Ci speravo, come ogni tifoso, ma non credevo che fosse possibile. Vincere uno Scudetto significa fare più punti degli avversari su 38 partite e quando il Milan, l'8 luglio, ha iniziato la preparazione per questa stagione, indebolito dalle due partenze di Gigio e del turco e apparentemente incompleto in alcuni reparti, arrivare davanti a Juventus, Inter e Napoli, mi sembrava impossibile.

Quante volte ho scritto che vincere questo scudetto era come scalare l'Everest, in infradito?
Poi a leggere Padovan il tricolore era già assegnato all'Inter, quindi il Milan doveva accontentarsi di un già più che positivo secondo posto.
Viceversa è successo quello che nessuno prevedeva.
Conquista quello scudetto che l'Inter sentiva già suo e la priva di quella seconda stella che, Società e tifosi, erano già pronti a cucirsi su maglie e bandiere.
Uno scudetto che vale tantissimo, non solo perchè inaspettato, specialmente dopo aver rinunciato di rinforzarsi a gennaio, ma perchè garantisce un'entrata economica fondamentale per potersi rinforzare, ma ancora di più, perchè garantisce l'accesso in Champions venendo inseriti nella prima fascia.
A ciò bisogna aggiungere la partita di super coppa italiana da giocare contro l'Inter. Uno scudetto vinto contro ogni pronostico, con una squadra giovane, con un monte ingaggi, ridimensionato, dando priorità più al bilancio che alla competitività sportiva.
E' lo scudetto numero 19, che come avevo scritto, e assomiglia tanto a quello vinto da Alberto Zaccheroni a Perugia. Abbiamo dovuto aspettare ben 11 anni, c'era Allegri in panchina e quella squadra aveva qualità tecniche ben superiori all'attuale.
Undici lunghissimi anni, riuscendo a vincere solo una competizione, con Montella in panchina, fra passaggi di proprietà e il rischio di andare alla deriva.
Eppure i tifosi non hanno mai mollato, si sono sempre stretti intorno alla squadra, anche in assenza di risultati, garantendo quell'affetto e quel supporto, fondamentale per dare inizio ad una risalita che sembrava impossibile.
I tifosi sono stati realmente le fondamentali sulle quali costruire una squadra ed una Società. Poi ci hanno pensato Boban, Maldini, Moncada e Massara, a dare forma all'idea Milan. Gazidis è riuscito a farsi coinvolgere, il sacrifio di Boban è servito ad allontanare l'idea di affidarsi a Rangnick, a dare continuità a quel progetto che stava naufragando con Giampaolo, ma che poi il Covid e Mister Pioli sono riusciti a fortificare. Sono serviti Ibra e Kjaer a fare da chiocce e indicare la strada e dopo il secondo posto dell'anno scorso, ha preso forma questa stupenda cavalcata trionfale.
Mister Pioli dopo la premiazione per lo scudetto ha detto questa frase che mi è piaciuta moltissimo: "Non si può battere, chi non si arrende mai" ed infatti il segreto di questo gruppo è stato quello di credere nel  lavoro, di fissare un obiettivo apparentemente impossibile e partita dopo partita andarselo a prendere.

CAMPIONI D'ITALIA, si dia inizio alla festa.
Il "popolo rossonero" torna a gioire e le strade di tutto il mondo si riempiono. Il Milan ha saputo meritarsi ogni punto conquistato stando al comando della classifica per 23 giornate, 14 delle quali da solo, e in 38 giornate non è mai andato oltre la seconda posizione. Totalizza 86 punti, sette in più rispetto la passata stagione. Perde una sola partita nel girone di ritorno, per una svista arbitrale contro lo Spezia, mentre erano state tre nel girone d'andata, con Fiorentina, Sassuolo e Napoli. Totalizza più punti di ogni rivale al titolo, negli scontri diretti e vince partite in rimonta o tenendo la porta inviolata. Insomma, vince e convince! 
Una squadra costruita più sul gruppo che sui singoli, nata dal dramma del Covid con un dato che meglio di ogni altro può spiegare questa vittoria. Fra stadi vuoti o pieni, fra infortuni o addii dolorosi, il Milan ha giocato 88 partite e i punti conquistati sono stati 195. Eppure senza vincere questo Scudetto tutto sarebbe stato dimenticato.

E' il giorno dei festeggiamenti, oggi si sale tutti sul carro dei Vincitori, troppo bello e gioioso, per non poterselo gustare in ogni minimo particolare.
E allora ripercorriamo insieme questa stupenda cavalcata, con le prime dodici partite che portano 32 punti, con l'operazione alla mano di Maignan, il portiere francese che ha fatto dimenticare Gigio, oltre a sigillare la porta, le papere di Firenze e il Sassuolo che passeggia a Milano. Poi il gol annullato per "fuorigioco giografico" di Giroud, a Kessie, con talmente tanti infortuni da doversi affidare più alle riserve che ai titolari. Quando Kjaer e Ibra hanno alzato bandiera bianca, impossibilitati a giocare, ma non a caricare i compagni, sembrava veramente che l'Inter fosse destinata alla vittoria. Invece, complice l'eliminazione dalla Champions, il Milan ha fatto quadrato intorno a Mister Pioli, il cui grande merito è stato quello di proporre un calcio innovativo, di distribuire fiducia e affidarsi ai suoi giovani calciatori. Se Kjaer portava esperienza e affidabilità, Kalulu ha garantito freschezza e coraggio. Fuori Ibra, per l'infortunio al ginocchio, affidandosi a Giroud, ma specialmente ad un Leao libero di scatenare la sua potenza e imprevedibilità. Nel girone di ritorno il Milan ha subito solo 9 gol, ha perso una sola partita, con cinque pareggi, ma una volta superata l'Inter, con o senza asterisco, non si è fatto più superare.

CAMPIONI D'ITALIA per la 19 volta, Pioli, come Rocco, Liedholm, Sacchi, Zaccheroni, Capello, Ancellotti e Allegri, gli allenatori con cui ho gioito in precedenza.
VINCERE è troppo bello, salgo anch'io sui carro dei vincitori, fiero di essere MILANISTA.