Caro Agresti,

mi chiamo Matteo e sono un ragazzo di 20 anni.
Innanzitutto vorrei ringraziarla per la possibilità che concede a tutti noi lettori di calciomercato.com di cimentarsi nella scrittura di articoli sportivi sui temi che più interessano. Le confesso che seguo molto volentieri ogni rubrica calcistica, dagli articoli di Padovan a quelli di Bernardini, passando per le schedine firmate da Mr Palmieri, oltre che i suoi approfondimenti. Ho avuto modo di leggere il suo ultimo articolo, incentrato sul battibecco avvenuto al termine di Napoli-Inter tra Conte e Capello; l'oggetto conteso tra le due parti è il famoso "contropiede", che stando a quanto detto dal tecnico nerazzurro non appartiene al modo di giocare della sua squadra. In tutta onestà, quando lei ha scritto che tra i due la ragione la possiede Capello perchè l'Inter usa bene il contropiede, non mi trovo molto d'accordo. 

Appoggio apertamente il fatto che il contropiede è un'arte, e non un disonore. Le confesso che nella mia piccola esperienza calcistica, sono sempre stato dalla parte dei cosiddetti "contropiedisti", ammirando l'Inter del Triplete di Mourinho e il Cholismo, un modo di giocare all'italiana che ha reso grande un condottiero prestigioso come Simeone. Detto questo, giocare in contropiede porta sicuramente un insieme di fattori positivi, come la capacità di essere spietati davanti al portiere oppure la velocità, che nel calcio non dovrebbe mai mancare. Quando però sento dire che l'Inter gioca in contropiede, non sono molto d'accordo. 

In tutta franchezza, credo che la questione sia un po' più complessa. A mio parere, molto dipende dall'esperienza vissuta dall'ex CT della Nazionale Italiana in Inghilterra. Per quanto la Premier, da molti anni ormai, risulti essere il torneo più affascinante sulla Terra, si porta con sè una serie di annotazioni tattiche: ad esempio, nel campionato inglese, fatta eccezione per Guardiola o Klopp non c'è mai una squadra che domina il gioco per novanta minuti, anzi, le partite sono giocate su ritmi forsennati e possono prendere la direzione a favore di una squadra o dell'altra nel giro di poco tempo. Ecco che Conte sembra averlo capito tanto che la sua Inter, come ha detto lui stesso in conferenza stampa, pressa molto il diretto avversario e come riconquista la palla cerca subito l'aiuto di Lukaku e Martinez per allargare il gioco. C'è poi un altro dato che tende ad appoggiare il non atteggiamento attendista nerazzurro, ossia il fatto che quando l'Inter va in vantaggio, magari segnando due gol nel giro di poco tempo, fa fatica a tenere il risultato, e questo lo abbiamo visto anche domenica sera, visto che il gol di Milik arriva grazie ad una dormita clamorosa della retroguardia interista. Secondo il mio modo di vedere, un Atletico Madrid ad esempio non avrebbe concesso un gol così, ma anzi, avrebbe addormentato la partita portandola all'intervallo sul doppio vantaggio. Questo per dire che per giocare un contropiede vincente occorre avere una solidità impressionante in difesa, e all'Inter vedo la voglia di mordere l'avversario cercando la marcatura piuttosto che la volontà nel proteggere il risultato.

Certo, è impossibile resistere su ritmi alti per tutta la partita, ed è qui che sta il nocciolo della questione. I calciatori nerazzurri sono imprevedibili, se attaccano l'area di rigore con due uomini possono mettere in tilt la difesa avversaria, ed ecco che secondo me il marchio illustre di questa squadra è proprio l'imprevedibilità, che si può notare nel pressing asfissiante per quindici minuti oppure nel difendere, ma solo per poco, il risultato. Probabilmente nessuno si sarebbe aspettato un rendimento del genere da parte degli uomini di Conte, e secondo me tutto ciò deriva dall'esperienza dell'ex Juve al Chelsea, proprio perchè andando ad allenare all'estero impari alcune cose che magari non noti nella nostra amata Italia. Un po' come Fonseca, che sta portando nel nostro campionato un modo di giocare diverso, più aperto e avvincente. 

Concludo dicendo, come ha scritto lei, che il contropiede è un'arte e non un'offesa, ma quando Conte parla di una squadra non attendista, secondo il mio punto di vista ha perfettamente ragione.

La ringrazio per l'attenzione e mi piacerebbe poter leggere la sua risposta, proprio perchè il bello del calcio è questo, riuscire a dare interpretazioni diverse e confrontarsi con rispetto, passione e professionalità.


Distinti saluti

Matteo1999