Due napoletani, due gol. Il terzo è un gentile omaggio di Demiral, un turco juventino. Fosse stato un turco napoletano anche Totò, da lassù, si sarebbe fatto una grassa risata.

L'Italia vince grazie a due napoletani. Grazie al gol di Ciro da Torre Annunziata, bomber della Lazio, che realizza una rete da opportunista e un assist da centravanti di manovra. Assist su cui Lorenzo da Frattamaggiore si produce nel suo celeberrimo - e famigerato - Tiraggiro (tutta una parola, Peppino). Il risultato, che era stato sbloccato dall'autogol di Demiral, ha assunto le dimensioni di un rotondo e meritato 3-0.

Ottimo esordio, quindi. Per i calciatori AzzurroItalia e soprattutto per quelli AzzurroNapoli. Eh si, perché oltre a Insigne, anche Giovanni Di Lorenzo ha disputato un'ottima partita. Subentrato nell'intervallo al posto di uno stanco Florenzi, il terzino in forza al Napoli ha macinato chilometri sulla destra e, soprattutto, ha sempre dato copertura in fase difensiva, svolgendo anche faticosi compiti e profonde diagonali.

Il terzo calciatore del Napoli convocato in Nazionale, Alex Meret, ha osservato il collega Donnarumma, nativo di Castellammare di Stabia, passare una comoda serata tra i pali. La Turchia non ha mai realmente impensierito il portiere stabiese, ormai in procinto di trasferirsi sotto la Tour Eiffel.

Spiace che Politano abbia dovuto guardare la partita in televisione, visto che al suo posto è stato scelto Bernardeschi. Il ragazzo cerca in ogni modo di mascherare la delusione e di mostrarsi allegro e spensierato: si fa immortalare mentre, alla guida della sua auto e in compagnia della sua graziosa compagna di vita, intona canzoni neomelodiche col trasporto di uno scugnizzo dei Quartieri. Possiamo solo augurargli - e augurarci, noi partenopei - che le prestazioni del prossimo anno con la maglia del Napoli convincano il CT Mancini, a cui bisogna fare complimenti grandi quanto il Maschio Angioino, a convocarlo per i Mondiali. 

C'è ancora un pizzico di Napoli in questa vittoria azzurra nell'esordio continentale? A guardar la prestazione di Jorginho non si può che rimanere esterefatti. L'ex regista del Napoli sarriano - o sarrista, fate vobis - ha letteralmente incantato ieri sera. Padrone del centrocampo, filtro e geometrie, fraseggio e palleggio, sacrificio e lavoro oscuro. L'Italia ha giocato senza Verratti, uno dai piedi buoni e dal cervello fino, eppure non sembra essersene accorta. Merito di Locatelli, certo, e di Barella, anche, ma soprattutto di quell'italobrasilero che all'ombra del Vesuvio in tanti rimpiangono ancora.

E' stata una grande Italia. Raramente un esordio azzurro ha mostrato tanta bellezza, tanta compattezza e - perché no - tanta amicizia. I ragazzi in campo, dopo che l'inevitabile tensione prepartita ha abbandonato teste e polpacci, hanno dato l'impressione di divertirsi come un gruppo di amici. Anche sotto questo aspetto va elogiato il lavoro di Mancini e del suo staff, tra cui merita una menzione particolare Gianluca Vialli, il quale ci riempie il cuore di gioia sia quando lo scorgiamo a bordocampo sia quando lo vediamo correre e saltellare durante la rifinitura.

Ora ci attende la Svizzera. E ci ritorna in mente Totò, che nel memorabile film "La Banda degli Onesti", sulle comiche gesta della più improbabile banda di falsari mai apparsa in pellicola, sbagliava sempre il cognome del personaggio di Peppino De Filippo: si chiamava Lo Turco... ma lo chiamava Lo Svizzero.
Lo Turco e Lo Svizzero. Ieri e domani. Corsi e ricorsi.