Diciamolo chiaramente, un "colpo di scena" come quello proposto dalla dirigenza del Milan, martedì sera, mentre si stava giocando la partita contro il Sassuolo, non lo avevamo mai visto in passato in ambito sportivo e se fosse stato un film entrerebbe certamente di diritto fra i candidati all'Oscar. Vivendo all'estero seguo i notiziari di diversi paesi europei.                   

Se ieri è stato un susseguirsi di commenti, fra favorevoli e contrari, con tutti i programmi, sportivi e non, a riportare l'accaduto ed evidenziare la doppia marcatura di Zlatan Ibrahimovic, campione amato in tutto il mondo, oggi è già tempo di alleggerire i toni, senza far grandi congetture su quello che poteva essere, e non sarà, ma guardare avanti. Restare concentrati sul lavoro e magari far passare il concetto, rivolgendosi a tutti i sostenitori di fede milanista che, volenti o nolenti, vero o falso che sia, è stata una scelta ponderata, fatta esclusivamente nell'interesse di riportare il Milan ai vertici, prima nazionali e a seguire, europei e mondiali.
Chi è Milanista, chi segue con attenzione sia le squadra che gli umori della tifoseria, sa benissimo quanta incertezza portava l'arrivo di Ralf Rangnick, specialmente venendo a ricoprire un inedito doppio incarico. Io stesso ho scritto moltissimi articoli, alzando barricate e augurandomi che quella scelta non venisse concretizzata.
Sgombriamo subito il campo da ogni dubbio, i tifosi erano prevalentemente favorevoli a non intraprendere il percorso suggerito da Ivan Gazidis, che per quanto interessante e propositivo, contemplava troppi anni di attesa per tornare a vincere. I risultati ottenuti dalla squadra dopo la ripresa, il gioco espresso e il ritrovato entusiasmo, perchè una fila di risultati così positiva, con gol e spettacolo, erano anni che non si vedevano, aveva ulteriormente sfoltito il gruppo dei favorevoli all'arrivo del Manager Tedesco. Detto ciò, sarebbe opportuno che chi ha accusato la Dirigenza di essere "senza faccia", di non aver concretizzato ciò che, a detta di tutti, giornalisti e opinionisti, era già stato formalizzato da un contratto con tanto di penale, si ponesse questa domanda.
Cosa doveva fare la Proprietà? Doveva forse, per accontentare pochi, mettersi contro la tifoseria, la squadra e la stampa? E volendo anche dare come risposta, Si', siamo consapevoli che fra vantaggi e svantaggi, almeno inizialmente, era troppo evidente l'impossibilità di attuare un cambiamento così impopolare?

Viene sempre detta la frase: il Milan sopra a tutto, a rafforzare il concetto che mentre tutto passa ed è mortale, la Società resta. Lo stesso Gazidis, in una recente intervista dichiarò che "il Milan è dei Tifosi", rafforzando un concetto, più teorico che pratico, che nessuna proprietà al mondo agisce contro gli interesse dei propri sostenitori. Sono quindi giustificabili le scelte fatte a cui certamente hanno influito moltissime componenti, alcune evidenti, come l'imprevisto del Coronavirus e il blocco dei campionati, mentre altre sono sconosciute e non le sapremo mai. Sicuramente c'è stato chi ha voluto approfittare di una situazione dai contorni poco chiari, penso agli articoli che annunciavano l'arrivo di Rangnick, sulla panchina di Pioli se avesse perso contro Lazio e Juventus, o all'imminente allontanamento di Maldini. Un'informazione superficiale che ha mostrato il peggio di sé, certamente con scopi chiari, siano essi economici, per invogliare la proprietà a cedere, magari abbassando le pretese economiche, sportive, augurandosi che fra molte difficoltà il Milan non riesca a tornare a vincere, o politiche, con i nostalgici di Silvio che non vogliono vittorie ad adombrare la grandezza del "Presidentissimo". Tutte linee guida stabilite dalla redazione e dalla proprietà dei quotidiani, che al tifoso non dovrebbero interessare, ma che in passato avevamo notato con meno attenzione, mentre oggi abbiamo capito quanto sia importante, saper filtrare e ragionare su ciò che ci viene proposto. 

Ralf non poteva venire al Milan fin tanto che non risolveva il suo contratto che lo lega alla Red Bull fino al giugno 2021, lo sapevamo tutti, ma facevamo finta che ciò non fosse importante. Il manager tedesco chiedeva l'allontanamento di Maldini, mano libera e certamente non confermare un giocatore come Kjaer, che riteneva troppo vecchio. Non abbiamo voluto interpretare nel modo corretto ciò che stava accadendo e cioè che quello che a dicembre, dopo la brutta sconfitta contro l'Atalanta, sembrava la migliore delle soluzioni, stava mutando completamente, fra difficoltà impreviste e risultati sportivi che sembravano impossibili.
I latini dicevano Carpe diem, cogli l'attimo. Nel 1989 hanno prodotto un bellissimo film con l'attore Robin William nel ruolo di un insegnante. Una sua famosa citazione è: "Io vivo per dominare la vita, non per essere schiavo". Ecco, mi piace interpretare la scelta del mio Milan, in questo modo, senza polemiche, come fosse stata la trama di un film con un finale che coglie tutti di sorpresa, ma nella cui soluzione è racchiuso il segreto dello sport e della vita: saper cogliere le occasioni.
FORZA MILAN.