E finalmente siamo arrivati alla fine.
Un testa a testa sul filo di lana, con le due milanesi a incornarsi, ma alla fine le corna del diavolo hanno dato la botta vincente. 

Che dire di questo campionato? Io lo avevo già definito "ibrido" prima ancora della fine, e così si è dimostrato nella fase clou. Se il Milan ha vinto, e con merito, possiamo dire che l'Inter se lo è perso, in una sciagurata partita, dove nulla è andato per il verso giusto, la trasferta di Bologna.
Quella partita aveva come un ché di stregato; rinviata causa covid, senza una data precisa per il recupero, e con l'Inter che credeva di potere ottenere i tre punti a tavolino. Ma i tre punti a tavolino non si potevano avere, altrimenti sarebbe scoppiato un caso nazionale, poiché tutti i precedenti erano stati trattati nel medesimo modo. Persino la farsa del Napoli, l'hanno scorso, che non si presentò a Torino, eludendo una norma federale che invece lo obbligava a partecipare. Ma si mise di mezzo il Tribunale del CONI, che con una sentenza a dir poco fantascientifica, indicò la strada giusta nella ripetizione della partita e della non sanzione di tre punti consegnati alla Juventus e del punto di penalizzazione dato al Napoli. E le sentenze fanno giurisprudenza, anche se a volte fanno danni, perché così qualsiasi pronunciamento in casi analoghi sarebbe incorso nelle more della sentenza del CONI.
Ma non è certo per una partita che si perde un campionato
, anche se ancora a distanza di anni si piange per episodi più o meno contestati, o contestabili, per potere giustificare un'annata non trionfale.
L'Inter aveva fatto qualche passaggio a vuoto con partite in casa perse malamente, con cali di forma preoccupanti. Anche il Milan, aveva avuto dei passaggi a vuoto, e se si vuole essere sinceri, aveva patito anche talune decisioni arbitrali che non sembravano limpidissime. Come il Napoli e  l'Udinese, che  avevano indispettito non poco la dirigenza rossonera. 

Ma si sa, alla fine i conti tornano, e chi sbaglia di meno, oppure chi ne azzecca di più, vince.
Il Napoli è sembrata la schiacciasassi del campionato, poi ad un certo punto si è come paralizzato, ed ha intrapreso una fase discendente preoccupante, coincisa però con diversi giocatori chiave in infermeria. Tra questi Osimhen, Koulibaly, Insigne, Zielinsky e Di Lorenzo per citarne qualcuno, e l'entusiasmo iniziale è diventato un incubo. Però l'infermeria prima o poi si svuota e la squadra ha ricominciato a tritare avversari, ma ormai il treno era perso. Anche se ha spesso alternato partite con tre/quattro gol all'attivo, ad altre dove invece non trovava mai la porta e in difesa combinava qualche pasticcio. Insomma, una squadra che ha imitato il vivere napoletano, le contraddizioni tipiche dei vesuviani, genio e sregolatezza. Festa o pianto dirotto! Comunque, alla fine, è riuscito almeno a centrare la qualificazione Champions, cosa che l'anno scorso aveva mancato sul finale.

Che dire sulla Juventus. Anche qui un campionato inspiegabile, all'inizio un cammino da retrocessione, alla quinta giornata era quart'ultima, per poi ripartire e fare un fine girone di andata e buona parte del ritorno alla grande. Ma i punti persi erano già troppi, e la sfortuna si è accanita con i suoi uomini migliori, Chiesa ha finito il campionato a dicembre, causa un bruttissino infortunio che non gli ha consentito il ritorno nemmeno in questo finale di stagione. Kajo Jorge, non particolarmente brillante, ma già ben inserito nel gruppo, si è anche lui rotto, e lo rivedremo con la nuova ripresa delle attività, mettiamoci le lunghe assenze di Dybala, Bernardeschi e Chiellini, più altri infortuni di lunga durata come Mc Kennie, Locatelli e Danilo, e il quadro è desolante. E' comunque stranissimo il fatto che la Juventus in tutto il girone di ritorno non abbia praticamente avuto rigori a favore, e questo pone un discorso di attitudini arbitrali piuttosto incoerenti, visto quello che è successo nelle partite contro l'Inter, sia a Torino in campionato, che nella finale di Coppa Italia, persa piuttosto grazie a decisioni arbitrali a dir poco discutibili. E' comunque stata soprattutto la perdita di se stessa, lo smarrirsi nei meandri di un calcio involuto e desolante che ha lasciato la Juventus a bocca asciutta. Anche qui la magra soddisfazione di avere colto la partecipazione alla prossima Champions, che permette alla società di programmare una nuova annata con spirito e risorse adatti al cambiamento che ci dovrà essere.

Che dire della Roma e della Lazio? Si sono arrangiate, ma avere preso due allenatori come Sarri (Lazio) e Mourinho (Roma) avrebbe potuto fare sperare in discorsi di maggior vertice, e non la partecipazione alla Uefa League. Anche se la Roma è l'unica squadra italiana arrivata in finale in una competizione Europea e contenderà la Conference League al Feyenoord, nello stadio di Tirana il 25 Maggio prossimo. Auguri!
Il settimo posto è arrivato per la Fiorentina, che nell'ultima giornata ha battuto una spenta Juventus, approfittando della batosta casalinga dell'Atalanta, che ha perso in casa contro l'Empoli. Così anche  l'ultima casella, quella della Conference League è stata archiviata.
Ma l'Atalanta è l'aspetto negativo più marcato di questa stagione, perché nel girone di andata era nei primi posti della classifica, ma nel girone di ritorno ha preso un'involuzione davvero inspiegabile, perdendo partite impossibili da perdere anche solo nella fantasia più fervida di ogni tifoso. Qualcosa si è guastato nel giocattolo di Gasperini, e la causa secondo me sta in due nomi: Papu Gomez e Ilicic. Due giocatori che hanno sempre fatto la differenza e che portavano dinamismo e tecnica in ogni partita, potendo essere i trascinatori di un gruppo forte e deciso, brillante in altri suoi componenti. Ma uno ha litigato con il Gasp, e se n'è andato, l'altro ha ripreso a vivere i suoi incubi personali ed è sparito dai radar. Nonostante un Malinovski da urlo, la squadra ha smarrito la sua personalità, perdendo partite e punti. L'ottavo posto è un'onta difficile da digerire per un gruppo forte come quello bergamasco, al quale abbiamo sempre donato le nostre simpatie, empatizzando con quello che era successo alla città durante la pandemìa. "Mola mia" è diventato l'inno di tutti, ma la speranza di una rivincita in campionato è svanita.

Che dire della lotta per la rerocessione? Qui il Venezia ed il Genoa si sono sgretolate ed alla fine non hanno avuto la "gamba" per raddrizzare la situazione, mentre la Salernitana, perdendo 4 a 0 l'ultima partita in casa contro l'Udinese, ha ottenuto lo stesso la salvezza, approfittando del passo falso del Cagliari, che non è riuscito a battere il Venezia già retrocesso, nell'ultima partita. E così mentre a metà partita i tifosi salernitani insultavano la loro squadra, al fischio finale l'hanno osannata, sfogando la loro gioia. 
E' il colmo a volte delle cose, una squadra perde 4 a 0 ed esulta, un'altra, vince 3 a 0 e si dispera, vedi l'Inter. 

Auguri per il prossimo campionato, anche se l'amarezza della mancata partecipazione al mondiale ci lascia un po' con l'amaro in bocca. Qualcosa si dovrà cambiare, forse basterebbe solo un po' di fortuna in più. 
Chissà, magari... !