Caro Claudio, oggi è un giorno davvero difficile per la Storia della Juventus, e per me, perché un pezzo di Storia, e della mia vita, se ne va. Come spesso hai raccontato, sei stato fortunato ad esplodere in un periodo buio della vita juventina, la Serie B, ma è proprio in quella stagione che hai iniziato a mostrare al mondo l’Uomo che sei. Tu hai sempre incarnato lo spirito della Juve, dal primo all’ultimo secondo, in partita come in allenamento. Spesso si parla del calcio come di uno sport malato, pieno di soldi e di uomini da non imitare, citando le vecchie bandiere di un tempo. Ma troppe volte ci dimentichiamo di te, di uno dei più forti centrocampisti del ventunesimo secolo, che ha sempre giurato fedeltà alla sua Signora, sia che si tratti di Juventus sia che si tratti della tua Roberta, i grandi amori della tua vita. Tu sei stato uno dei tanti esempi della mia vita, sicuramente il più importante a livello calcistico, e non nego che la notizia della tua rescissione mi ha veramente spezzato il cuore perché a te lego il nome della Juventus, più ancora che ad altri, perché tu mi hai accompagnato nel periodo adolescenziale che, si sa, è il periodo più complicato nella maturazione di un ragazzo che diventa uomo.

Comprendo la tua decisione, sei un vincente e lo sei sempre stato, anche per questo motivo hai onorato e difeso per oltre 25 anni la maglia di una delle squadre più forti al mondo. Non sei uno che vuole fare panchina, non sei uno che vuole stare a guardare, ti senti ancora capace di poter dire la tua nel panorama calcistico mondiale, nonostante i tanti infortuni che ti hanno – sfortunatamente – bloccato in queste ultime annate. Perciò non ti biasimo e, appunto, ti comprendo, però capisci che da amante di Marchisio ancora più che della Juventus – perché per me tu rappresenti i bianconeri più dei bianconeri stessi – non riesco proprio ad accettare questa decisione. Fa davvero molto, troppo, male. La verità è che le parole non riescono veramente a spiegare quello che rappresenti per me: quel gol all’Inter quando l’Inter era la squadra invincibile, la rovesciata all’Udinese, quando Ranieri ti faceva fare l’ala sinistra, il gol al Parma nell’esordio di Conte, la rete al Milan, il gol al Celtic in Champions League, dopo anni di secchezze europee. Questi sono solo piccoli highlights di quello che tu sei stato per me. Ma, veramente, la parte più bella di te è stata quella fuori dal campo: un vincente con il sangue nobile. In fondo sei e per sempre resterai il Principino, nonostante tu abbia ormai l’età per essere un re.

Grazie Claudio e in bocca al lupo per la tua prossima avventura.