente a depenalizzare la maggior parte delle situazioni di falso in bilancio mentre la vera “manna dal cielo” fu il d. l. 282, meglio conosciuto come “decreto salva-calcio”,che permise di «spalmare» contabilmente su 10 anni le svalutazioni dei giocatori e i relativi debiti a tantissime squadre con enormi buchi di bilancio, ad esclusione proprio della Juventus che fu una delle poche a non avvalersene.

Ma tornando al discorso delle plusvalenze gonfiate uno dei primissimi casi accertati fu quello avvenuto tra Milan e Inter che le vide protagoniste, tra il 2000 e il 2004, di numerosi scambi di calciatori non solo affermati ma soprattutto di giovani prospetti dei vivai mai giunti alla ribalta della cronaca calcistica. Nonostante la gran cassa di risonanza mediatica che ha avuto l’indagine della procura nel 2008, i dirigenti e i club vennero prosciolti, da un punto di vista penale, da ogni accusa poiché il fatto non sussisteva in quanto le plusvalenze “gonfiate” non potevano essere considerate reato in mancanza di un ragionevole parametro tecnico – scientifico atto a valutare i prezzi dei calciatori sul mercato. Così nel febbraio dello stesso anno stavolta è la giustizia sportiva, ad intervenire per deferire Milan e Inter rei, secondo l’accusa,di avere iscritto a bilancio, negli anni 2003 e 2004, una: “abnorme e strumentale valutazione” di alcuni calciatori. Ma già l’inchiesta della giustizia sportiva rischiava di partire mozzata sin dall’inizio visto il proscioglimento dei diretti interessati a livello penale e infatti Inter e Milan, per evitare sanzioni esemplari decisero di venirsi incontro con una vera e propria sorta di patteggiamento che permise di chiudere tutta la vicenda senza evidenti danni “collaterali”. Milan e Inter dunque concordarono con la giustizia sportiva il pagamento di un’ammenda di 90000 euro a testa oltre a sanzioni di dimensioni ridotte per tutti i dirigenti indagati, 60000 euro per Adriano Galliani e altri 60000 euro ripartiti ai 4 dirigenti dell’Inter tra cui spiccava il nome di Lele Oriali, concludendo il tutto a “tarallucci e vino”. A questo punto una domanda sorge spontanea cosa andrebbe a rischiare veramente la Juventus con i suoi dirigenti?

I reati sarebbero valutati su due fronti, uno penale e l’altro squisitamente sportivo. Dal punto di vista penale non credo ad un proscioglimento totale come nei precedenti casi qualora venissero provati i reati contestati in quanto la società bianconera è quotata in borsa mentre dal punto di vista sportivo i rischi sarebbero due uno meno grave come accaduto al caso Chievo del 2018 che ha ricevuto soltanto tre punti di penalizzazione e la condanna al pagamento di un’ammenda e uno più grave, a cui non credo assolutamente sia questo il caso, di una pesante penalizzazione con conseguente esclusione dall’attuale campionato.

Il fenomeno delle plusvalenze esiste ormai da tantissimi anni tuttavia lo si è sempre ignorato nonostante il calcio si sia continuamente evoluto fino a diventare un vero e proprio colosso finanziario. Un rischio “calcolato” che il mondo del calcio ha deciso di assumersi ma che gli è letteralmente sfuggito di mano fino ad esplodere completamente, come sta accadendo alla Juventus. Non so se la Juventus e i suoi dirigenti, siano colpevoli, questo saranno i giudici a stabilirlo e,nel caso, chi sbagliato dovrà pagare con pene severissime su questo pochissimi dubbi, però da tifoso ritengo che sia inaccettabile questa continua “gogna mediatica” a cui viene perennemente sottoposta la società bianconera. La si sta già condannando prima ancora di essere giudicata creandole un enorme danno sia dal punto di vista economico, titolo in picchiata, che soprattutto di immagine dubitando, addirittura, sul grande decennio di vittorie consecutive dove i meriti sul campo sono stati sotto gli occhi di tutti. Un vero e proprio non “plus” ultra della gogna mediatica a cui si sente di partecipare ogni tipologia di personaggio, anche chi ha poco a che fare con il calcio. Questa non è giustizia ma semplicemente il solito espediente per attaccare una società che ha dominato, in lungo e in largo, per nove anni di fila in Italia non per le plusvalenze fittizie ma per l’evidente incapacità degli altri nel tenergli testa e soprattutto per la grande lungimiranza e ottima gestione avuta a livello societario. Attaccarla adesso in un così grande momento di difficoltà sia a livello economico che soprattutto sotto l’aspetto calcistico rappresenta, letteralmente, un colpo basso da “vigliacchi” ma d’altronde il detto non si sbaglia mai :

Sul cadavere dei leoni festeggiano i cani credendo di aver vinto ma i leoni rimangono leoni e i cani rimangono cani

Fino alla fine!

Ciccio.