Il Milan campione d’Italia dopo un’incredibile marcia trionfale, testa a testa con l’Inter, decisa solo all’ultima giornata, sta per cominciare la sua nuova stagione con tantissime novità, a partire soprattutto dalla proprietà appartenente al fondo Americano Redbird, capitanato dal suo amministratore delegato, Jerry Cardinale. Un passaggio di proprietà non ancora del tutto ultimato tra Elliot e Redbird, closing definitivo previsto al 22 Settembre, e che è stato frutto di tantissime polemiche, soprattutto in queste ultime settimane, non solo per via dei rinnovi, oramai ufficiali, dell’attuale management dell’area sportiva rossonera Maldini e Massara ma soprattutto per via delle voci circolate su un possibile budget di mercato sui 50 milioni di euro, che non sarebbe stato giudicato idoneo per poter allestire una rosa in grado di difendere il titolo e soprattutto poter disputare una buona Champions League. Dunque gli interrogativi da porsi sono molti e tutti di difficile risoluzione, creando un po’ di malumori tra una parte dei tifosi rossoneri e soprattutto gli organi della carta stampata. Dubbi e perplessità che non hanno ancora delle risposte chiare e definitive, che evidentemente meriterebbero degli approfondimenti come ad esempio: Perché un fondo come Elliot dovrebbe mai prestare dei soldi al suo acquirente? Perché sono state interrotte le trattative con il gruppo del Bharein di Investcorp quando sembravano ad un passo dalla conclusione? Perché Maldini e Massara hanno rinnovato con tutto questo ritardo? Ma andiamo per ordine, cominciando da Redbird.

LA SCALATA DI REDBIRD
Dopo l’annuncio improvviso di Investcorp sullo stop alle trattative con Elliot
per l’acquisizione del Milan, la firma sul preliminare d’acquisto per il pacchetto di maggioranza delle quote societarie rossonere, da parte di Redbird si è concretizzata immediatamente dopo la festa per la vittoria del tricolore. Si è aperta così, ufficialmente, la nuova era milanista chiudendo, anche se non ancora del tutto, quella del fondo Elliott, a quasi quattro anni esatti dal compimento della grande opera di risanamento dell’asset Rossonero, che è stato raccolto letteralmente dalle “macerie” provocate prima, dell’uscita di scena della famiglia Berlusconi, e quindi del gruppo Fininvest, poi ulteriormente peggiorato dallo sciagurato passaggio di consegne al “fantomatico” imprenditore cinese Yonghong Li e della “mirabolante” coppia dirigenziale Fassone - Mirabelli. Dunque dopo oltre 700 milioni di euro, riversati sulle casse della società per ripianare i conti e garantirne così la piena operatività anche nei momenti più difficili, in cui è stata anche in dubbio l’iscrizione al campionato nell’estate del 2018, la famiglia Singer cede il Milan, mantenendo comunque ancora per il momento delle piccole quote di minoranza, per un cifra vicina agli 1.3 miliardi di euro, lasciando, al suo successore una squadra competitiva, con tanto di conquista dello scudetto, e una situazione economico - finanziaria equilibrata, solida e con ampi margini di crescita per il futuro.

COSA DEVONO ASPETTARSI I TIFOSI ROSSONERI DALLA NUOVA PROPRIETÀ?
Se l’attesa dei tifosi rossoneri, con Investcorp, era quella dei botti e dei fuochi d’artificio, per finanziare campagne acquisti faraoniche, meglio togliersi subito dalla testa ogni tipo di illusione poiché i fondi di investimento come quello facente capo a Jerry Cardinale non sono concepiti con questo tipo di logica. Infatti RedBird con i suoi 6 miliardi di dollari, destinati a crescere fino a 12, in portafoglio è un fondo e come tale ragiona, per questo motivo si pone come obiettivo quello di investire ma avendone cura soprattutto in termini di redditività economica: vuole vincere, perché è perfettamente consapevole che nello sport ogni grande piano di crescita, espansione commerciale e aumento dei profitti non può assolutamente prescindere da un altrettanto progetto sportivo vincente sul rettangolo verde ma gli investimenti in questo senso avranno una loro logica di crescita futura e la scorciatoia dell’indebitamento non sarà assolutamente contemplata. Niente budget da 200 milioni, tanto per intenderci, anche se il difficile lavoro di risanamento operato da Ivan Gazidis e dal suo staff in questi quattro anni di scelte anche dolorose è ormai alle spalle. RedBird, fondato nel 2014, è un grande fondo di investimento con un'ampia partecipazione nel Fenway Group Sports che di fatto detiene circa il 10% del controllo su un grande club come il Liverpool e su due colossi del baseball e hokey americano come Boston Red Sox e Pittsburgh Penguins. E’ anche inoltre il proprietario dal 2020, per l'85%, della squadra francese del Tolosa, riportata velocemente in Ligue1 dopo diversi anni di anonimato. Ma non è finita qui,RedBird ha il controllo su Dream Sport, una piattaforma tecnologica sportiva in India, particolarmente forte nel cricket e può contare inoltre su una potentissima agenzia di marketing e rappresentanze sportive di dimensioni globali. A tutti questi investimenti ramificati si aggiunge dunque anche quello fatto per il Milan che non sarà per nulla secondario nelle gerarchie di Cardinale: l’obiettivo del fondo americano è infatti quello di mettere il club rossonero al centro di un progetto globale che punti al mondo dei media, trasformandolo in una grande media company sportiva di livello mondiale, dunque con più di uno sguardo alla costruzione di un nuovo stadio. Un lavoro che avverrà molto dietro le quinte, ma che sarà la spina dorsale della vita del club da ora in avanti; sul “campo” decideranno sempre Maldini e Massara a cui saranno consegnate le chiavi del progetto tecnico, insieme a Stefano Pioli, con l’importante mission di non disperdere il patrimonio di credibilità e stabilità accumulato con Elliott, cercando però, nello stesso tempo, di alzare l’asticella soprattutto in campo europeo. Del resto il Milan, che si avvia a perdite contenute rispetto alle altre italiane, stima al 30 giugno 2022 di un passivo intorno ai 30-40 milioni, ha ampi margini di crescita e un certo spazio d’azione che può essere importante soprattutto in chiave mercato.

ALLORA PERCHÉ UN BUDGET DI MERCATO CONTENUTO?
Cinquanta milion
i, al netto delle cessioni, è questo il presumibile budget per il mercato estivo rossonero come riportato dagli ultimi rumors. Ma in ogni caso ci sarebbero delle ragioni ben specifiche dietro a questa ipotetica somma, nonostante lo scudetto conquistato qualche mese fa e una prospettiva di crescita fondata su nuovi introiti e fatturato in netto rialzo. Equilibrio economico e finanziario sono le parole d’ordine anche per la nuova proprietà perché il club rossonero, come diverse altre società italiane ed europee, dovrà sedersi al tavolo delle trattative con l’Uefa per definire un settlement agreement appropriato, conseguenza delle disastrose gestioni e dei conseguenti sforamenti dei paletti che sono stati effettuati in passato e che gravano ancora sugli attuali bilanci. C’è ottimismo affinchè le sanzioni non saranno così elevate da destare particolari preoccupazioni ma ovviamente l’idea della proprietà e del management rossonero è quello di farsi trovare pronti ad ogni possibile evenienza. Inoltre, dalla prossima stagione verrà introdotta la versione 2.0 del Financial Fair Play, che lega in maniera ancora più stretta le possibilità di spesa in corresponsione dei relativi ricavi ottenuti e dunque la nuova proprietà non vuole assolutamente correre il rischio di ritrovarsi tra uno o due anni a rincorrere per mettersi in regola soprattutto dopo la grande opera di risanamento compiuta in questo ultimo quadriennio. In ultima istanza, l’introduzione dell'indice di liquidità come parametro decisivo per l’iscrizione al campionato è un altro fattore che il Milan vuole assolutamente rispettare ed è per questo dunque che il “calcio sostenibile” per la gestione americana è diventato un mantra dall’arrivo di Elliott e che RedBird intende proseguire, quando subentrerà come azionista di maggioranza.

Dunque delle prospettive per il futuro prossimo non molto diverse, almeno apparentemente, rispetto a quelle con Elliot che, come detto precedentemente, rimarrà ancora in società probabilmente con un 30 – 35 % di quote societarie, fino al closing definitivo di settembre e forse anche dopo, e avrà voce in capitolo anche in questa sessione di mercato per rinforzare il Milan. Ma perché i rinnovi di Massara e Maldini sono arrivati così in ritardo? Sicuramente è stata una situazione alquanto strana, se vogliamo, che fino all’ultimo giorno dalla scadenza naturale del contratto, non ci sia stato nessun comunicato ufficiale da parte della società per i rinnovi ma solo delle parole dei diretti interessati, limitate alle sole di Paolo Maldini rilasciate ai giornalisti in uscita dalla sede del Milan, eppure gli accordi c’erano già sulla base di due anni di contratto con un ritocco al rialzo dell’ingaggio e pieni poteri sull’area sportiva oltre a un certo margine sulle decisioni economiche delle stesse. Detto ciò comunque non avrà un ruolo alla Marotta nell’Inter, tanto per intenderci, poiché le decisioni principali, come la scelta dell’allenatore e quant’altro, verranno sempre prese dalla proprietà. Adesso si dovrà costruire il Milan che verrà anche se è stato “perso” Botman, passato al Newcastle, e probabilmente Renato Sanches, promesso sposo del PSG, anche se il Lille smentisce di aver ricevuto offerte dai parigini, e la nuova stagione è alle porte con la concorrenza che sembra rinforzarsi nonostante l’arrivo di Divok Origi. Capitolo società, perché Elliot ha preferito vendere a Redbird piuttosto che a Investcorp? Difficile dare una risposta chiara e precisa, la logica porta a pensare che Elliot abbia voluto “guadagnare” il più possibile affidando la gestione ai connazionali americani rispetto agli arabi di Investcorp. Innanzitutto i Singer hanno venduto a Cardinale perché probabilmente ha offerto di più, 1.3 miliardi di fronte agli 1.1 di Investcorp, cifra comunque spropositata per una squadra che fattura appena 300 milioni, oltre al fatto che Elliot manterrebbe ancora un piccolo controllo sul Milan, cosa che evidentemente non avrebbe ottenuto con la cessione al gruppo del Bahrein. Inoltre con la concessione di 400 milioni di euro di prestito ad un tasso del 7% a Redbird, Elliot si garantisce un margine di guadagno ancora maggiore dalla cessione dei rossoneri, assicurandosi anche una percentuale su un’ipoteca vendita futura del Milan da parte di Cardinale soprattutto se dovesse riuscire nell’obiettivo di trasformare i rossoneri in una grande Media – company sportiva. Dunque sembrerebbe più una pura e semplice “speculazione finanziaria” quella adottata dai Singer che una vera e propria cessione in piena regola ma l’elemento che più lascia perplessi in questa situazione è il perché un uomo così potente come Jerry Cardinale, con un patrimonio da sei miliardi di dollari e una certa credibilità nel mondo dello sport con le sue attività, stia ancora ricercando in America degli investitori per poter acquistare le quote societarie del Milan. Sicuramente saranno anche delle operazioni che in finanza avvengono, quotidianamente, alla stessa velocità del nostro battito di ciglia, però con tutta sincerità non ci si riesce a vedere chiaramente in tutta questa vicenda così come evidentemente non ci ha visto chiaro nemmeno Paolo Maldini che ha voluto delle garanzie per rimanere al Milan proprio dalla nuova proprietà dopo il primo incontro con Cardinale e soprattutto nell’ultima conference call, durata più di tre ore, in casa Milan di qualche giorno fa in presenza del suo avvocato. Si parla di un mercato partito in ritardo, come ha detto anche Maldini che ha promesso di recuperare il tempo perso, ma tutto ruota intorno alla questione societaria e al fatto che forse non è ancora chiaro a nessuno che il mercato sarà gestito da Elliot in questa sessione e dunque le decisioni saranno avallate, in termini economici e finanziari, da Ivan Gazidis. Si dice che a pensare male si fa peccato ma vuoi proprio vedere che Paolo Maldini in fin dei conti voleva far fuori Gazidis e avere totale potere anche sulle decisioni economiche e finanziarie ed Elliot non era per niente d’accordo? Forse non lo sapremmo mai, ma fatto sta che Gazidis lascerà a novembre per “motivi personali” e ancora non si sa chi sia il suo successore, forse Furlani di Elliot?, come del resto non si sa ancora nulla di ufficiale su quello che sarà questo Milan quando tra un mese e mezzo scenderà in campo per difendere il tricolore. Dunque caro Milan ma che diavolo vuoi fare? Sicuramente quello a quattro per adesso ti riesce bene.