Terza amichevole estiva, seconda dall’inizio del ritiro in terra portoghese per gli uomini di Mourinho. Ieri sera nell’ormai stadio di ‘casa’ - il Municipal de Albufeira - i giallorossi hanno affrontato la Portimonense, squadra militante in Primeira Liga, in un test che più sperimentale non si poteva, visto l’impiego complessivo di venticinque calciatori. Una buona prova dei romanisti, che alla stregua di quanto accaduto tre giorni prima, battono i portoghesi con il medesimo risultato con cui avevano liquidato il Sunderland; anche in questa circostanza si è arrivati all’intervallo sull’1-0 grazie alla rete del giovane Tripi, ex capitano della primavera, titolare in luogo di Calafiori costretto suo malgrado ad abbandonare il ritiro per via di un infortunio muscolare e di una possibile cessione al Monza di Galliani, il quale sembrerebbe interessato a chiudere una doppia operazione che coinvolgerebbe sia il promettente terzino, sia lo spagnolo Villar, anch’egli rimasto a Trigoria in attesa di sistemazione. La Roma scendeva in campo con: 

Rui Patricio, Mancini Smalling Tripi, Karsdorp Cristante Veretout Spinazzola, Pellegrini El Shaarawy, Felix. 
Prima assoluta per capitan Pellegrini, subito apparso in discreta condizione fisica e di fatti il migliore dei suoi nella prima frazione. Non si può dire lo stesso di El Shaarawy e Felix, che con le loro scelte offensive non hanno semplificato la vita al numero 'sette', rendendosi autori di una prova piuttosto deludente: il secondo così disastroso da essere richiamato alla mezz’ora per far spazio a Shomurodov, a dirla tutta un cambio che non ha rappresentato esattamente una svolta; l’uzbeko si è reso protagonista di un quarto d’ora tutt’altro che esaltante.
Nel secondo tempo fuori l’intero undici e spazio a: Svilar, Bove Ibanez Kumbulla, Celik Matic Darboe Zalewski, Zaniolo Perez, Abraham. 
Cambiano gli artisti e cambia anche la musica; nonostante una struttura fisica imponente, Zaniolo sembra già in ottima condizione, e ‘insignito’ anche della fascia di capitano, si rende assoluto protagonista nei secondi quarantacinque minuti. Stupenda in tal senso l’azione che nasce dai piedi di Carles Perez: lo spagnolo giunto ai trenta metri serve sulla destra Nicolò, aggancio mancino del ‘ventidue’, doppio passo a eludere la marcatura del centrale e botta di destro e ‘crepare’ il montante della traversa; una meraviglia che avrebbe meritato un finale migliore.
Poco male, perché passano ancora dieci minuti e stavolta è Abraham a lanciare nello spazio il ‘predestinato’, che di fisico si impossessa del centro dell’area e a quel punto diventa un gioco da ragazzi, piattone mancino e portiere spiazzato: 2-0.

Nota dolente qualche minuto prima; Darboe subisce un brutto fallo, se non nell’entità dello scontro nel danno subìto; il gambiano si toccava vistosamente il ginocchio e per lasciare il terreno di gioco ha avuto bisogno letteralmente di ‘appoggiarsi’ allo staff, lasciando il sospetto che si fosse di fronte all’ennesimo crociato rotto degli ultimi anni. Augurando al ragazzo le migliori prospettive e una pronta guarigione, speriamo davvero che non sia così. Come spesso accade, la malasorte di uno, rappresenta un’opportunità per un altro; l’uscita di Darboe ‘regala’ venti minuti buoni al classe 2004 Faticanti, uno dei prospetti migliori dell’intero panorama italiano e non a caso convocato sotto età agli Europei U-19 svoltisi in Slovacchia questa estate. 
All’87° magnifica galoppata di Zalewski, che dopo aver lungamente portato palla, entra in area e tenta il dribbling al portiere, questi gli esce sulle gambe per il calcio di rigore del possibile 3-0; alla battuta Abraham che carica troppo e spedisce la sfera in ‘curva paradiso’. 
Nei minuti finali apparizione anche per l’altro gioiellino del vivaio Ivkovic, arrivato a gennaio per essere aggregato all’under 16, il 2006 sembrerebbe invece essere entrato nelle grazie del tecnico di Setubal, sempre molto sensibile al talento e al non dare più di tanto peso all’età.
Non è tutto oro. Anche contro un avversario non certamente di prima fascia, la Roma ha mostrato grossi limiti difensivi, seppur riuscendo a mantenere la porta inviolata. Nel primo tempo solo una scivolata di Mancini evita la rete del vantaggio alla Portimonense, e nella ripresa l’albanese Kumbulla è sembrato piuttosto impacciato in diverse occasioni. Assodato che cambiare l’intero pacchetto arretrato è impossibile, sarebbe piuttosto importante l’arrivo di almeno un centrale mancino, se non in luogo di Ibanez - anche lui non proprio ‘mister affidabilità’ - almeno cedendo Kumbulla. 

In attesa di test probanti, e la prossima sfida contro lo Sporting senz’altro lo è, le prime gare danno segnale di continuità per quanto riguarda il modulo; seppur non particolarmente amato da Mou, tutto lascia pensare che la prossima stagione ci vedrà disposti ancora con il 3-4-2-1, schieramento che nella seconda parte dello scorso campionato ha creato presupposti difensivi migliori. L’arrivo di Celik poteva far pensare a un possibile ritorno alla difesa a quattro, ma il terzino turco sta dando buone risposte anche posizionato come ‘tutta fascia’. Continua a mancare quel centrocampista di corsa e qualità tanto desiderato dall’allenatore. Pinto aveva individuato Frattesi come profilo ideale in tal senso, vuoi per l’ormai famoso 30% che spetterebbe alla Roma in caso di cessione dello stesso, vuoi per la voglia del ragazzo romano di rimettere la casacca della squadra del cuore. Le resistenze del Sassuolo però cominciano a spazientire i giallorossi, che vogliosi di regalare il prima possibile i rinforzi necessari richiesti da Mourinho, cominciano a vagliare altre possibilità (Pasalic?)
Dal canto suo, ‘don Josè’ ha lanciato un chiaro messaggio con Zaniolo, schierandolo ancora per un tempo e come detto in precedenza con tanto di fascia al braccio. Consapevoli che in tempi come questi un gesto del genere può significare tutto o niente, sul piano puramente tecnico il carrarese è assolutamente centrale nei pensieri del mister, che piuttosto che pensare a una sua cessione, ‘studia’ un modo per mettergli accanto ‘o picciriddu’ Dybala. Sono ormai diversi giorni che si parla dell’argentino, e notizia di ieri - riportata da più testate - vuole che il ‘mago’ abbia telefonato Paulo per convincerlo a sposare la causa giallorossa, facendogli percepire cosa rappresenterebbe un suo arrivo alla Roma. 
Superfluo parlare dell’entusiasmo che si creerebbe in una piazza che ha chiuso la campagna abbonamenti con dati che non si registravano da vent’anni. 
Dybala insieme alla coppia Pellegrini - Abraham, rappresenterebbe un incastro perfetto nello scacchiere romanista. 
E se l’arrivo dell’argentino non volesse dire automaticamente partenza per Zaniolo?
Siamo sicuri che il centrocampista di qualità non possa essere proprio il capitano della Roma?
 
In passato Pellegrini è già stato ‘abbassato’ in mediana, a detta sua non un ruolo in cui si trova propriamente a suo agio, ma sono abbastanza sicuro che per una situazione del genere accetterebbe il sacrificio:
Rui Patricio, Mancini Smalling Ibanez (o un altro, magari), Karsdorp (Celik) Matic Pellegrini, Zalewski (Spinazzola), Zaniolo Dybala, Abraham.
Se questa squadra non è da scudetto, sicuramente sarebbe da quarto posto. 
Realisticamente sospetto che sia ancora tutto nelle ‘mani’ di Marotta; se dovesse decidere di prendere Dybala, allora questi sarà nerazzurro, pur con tutte le problematiche che comporterebbe inserire un ingaggio del genere in un attacco che vede già la presenza di Lukaku-Lautaro-Dzeko-Correa, dando per scontato che Sanchez prima o poi vada a svuotare l’armadietto.

In attesa che l’Inter faccia o meno la propria mossa, l’ex numero dieci bianconero ha sul piatto l’offerta del Napoli, che dopo le sanguinose cessioni di Insigne, Mertens e Koulibaly, ha necessità di battere un colpo che possa risvegliare i cuori infranti azzurri. 
In ottica Roma invece, detto del contatto telefonico con il nostro condottiero, oggi dovrebbe andare in scena un incontro tra il direttore Pinto e Jorge Antun, l’agente che cura gli interessi dell’ex numero dieci bianconero; “se son rose…”
L’impressione è che le prossime 48/72 ore possano essere decisive, qualunque sia la causa che sceglierà di sposare l’ambita mezza punta.
Pellegrini-Dybala-Zaniolo-Abraham.
Non abbiamo certezze neanche di cosa accadrà oggi, figuriamoci quel che può succedere fino al 31 agosto; finché c’è mercato, c’è speranza, e se non facciamo qualche ‘volo’ ora... allora quando?