Lo scontro diretto è ormai alle spalle, ora Gattuso deve compattare il gruppo: ci sono ancora 10 partite da giocare, per riuscire a mantenere il quarto posto, e chissà, magari soffiare il terzo ai cugini.

Domenica si è giocato soltanto il primo round di un derby del quale sapremo il vincitore soltanto il 26 maggio, giorno in cui la classifica sarà definitiva. 

LA PARTITA DI DOMENICA è stata giocata in maniera quasi perfetta dall’Inter, mentre il Milan ha dimostrato di essere una squadra ancora acerba, che puntualmente ad ogni scontro diretto delude. Le statistiche in questo senso sono emblematiche: delle tredici sfide contro le prime dieci squadre in classifica, soltanto tre sono state portate a casa dai rossoneri. Il Milan ha certamente sbagliato l’approccio alla gara e, a differenza di tanti altri match, questa volta  i ragazzi di Gattuso sono stati subito puniti. Il gol nei primi minuti ha cambiato la partita, con il Milan che ha giocato un pessimo primo tempo, per poi migliorare nella ripresa anche grazie a forze fresche e a cambi tattici. Al fischio d’inizio l’allenatore rossonero ha mandato in campo i suoi giocatori con un atteggiamento fin troppo spavaldo: come risultato la squadra si è allungata e poi snaturata, perdendo la compattezza che spesso fa vincere loro le partite. Inoltre le poche ripartenze non sono state sfruttate, con palla regalata alla squadra avversaria, che si è dimostrata ben più capace di sfruttare il contropiede.

I DIFETTI DEI ROSSONERI nascono da tutto questo, ma anche da un modulo di gioco completamente sbagliato, che oltre a isolare uno dei centravanti più forti del campionato, limita le qualità di molti interpreti: Paqueta è schierato da Gattuso in una posizione troppo arretrata e ciò, anziché mettere in mostra le sue doti balistiche e tecniche, spesso evidenzia i limiti tattici e difensivi de brasiliano. Calhanoglu, allo stesso modo, non ha il passo per interpretare il ruolo di ala e infatti si esalta quando Gattuso lo schiera (o meglio, corregge la sua posizione durante il corso della partita) in mezzo al campo tra le linee. Bakayoko infine in un centrocampo a due, come visto ai tempi del Monaco, potrebbe esprimere le proprie qualità ancora meglio, soprattutto se affiancato da un giocatore a lui complementare quale è Biglia. Passare ad un centrocampo a due con un trequartista che supporti Piatek è doveroso, così come lo è dare maggior spazio ad un giocatore con qualità che mancano nell’11 titolare attuale: Castillejo, magari al posto del monotono, e ormai prevedibile, Suso.

Grazie alla partita di domenica noi tifosi, e probabilmente anche i ragazzi di Gattuso, siamo ritornati con i piedi per terra, ma adesso bisogna guardare al futuro con voglia e disponibilità di migliorare, perché il derby è ancora lungo.