L’immagine che spesso mi accompagna in questo inizio di stagione è quella di un equilibrista che cammina sul filo, passo dopo passo, sembra cadere, si rialza, barcolla ma tiene il passo, non sembra avere il passo sicuro ma intanto avanza.

Quella di ieri è stata una partita emblematica da questo punto di vista. Un primo tempo buono condito da un gol spettacolare, una ripresa in affanno fino al pareggio del Milan poi un nuovo lampo, un altro momento di difficoltà accompagnato da un autorete del nostro portiere e di nuovo il paradiso.
Per portare a casa il bottino pieno abbiamo dovuto vincerla 3 volte, grazie all’ispiratissimo Icardi che ha piazzato 3 sigilli niente male ben supportato in particolar modo dalle nostre ali.

Il primo gol è stato propiziato da un missile di precisione millimetrica lanciato da Candreva, atterrato giusto giusto tra i due difensori rossoneri tra i quali spuntava Maurito che con una deviazione difficilissima per un comune mortale la piazzava nell’angolino. Teniamo conto che il cross partiva da dietro e il tiro vincente è stato fatto quasi solo percependo il pallone.
E andiamo al secondo gol frutto di 3 perle tecniche. Primo: il Capitano recupera un pallone nella metà campo avversaria, sentendosi chiuso serve Perisic. Secondo: il croato apparso in forma smagliante arriva sulla linea di fondo e la piazza all’indietro senza nemmeno guardare, dove sa che ad aspettare la palla ci sarà Icardi che infatti non attacca la profondità ma si ferma (tra l’altro indisturbato). Terzo: colpo volante senza nessun piede appoggiato a terra in stile ninja e palla nell’angolino.
E passiamo al rigore. Al novantesimo minuto di un derby tiratissimo, non è facile mantenere la calma, essere lucidi (vedi Dybala il giorno prima, per dire). Ma il Capitano rimane glaciale come sempre e spiazza Donnarumma senza problemi regalandoci il paradiso. Ecco abbiamo parlato di gesti tecnici importanti e decisivi come un gesto tecnico pregevole è stato il tiro in buca d’angolo del solito Suso.

A fronte di questo direi che la vittoria è stata meritata al netto di un rigore giusto, ma non sempre ravvisato dalle terne arbitrali e di un gol/autorete di Handanovic un po’ sfortunato per noi. 
Il Milan ha spinto nel secondo tempo, anche perché doveva recuperare e ha dovuto rincorrere il risultato per buona parte della partita.
L’Inter non è un coro di voci unitario, Spalletti ha ancora diverse cose da sistemare e giocatori nuovi da inserire, come Dalbert e Joao Cancelo (apparso subito in partita quando ha preso il posto di Candreva). Ma ha voglia di lottare e non rinuncia mai ad attaccare anche nei momenti di difficoltà. Resto dell’idea che giocare bene significa fare un gol più dell’avversario, mentre tutto il resto è solo retorica. Il Milan ha preso la partita in mano nel secondo tempo, ma il quel periodo ha preso anche 2 gol e subito qualche azione di Vecino.
La squadra va giudicata nella sua interezza, dal portiere alla prima punta e il Milan ha commesso troppi errori soprattutto in fase difensiva per legittimare un risultato utile che comunque ci poteva stare.

Detto questo ci aspetta una trasferta con una squadra che al momento non sembra presentare punti deboli. Una prova di maturità importante per la squadra. Uscire indenni dal San Paolo sarebbe un altro passo in avanti per quello che in questo momento sembra in nostro obiettivo principale ovvero un piazzamento in Champions League.