Mentre calciatori, società e  tifosi di tutta la nazione si accingono a racimolare le energie rimaste nei propri serbatoi per poter affrontare al meglio il finale di stagione, in una zona remota dell’estremo nord Friuli il mese di marzo segna invece uno dei momenti più attesi dell’anno. Siamo in provincia di Udine, in Carnia e nelle valli limitrofe. Posti freddi. Il “capoluogo” della zona è Tolmezzo, un paese di 10.000 abitanti circa, il centro della vita mondana per i giovani di tutti i piccoli paesini che nella loro semplicità non hanno molto da offrire in quanto a servizi e divertimento. Qui, mentre in gran parte dei comuni le verdi montagne dormono ancora sotto strati di neve, ragazzi di tutte le età si armano di pile e calzamaglia per cominciare la preparazione atletica in vista dell’imminente stagione calcistica. Ragazzi che frequentano le stesse scuole, che frequentano gli stessi locali e che da sempre sono in contatto tra loro tra campanilismi e sfottò, tra amicizie e passioni.

Si parla di una realtà ai più totalmente sconosciuta ma che per le persone del luogo significa molto: non c’è bar in Carnia nel quale durante il periodo invernale non si fantastichi di “carnico-mercato”; non c’è bambino che non sogni un giorno di poter vincere il campionato (non la Serie A sia chiaro, il Campionato Carnico).

Cos’è il Campionato Carnico? È un campionato dilettantistico, suddiviso in tre categorie, dalla prima alla terza, che si disputa dalla fine del mese di aprile agli inizi del mese di ottobre. Vi partecipano le squadre della Carnia, della Val Canale e Canal del Ferro, del Gemonese ed il San pietro (unica compagine veneta facente parte del campionato, dopo il passaggio di Sappada al FVG). In totale le partecipanti sono 39. Il Campionato Carnico nasce a metà degli anni ’50, il primo “scudetto” infatti è stato assegnato nel 1951 e ad aggiudicarselo fu la Pro Tolmezzo. Oltre alle prime squadre sono previsti anche i campionati del settore giovanile dalla categoria pulcini a quella allievi ed il campionato amatori.

Le tre categorie prevedono una classifica “all’italiana” con promozioni e retrocessioni, senza previsione di playoff/playout ma con spareggi in caso di arrivo a pari punti in classifica. La squadra vincente della 1° categoria si aggiudica il titolo di Campione Carnico (è successo che la stagione successiva sulle maglie dei vincitori comparisse uno scudo tricolore per ricordare quanto vinto). L’ultimo campionato si è appena concluso ed è stato vinto dall’AS Cavazzo ai supplementari di uno spareggio al cardiopalma contro l’AS Mobilieri Sutrio.

Contemporaneamente al campionato si disputa la Coppa Carnia (una sorta di coppa Italia per capirci) alla quale però non è detto che partecipino tutte e 39 le squadre del campionato. La Coppa solitamente apre le danze il 25 aprile ed è suddivisa in due fasi: la prima con gironi da tre/quattro squadre ed una seconda fase ad eliminazione diretta cui accedono le prime classificate e le migliori seconde della fase a gironi. La finale di Coppa Carnia è l’evento più seguito della stagione, salvo casi eccezionali nei quali possa esserci uno spareggio per la vittoria del Campionato, con affluenze che possono superare i 1000 spettatori.

A concludere la stagione la Supercoppa Carnica che vede come protagoniste le vincitrici di campionato e coppa in una passerella finale che consegnerà l’ultimo titolo dell’anno e che aprirà le porte ad un altro lungo e freddo inverno di domeniche senza calcio giocato.

Fino a qui tutto potrebbe rientrare nella normalità di quello che sono i campionati dilettantistici, se non fosse per l’interesse che muove questo piccolo mondo calcistico a sé stante se paragonato con altre realtà di pari livello nel resto d’Italia. Oltre all’analisi delle partite nei quotidiani locali (che si occupano anche delle principali news riguardanti il Carnico nel periodo di inattività), il sito www.carnico.it offre un servizio live di aggiornamento sulle partite con i rispettivi marcatori. Oltre a questo, in collaborazione con Radio Studio Nord, la telecronaca in diretta dei match-clou di giornata, l’analisi del post partita e gli aggiornamenti radio dei risultati delle partite non collegate. Tutto questo grazie alla passione di persone che con una passione straordinaria fanno in modo che gli appassionati possano godere di un servizio efficientissimo.

Tornando all’origine dell’articolo ed al fatto che gran parte dei membri delle società abbiano un rapporto che molte volte va al di là della semplice rivalità calcistica, uno degli aspetti migliori del Campionato Carnico è senza dubbio il valore che giocatori, dirigenti, tifosi ed addetti ai lavori attribuiscono al “terzo tempo”: dopo il triplice fischio ci si ritrova insieme a parlare di calcio, davanti ad un piatto di pasta e a numerose birre, assieme a coloro che per novanta minuti sono stati rivali, tutti assieme, tutti in un’atmosfera unica.

Questo è il Campionato Carnico, non solo una competizione sportiva, ma anche un’occasione di crescita e di sopravvivenza sociale di paesi piccoli, sperduti tra i monti del Friuli, che senza la propria squadra vedrebbero la vitalità delle proprie comunità andare ulteriormente ad affievolirsi. Il Campionato Carnico è fondamentale per la Carnia, è fondamentale per ogni singola frazione e per ogni singolo comune che schierano il proprio team e che senza  vedrebbero le proprie domeniche estive ancor più noiose; è fondamentale infine per ogni bambino che come tutti -o quasi- nel mondo, sogna di diventare un calciatore e poter un giorno vincere il campionato… non la Serie A, il Campionato Carnico.