Egregio sig. Pioli, 

dato che oramai tutti i media la vedono vicino anzi, vicinissimo alla firma con il Milan, mi sovviene la tentazione di scriverle questa breve missiva. Lo scopo non è tanto quello di farle cambiare idea, cosa che, purtroppo credo che le sia già palese, non è ben vista dalla maggioranza dei supporters rossoneri. 

No, l'obiettivo di questa breve lettera, anche se so che lei non la leggerà mai, non riguarda il Milan in sé, ma la sua stessa persona, per essere più precisi, la sua carriera. Per quanto l'esperienza nelle squadre blasonate non sia stata molto prolifica, nel corso della sua personale storia, posso comprendere bene l'ambizione da lei dimostrata, nel voler guidare un club importante come lo è il Milan. Il desiderio di crescere, di superarsi, è tipico di coloro che vogliono dimostrare qualcosa, di apportare un serio contributo alla storia del calcio italiano e, per questo, non posso che stimarla. 

Mi lasci anche dire che il suo modo di comportarsi, fatta eccezione per rari casi (come la mancata stretta di mano a Gattuso, nella sfida con la sua ex Fiorentina), è ammirevole. Tutti gli addetti ai lavori la disegnano come un dialogatore, uno che non ha preconcetti e che cerca di costruire qualcosa insieme alla squadra. Il suo modo di fare è pacato, coerente, chiaro. Tutte splendide caratteristiche, nevvero. Mi duole però sostenere in questa mia, il fatto che ora come ora il Milan abbia bisogno di qualcosa di più, oltre la sua buona educazione e le sue capacità tecniche. 

Se veramente firmerà il contratto, si renda da subito conto con chi, e quale situazione, avrà a che fare. In questo momento Milanello non è un luogo sereno, dove si può entrare in punta di piedi. Più che un campo di allenamento, assomiglia a una polveriera pronta a esplodere, per giunta. La dirigenza cerca risultati quasi immediati, i giocatori una chiarezza ferrea e propositiva. Se vuole prendere veramente in mano questa catastrofica situazione, lei lo dovrà farlo con fermezza dal primo secondo. Il Milan vuole svoltare in questo momento, non costruire. Vuole una reazione shock, una siringata di adrenalina pura nel suo cuore ferito, pronto a fermarsi. 

I tifosi non la amano di già, questo lo abbiamo già scritto e confermato. Non è un buon presupposto di partenza, e per lei mi dispiace molto. Perché in tutto ciò, almeno per ora, lei non ha colpa. Colpa che però potrebbe cominciare ad avere, al momento in cui poggerà la penna su quel contratto, per firmarlo. Una sorta di peccato originale, dove dovrà dare molto più del suo meglio, per potersi redimere. 

Ci pensi bene, sig. Pioli. Ci pensi dieci, cento, mille volte se ancora non lo ha fatto. L'avventura a cui si approccerà non sarà la più facile anzi, potrebbe essere la peggiore della sua vita. Dovrà lavorare non con il fioretto, ma purtroppo con il martello per tirarne fuori qualcosa di buono. Dovrà uscire dai preconcetti dei suoi passati colleghi, sfoltire la testa dei giocatori di tante idee inutili. Soprattutto, dovrà attizzare il fuoco della grinta in questi ragazzi, la cui fiamma è spenta, gelida quasi. 

Ancora una volta, mi permetta di ribardilo. Ci pensi bene, sig. Pioli. Perchè quando avrà firmato, mi creda, quello sarà il momento della sua vita in cui sarà più solo. Sarà il momento in cui la società le affiderà tutte le responsabilità, liberando le proprie spalle di qualsiasi colpa (anche se illusoriamente). Sarà il momento in cui non ci saranno tifosi a salutarla, fuori da Milanello. Forse, sarà persino il momento dove anche i suoi cari le diranno che non è stata una buona idea. E i giocatori, caro Pioli, se li dovrà conquistare tutti, dal primo all'ultimo, con enormi fatiche. 

Rifletta Pioli. Lei è un uomo intelligente, probabilmente molto più di altri suoi colleghi. Rifletta bene e se non è sicuro oltre ogni logica, non vada avanti. Sarà un periodo duro, Pioli. 

Detto ciò, se lei sarà il nuovo tecnico del Milan, le auguro buona fortuna, nella speranza che ogni mio dubbio venga smentito. 

In fede.