Quando si firmano i contratti, ci si accorda anche sulle clausole inserite al suo interno. Sì, anche quella piccolina in basso, nascosta nell'angolo, che però è lì, c'è. Perché c'è? Di solito la logica che muove le clausole di rescissione è propria del giocatore, che per evitare di rimanere in trappola della durata del proprio contratto, insiste per inserire una cifra di liberazione in caso voglia cambiare aria, guadagnare di più, raggiungere club con aspirazioni superiori, quindi accrescere le proprie personali, ecc. Le ragioni possono quindi essere diverse, ma se questa è la logica, il giocatore potrebbe cercare di spingere per una cifra accettabile, non troppo elevata, in maniera che, nell'ipotesi, tutto sia più semplice. Certo, poi c'è un'altra logica fortemente legata alla prima: la società può accettare il tutto, negare, oppure spingere per inserire una cifra monstre che garantisce introiti elevatissimi e porta gli stessi organi dirigenziali a sperare che qualcuno arrivi a pagare l'enorme ed esagerata cifra. Detto fatto: in maniera sorprendente, ma sicuramente consapevole, Marotta e Paratici sembrano decisi a spingersi nel pagamento della clausola, che è bene dirlo vale per tutti, compresi i club di Serie A (mentre potrebbe essere nulla quella che esclude una determinata categoria di club dal poter pagare la clausola, visto che formalmente la paga il giocatore in caso. Quindi niente vincoli alla libertà del giocatore...) Insomma il primo a mettere in vendita il gioiello Napoletano, al di là dei discorsi di classe, è il Presidente De Laurentiis, che con la clausola ha fissato il prezzo, valido anche per la Juventus. Certo il giocatore ha di colpo deciso di cambiare aria, ormai convinto che il Napoli non lotterà per il primato in Europa, potendo competere al massimo in Serie A. Del resto certi discorsi lasciano il tempo che trovano, e lo stesso Aurelio non vede l'ora di intascarsi il denaro, e nel suo discorso di qualche giorno fa teneva a puntualizzare come il Napoli, anche senza Higuain, possa arrivare secondo. Non sia mai che l'aspirazione diventi il primo posto, con buona pace dei tifosi partenopei.