In questi giorni, su giornali e social, si leggono le richieste presentate da Capitan Belotti, alla Presidenza del Torino,  imprescindibili per sottoscrivere l’agognato rinnovo contrattuale. Prima di parlare di ciò, vorrei esprimere quale, secondo me, dovrebbe essere il capitano ideale per il Toro.

Le attività del capitano di una squadra di calcio, si svolgono prevalentemente in campo, durante i match. Egli è l’unico calciatore autorizzato a parlare con l’arbitro per chiedere spiegazioni sui provvedimenti assunti dal direttore di gara. L’atteggiamento del capitano dev’essere moderato e corretto, prerogative e caratteristiche che Belotti possiede da sempre.

Ciò che si vede in campo è l’unico compito che compete al Capitano?

Essendo egli nominato dalla società, risponde anche per i suoi compagni, del loro atteggiamento e del loro modo di giocare; a lui spetta anche guidare la squadra nei momenti critici e difficili.

Belotti insieme con Sirigu ha sempre spronato i compagni ad assumere un approccio agonistico più consono alla partita in corso. Gli effetti si sono visti più volte negli ultimi due campionati. Purtroppo l’organico del Torino, nelle ultime due stagioni, presentava troppe luci e ombre per le quali c’è stato molto da soffrire.

Dando uno sguardo al passato, mi piace ricordare il Nostro Capitano Valentino Mazzola, che potrebbe ancora riuscire a sollevare le maniche per dare il via al quarto d’ora granata, portando a casa qualche preziosa vittoria.

Ai tempi di Ferrini si sopperiva a tutto con la grinta, ma al giorno d’oggi tecnica e regolamenti sono tali da non permettere più atteggiamenti  con un  agonismo esasperato. Tra il primo ed il secondo tempo, Giorgio Ferrini non potrebbe piu scrivere su un foglietto la formazione avversaria indicando i giocatori da trattare più o meno duramente.

Antonino Asta, di recente nominato allenatore U18, ci ricorda le sue sgroppate, esempio di dedizione e agonismo, quando rispondeva al pubblico che lo invitava a tirare, segnando favolosi goal di rara potenza e bellezza.

Possiamo dire che i Capitani del passato, famosi ed eroici, svolsero il loro compito in modo egregio in relazione ai loro tempi così come Belotti lo svolge brillantemente ai tempi nostri. Come tutti i Capitani del Torino, ogni anno Belotti ha letto i nomi dei caduti di Superga. Quest’anno in particolare, con grande enfasi, li ha letti in solitudine a nome dell’intera squadra, in un giorno di COVID.

Ma a Gallo Belotti si chiede di più. Si chiede di non andare a cercar fortuna altrove, ma di rendere Grande il Torino, non semplicemente come un calciatore importante, ma come un capitano che sollecita la società a dare il massimo, acquistando quei giocatori richiesti da Juric  in modo che la squadra possa effettuare bei campionati, quantomeno senza affanno. L’azione di stimolo effettuata da Belotti è anche nell’interesse di se stesso, come capitano e come tifoso del Torino quale  ci risulta sia. Non solo: Belotti vuole giocare in una squadra competitiva, per vincere, per far si che i piccoli tifosi si innamorino del Gallo, che segna tanti goal anziché relegato a fare il terzino. Belotti ha fame, fame di vittorie e di bel gioco, sa che Juric, se messo nelle corrette condizioni, può dare e Belotti tutto ciò ed egli i sta cercando di realizzare presto e bene questi intendimenti.

Capitan Belotti con le sue rovesciate, con le sue giocate da rifinitore, le sue ripartenze ed il suo modo di aggredire gli avversari con pressing alto, di subire colpi, ma di restituirne, è un esempio di giocatore da Toro che il Torino non può permettersi di perdere.

Potrebbe costituire una fondamentale e leggendaria colonna di sostegno per il nuovo Toro di Juric e partecipare attivamente alla costruzione di quel progetto al quale l’allenatore ha legato la propria professionalità. Io penso  che come capitano, abbia il dovere di spronare la società a fare sempre meglio, avendo a disposizione leve giuste per smuovere la Presidenza ad una campagna acquisti degna del Torino. Così da riuscire  finalmente ad assemblare una squadra degna della sua tradizione, capace di quelle vittorie e di quelle affermazioni che il Torino, i suoi tifosi, i suoi giocatori ed il suo capitano meritano.

“Nemo profeta in patria”: Belotti non se la prenda, anche questi tifosi gli vogliono bene, sono solo un po’ stufi dell’attesa. Stia sereno, la sua permanenza al Torino non sarà un’ azione di ripiego, potrà dimostrarlo a suon di goal grazie agli schemi di Juric, a cominciare da domani contro la Cremonese. Auguriamoci che qualche suo compagno sia cresciuto e possa aiutarlo assieme ai nuovi arrivati.