Caro papà! Non ci crederai, ma spesso mi chiedo ancora oggi come mai da un padre interista come te io sono juventino.
Te l'ho anche chiesto più volte, ma tu, una risposta non me l'hai mai data, perché forse non c'è.
Tu interista vero, da sempre, che andavi a vedere l'inter quando per caso capitava a Padova, nel vecchio Appiani, e che le partite le ascoltavi dalla radiolina, ricordo che mi hai portato a vedere l'inter due volte, a Bologna e a San Siro nell'ultima stagione del tuo idolo Sandro Mazzola.
Sarà stato che quella partita l'Inter la gioco' contro il Juventus, sarà stato che vinse la Juve, sarà stato che poi il fratello più grande del mio migliore amico e vicino di casa passò alla Juve (Luciano Favero) io ricordo di essere sempre stato juventino, e tu non hai mai voluto cambiare questa cosa.
Non ricordo che mai una volta tu mi abbia detto qualcosa a riguardo, abbiamo sempre guardato le partite insieme di Inter della Juve e anche altre. Ricordo quando mi portavi a Udine o Bologna o Verona, che sono gli stadi che abbiamo più comodi, per ammirare i più grandi campioni che giocavano in Italia. Da Zico, Platini, Falcao, Socrates, Maradona, Van Basten ecc... Indipendente con chi giocassero, mi hai insegnato che i campioni non hanno maglie e non si deve odiare per forza un giocatore perché avversario.
La classe è un bene per tutti e va vissuta e amata anche se indossa colori diversi da quelli che porti nel cuore. Tra di noi mai un litigio nonostante le nostre fedi sportive diverse, un milione di partite guardate insieme.
Il ricordo del mondiale '82 spagnolo è vivo più che mai dentro di me. Avevo 10 anni e mi feci salire sulla Fiat ritmo 60 L, e girammo tutta notte a festeggiare con chiunque trovammo per strada.
Ricordo addirittura che ti ho visto esultare nel '96 quando Jugovic insacco' il rigore decisivo nella finale di Champions a Roma, io ti guardai strano, ma non mi dissi niente e io capii che per un padre l'amore per un figlio può andare oltre a queste cose.
D'altronde, nel 2010 alla doppietta di Milito contro il Bayer, che ti portò quella benedetta Champions, non riuscii a non provare un pizzico di gioia per te, e quell'abbraccio stretto che mi desti lo porterò dentro sempre, anche perché vedere una lacrima di gioia in tuo padre a 70 anni, per una passione che è la stessa che hai tu, fa sì che in quel momento non ci siano colori di maglia.

So benissimo cosa pensi di quanto successo nel 2006, ma questo ce lo teniamo noi. I messaggi o le telefonate dopo le mie delusioni Champions arrivano sempre puntuali e sono gli unici gesti che realmente mi servono per andare avanti.
Mi hai insegnato un calcio che spesso non trovo quasi più, tu che non sei social mi consigli spesso di lasciare perdere, e di vivere questo sport con l'amore e la passione che merita, e di non farmelo rovinare da questa nuova frontiera.
Siamo un interista e uno juventino anomali, sarà perché l'amore e l'affetto sono sopra tutto, o perché comunque io ti devo tutto sulla passione per questo sport, ma riusciamo a parlare di calcio tra di noi come pochi riescono.
A volte mi capisco più con te che con altri juventini. Sai vedere il bello e buono su tutto e tutti, per l'amore e la passione che hai sempre avuto per la tua Inter, meriteresti la presidenza ad Honorem.
Domenica sera non hai esultato né festeggiato, mi hai detto che un quarto posto non si festeggia, è solo un introito per la società non un trofeo sportivo.

Sono juventino e non riesco proprio ad odiare l'inter come molti fanno, e tu da interista porti lo stesso rispetto per la mia Juve. Mi piacerebbe risalire su quella Ritmo e andare in qualche stadio ancora io e te, a vedere il CALCIO, ma ormai, l'età, la vita che va avanti per la sua strada non ce lo concede più, pazienza, nel cuore sarà un ricordo indelebile, le partite ce le guardiamo insieme in tv quando è possibile e va bene così. Ora avrai Conte e qualche soddisfazione tornerai a togliertela, anche se nel 2010 con la Champions alzata in cielo mi hai detto "ok ora posso morire tranquillo" tempo ne abbiamo ancora. Anche se a dire il vero toccherebbe a me la prossima volta, e ci giurerei che saresti contento comunque.
Ciao papà, alla prossima stagione.