Ci sono parole che fanno male non solo ai tifosi della squadra alla quale sono dirette ma a tutto il calcio e più in generale allo sport e ai concetti fondanti dello stesso. 

Andrea Agnelli a mio avviso, con le sue parole ha infranto tutto ciò che ho appena menzionato. 

Ha offeso l'Atalanta e i suoi tifosi denigrando la storia e i meriti sportivi ottenuti sul campo dai bergamaschi, ha gettato fango su quella che è stata una delle imprese più belle del calcio nostrano negli ultimi anni, vituperando allo stesso tempo uno dei pilastri essenziali dello sport: si vince sul campo e con gli investimenti più azzeccati non solo con i più costosi aggiungerei.

Chi è il Dott. Agnelli per affermare se sia giusto o meno che l'Atalanta partecipi alla Champions League dopo averla conquistata mettendo in mostra un calcio straripante?

Mi sembra tra l'altro che i nerazzurri stiano onorando alla grande l'impegno europeo con una qualificazione ai quarti di finale quasi in tasca dopo i quattro gol rifilati al Valencia e un campionato dove stanno mantenendo saldamente il quarto posto assestando spesso e volentieri caterbe di gol ai malcapitati avversari di turno.

Bisogna essere bravi a piazzare un Kessie al Milan o un Cristante alla Roma a certe cifre e pescare un Pasalic o un Freuler che non te ne fanno sentire la mancanza, anzi...

Bisogna essere altrettanto bravi a piazzare un Kulusevski alla stessa Juventus, a cifre da capogiro, dopo averlo girato un anno in prestito al Parma perchè lì davanti hai l'imbarazzo della scelta tra El Papu Gomez, Ilicic, Zapata e un certo Malinovskiy che fino allo scorso anno probabilmente lo conosceva solo chi l'ha portato a Bergamo e pochi altri. Potrei citare parecchi altri nomi e operazioni di mercato, ma mi fermo qui perchè il senso sarebbe sempre lo stesso senza tralasciare ovviamente Gasperini, un allenatore che aveva fallito all'Inter ed è rinato a Bergamo.

La Champions League si deve continuare a disputare per meriti sportivi ottenuti sul campo e non per meriti economici o di altro tipo che francamente mi sfuggono o preferisco far finta di non capire.
Mi vengono i brividi ad ascoltare certe affermazioni soprattutto se poi, l'intento velatamente celato (neanche troppo) dietro le stesse, è quello di creare una Superlega che altro non è che un campionato riservato ai più ricchi e ai più potenti. E non è un mio sospetto o una mia affrettata conclusione tirata lì a caso solo per sollevare un polverone polemico.

Cosa vuol dire quel: "Poi penso alla Roma, che ha contribuito negli ultimi anni a mantenere il ranking dell'Italia, ha avuto una brutta stagione ed è fuori, con quello che ne consegue a livello economico. Bisogna anche proteggere gli investimenti e i costi". 

Eh no caro Dott. Agnelli, se tu fai un investimento che sul campo si rivela scellerato o sbagliato ne paghi le conseguenze punto. Se una società diversamente si dimostra capace con degli investimenti mirati e lungimiranti di ottenere sul campo risultati migliori con costi molto più contenuti è giusto che venga premiata.

Lo sport e il calcio nello specifico devono continuare a basarsi su un principio meritocratico e non di potere legato al Dio denaro con la scusa che alcune società hanno un passato più glorioso di altre, altrimenti lasciamo stare, fatevi il vostro campionato ad inviti riservati ma poi guai al primo che si lamenterà, perchè l'avrete ammazzato voi!