Ha la forma di un dito medio, che ripiegato su se stesso, contro il palmo della mano, insieme al dito anulare, con indice e mignolo invece completamente distesi richiama la forma di due corna bovine. Questo gesto, soprattutto nel contesto partenopeo di cui ci occupiamo oggi, veniva e viene tutt’ora utilizzato per comunicare, in serenità e amicizia, all'interlocutore, che mentre quest’ultimo è impegnato animatamente in discussioni su argomenti quasi sempre di scarsissima importanza, nel frattempo, a casa sua, spesso si consumano, beninteso, sempre in amicizia, rapporti carnali di tutti i tipi, dei quali il vicinato può vantare conoscenza dettagliatissima, sia sulle tecniche adottate, sia sul numero e caratteristiche dei partecipanti, ed eventualmente, persino con note sull’attrezzatura utilizzata, e su eventuali animali coinvolti.
Ma, come si dice: occhio non vede, cuore non duole. Per cui, alla fin fine, gli stessi cosiddetti “cornuti”, non conoscendo la causa fisica scatenante di queste escrescenze, la cui lunghezza sembra non fermarsi mai, finiscono col soffermarsi principalmente sulla loro maestosità, sulla possibilità solo a loro concessa di poterle fieramente indossare, pavoneggiandosene.
Vaste e ampie come sono, le pendici del Vesuvio ospitano abusivamente all'incirca 5 milioni di persone, le quali in quelle zone non dovrebbero nemmeno metterci un piede. Persone che sanno benissimo che il vulcano, statistiche alla mano, esploderà nel giro di qualche decennio, al massimo di qualche secolo. Ma tanto loro (e come dargli torto?) lo fottono vivendo allegramente alla giornata, come solo chi non ha niente da perdere può!
Il PIL, non considerando l'economia sommersa, ma solo quella dei CD di Gigi D'Alessio venduti nei negozi dove addirittura viene emesso regolare scontrino, senza bisogno di andare a controllare se fuori c'è la Finanza, non andrebbe oltre qualche migliaio di euro, per lo più alimentato da qualche milanese in trasferta.
Prendendo invece in considerazione il giro d'affari completo: quello, per intenderci, che tiene in considerazione anche i CD piratati del buon Gigi e di suo figlio EKU 28, di tutte le serie tv, già disponibili ancor prima di essere mandate in onda, talvolta ancora prima che siano state concluse le riprese, i film ancor prima di essere stati girati, e tutto l’umanamente craccabile, il discorso PIL cambierebbe completamente, da così a così, portando l’area partenopea ad allinearsi perfettamente con le migliori realtà europee.
Tornando a parlare di PIL, sembrerà forse fuori luogo parlare anche di animali, e in particolare di bovini. Il binomio PIL – bovini, impensabile fino a qualche anno fa, ha assunto importanza solo recentemente, e cioè da quando si è scoperto, quasi per caso, che le bufale campane presentano la capacità invidiabile di emettere gas metano prodotto nelle loro operose e instancabili viscere, in quantità assolutamente incomparabili rispetto a qualsiasi altro bovino, eccezion fatta per il bue muschiato, il quale oltre a rilasciare nell’aria circostante il metano contenuto nelle flatulenze emesse senza soluzione di continuità, sono in grado di produrre altri gas venefici ogni volta che sollevano una zampa, lasciando quindi fuoriuscire dalla zona coincidente con quella che anatomicamente potremmo chiamare l’ascella dell’animale, un gas particolarmente pericoloso per l’uomo, in primis per l’elevata infiammabilità, ma anche per l’irrespirabilità di questi gas venefici.
L'estrazione di gas ad alto contenuto energetico applicata al bue muschiato è un sogno che dovrà pian piano realizzarsi, una volta che verranno risolte le criticità legate alla sicurezza degli impianti che li ospitano e sfruttano le loro grandi potenzialità che tante altre aree del globo ci invidiano.
Parlando di PIL non possiamo omettere di parlare del notevolissimo contributo che ne verrebbe se considerassimo anche tutta l’edilizia dei bunker dei superlatitanti scavati nelle viscere della terra, arrivando a toccare profondità inimmaginabili, portando addirittura a volte a scoprire l’esistenza di minerali contenenti metalli ancora non catalogati nella tavola periodica degli elementi, andando giù, sempre più giù, dove nemmeno Giulio Verne nel suo Viaggio al centro della terra si sarebbe mai sognato di arrivare.
Bunker pieni di ogni ben di Dio e di ogni comfort, protetti da piccoli eserciti di guappi abituati a vivere come talpe, stabilmente sottoterra. Essi sono paradossalmente disposti a consumare la propria esistenza nel sottosuolo, pronti, all’occorrenza, a fronteggiare l’isolamento dal resto del mondo non per giorni, non per settimane, e neanche per mesi o anni, bensì per generazioni. Intere generazioni, che grottescamente per non finire in gattabuia, convivono giornalmente con la sempre attuale possibilità di dover passare il resto della loro vita in uno di questi suggestivi bunker. Pronipoti di criminali sotto l’assedio di pronipoti dei poliziotti, o carabinieri che avevano dato il via all’assedio.
Ma una volta violate le protezioni che normalmente impediscono l’accesso a queste roccaforti, cosa viene solitamente rinvenuto dentro queste regge sotterrane? Come spendono le quantità industriali di denaro sporco questi personaggi? La domanda, che apparentemente potrebbe nascondere l'invidia da parte di una persona normale, onesta e quindi relativamente poco fornita di denaro nei confronti di chi di denaro ne ha disponibilità pressoché infinita, è invece dettata dalla speranza che qualcuna di queste persone, ispirata da qualcosa che noi potremmo definire manzonianamente provvidenza, possa essere stata folgorata in passato sulla via di Damasco come San Paolo e indotta da una voce proveniente dalla propria coscienza a favorire la povera gente, i più bisognosi, coloro che erano stati precedentemente oggetto di prepotenze e di sopraffazione.
Dal punto di vista calcistico la provvidenza venne in aiuto del Napoli Calcio nelle fattezze di una persona all'apparenza burbera ma con dentro al petto un cuore grande così: Aurelio de Laurentiis.
Come San Paolo, che aveva fino a quel momento dedicato la sua vita a perseguitare i cristiani, anche don Aurelio de Laurentiis aveva speso gran parte della sua giovinezza in una vita dissoluta dedita alla sopraffazione dei deboli e degli oppressi. Ma ad un certo punto folgorato come dicevamo sulla via non di Damasco ma di Posillipo assistette personalmente con i propri occhi ad una scena efferata di personaggi del nord che volevano a tutti i costi sottrarre un giocatore importante del Napoli calcio per farlo giocare nella Juve. Don Aurelio non ci vide più dalla rabbia e da quel momento giurò a se stesso e al popolo napoletano che mai più la Juve e qualsiasi altra società ricca avrebbe sottratto così facilmente giocatori del Napoli, senza strapagarli, com’era giusto che fosse. Mai più sarebbe successo che squadre ricche del nord si sarebbero appropriate per pochi sacchi di legumi di giocatori del Napoli, senza pagarli per quello che valevano e, possibilmente anche molto più.
Naturalmente questo tipo di trasferimenti milionari dovevano essere svolti in un contesto tale da poter dare la colpa dell'avvenuto trasferimento al giocatore, questa era la tecnica, ben collaudata. Il trappolone a cui il napoletano medio non mancava mai di cadere. Ma De Laurentis che ben conosceva il popolo napoletano, lo amava non solo come entità collettiva, ma addirittura conoscendo ognuno di essi, uno ad uno, come fossero tutti suoi figli.
Sapeva, ad esempio, che se costoro avessero saputo di tutti questi soldi in più guadagnati dalla vendita dei giocatori da parte di de Laurentiis si sarebbero subito rilassati. Si sa infatti che i napoletani riescono a dare il meglio di sé solo se sono in una situazione di crisi profonda; se avessero saputo che tutti quei soldi erano arrivati non avrebbero più dato il meglio di sé. De Laurentiis, fine psicologo, sapeva da buon padre di famiglia, cos’era meglio per ogni suo figlio, e naturalmente anche cos’era meglio per sé.
Parvenue del calcio, in pochissimi anni de Laurentiis è stato capace non solo di vincere, ma anche di inventarsi un modo di gestire la società Napoli facendo sì che i successi ottenuti andassero ad alimentare in un continuo reinvestire ciò che era stato prima investito e aveva portato frutti.
Lo stile di conduzione di una società di calcio “alla de Laurentiis”, che trova applicazione in Italia solo dalle parti di Bergamo, dove l'Atalanta di Percassi per risultati e per capacità di accentrare su di sé l’attenzione e il potere sta ottenendo anch’essa risultati di rilievo, rimane tuttora ineguagliato. Potremmo star qui a disquisire a lungo sui perché e i percome, ma stringi stringi, alla fine altro non è se non il classico, famoso stile del calci in culo e pedalare.
Questa modalità di conduzione di una società di calcio potrà sembrarci poco elegante, potrà non piacere e potrà risultare volgare e riduttiva, ma chi pensa che si possano ottenere risultati rilevanti e duraturi andando giù solo di fioretto e non anche di sciabola è destinato a rimanere enormemente deluso.
Ma i calci in *** e le pedalate, si sa, si sopportano e hanno una maggiore efficacia se chi pedala e prende i calci lo fa perché convinto, lui per primo, che sia giusto così. Magari convinto da buone vittorie, dal bel gioco, e soprattutto da un ottimismo che è frutto di tutta una serie di inganni sensoriali che ti fanno vedere le cose molto meglio di quelle che sono.
Per ingenerare ottimismo nel popolo napoletano bisognava creare l’ambiente tanto gradito ad AdL del panem et circenses, accompagnato dalla metaforica eliminazione fisica di personaggi come ad esempio Sandro Sabatini, il quale ha senza dubbio il dente avvelenato, nei suoi confronti. Tempo addietro, e forse ve ne ricorderete anche voi, Sabatini aveva ottenuto udienza al cospetto di Re Aurelio, e tra mille distinguo, ma anche mille promesse di essere più cauto, parlando del Napoli, aveva chiesto ed ottenuto di poter condurre una trasmissione di approfondimento sui temi del Napoli calcio; promessa fatta davanti a testimoni, la quale però non sembra ad oggi aver portato a nessuna azione concreta da parte del buon Aurelio.
La promessa non ha avuto seguito, e naturalmente De Laurentiis, che stupido non è, teme sicuramente che questo venir meno alla parola data gli procura qualche grattacapo da parte del buon Sabatini, che pur essendo caduto relativamente in disgrazia, rispetto agli anni d’oro di Mediaset Premium, rimane comunque un giornalista coi fiocchi, capacissimo di confezionare articoli al vetriolo di cui il povero (si fa per dire) de Laurentiis potrebbe aversene a dolere. AdL gli aveva formalmente promesso che avrebbe dato disposizioni affinché venisse messa in piedi la redazione di questa trasmissione che avrebbe visto la luce in concomitanza con l'inizio del campionato 23-24. Non avendo più ricevuto nessun tipo di notizia circa questa trasmissione, Sabatini se l’è legata al dito, ripromettendosi di partecipare il più possibile a trasmissioni, e di approfittare di ogni momento di visibilità per mettere in difficoltà il presidente con domande al curaro, un po’ come era successo forse qualche anno prima a Pistocchi il quale non si sa bene per quale motivo, ma un motivo sicuramente c’era, aveva preso a sottolineare solo ed unicamente gli aspetti negativi della Juventus, perdendo naturalmente in credibilità, visto che persino le squadre peggiori, ogni tanto, quando protestano per decisioni arbitrali ingiuste, non è detto che non abbiano ogni tanto ragione, e viceversa. Sabatini, che finora si è tenuto lontano dai riflettori potrebbe sferrare il suo attacco a breve.
L’attuale quiete potrebbe quindi preludere ad una serie di uscite ben studiate per mettere in difficoltà l’Aurelione nazionale (sempre si fa per dire).
Diventerà Sabatini il Pistocchi del Napoli? Staremo a vedere.
Ci riserviamo di riparlarne tra qualche mese sempre qui su Piccio News.
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