Premessa: se all’Inter fossero così folli, posso immaginare solamente per coprire parte del clamoroso investimento fatto in estate per Lukaku, da mollarci Politano, brinderei fino al coma etilico: giudico infatti l’ex Sassuolo un esterno devastante, in soldoni l’esatto opposto delle mozzarelle di bufala andalusa e turca. Giudicherei l’operazione tra le migliori, se non la migliore portata a termine negli ultimi dieci anni e, di conseguenza, tornerei ad amare alla follia sia Boban, sia Maldini; proprio come quando calcavano il rettangolo di gioco. Dico la migliore da tempo immemore perché aprirebbe finalmente ad una concreta possibilità di vedere Suso dalle parti del bibitaro del secondo anello arancio; in pianta stabile.

Tocco quindi ferro e prego perché da queste parti ormai le delusioni sono il pane quotidiano non solo sul campo, ma anche sul mercato. Se si dovesse avverare quello che, nella situazione horror in cui versiamo, assumerebbe le fattezze di un prodigio, starebbe anche a significare che i cugini non riterrebbero di rafforzare con tale operazione una diretta concorrente (come dar loro torto?), ma una squadra che rischia seriamente di affogare se non si libera di moduli e giocatori ormai tossici.

Posso solo pensare che l’eventuale cessione di Caldara, per tornare a casa nostra, rappresenti la classica mossa della disperazione stile Cutrone: non essendoci offerte di acquistare Kessie, Suso, Calabria nemmeno per i tornei dei campi estivi Parrocchia Santissima Trinità dei Monti, ci si rivolge ai pochissimi che hanno mercato.

Privarsi di Caldara, giudicato prima degli infortuni, e senza uno straccio di controprova ora che sta bene e viene puntualmente trascurato, come uno dei difensori migliori in circolazione, adattissimo tra l’altro a quel 3-5-2, ultima frontiera trascuratissima per sta banda di pippe, è fuori da ogni logica se non economica appunto: lascia senza parole a maggior ragione se consideriamo che nel reparto dei falangisti macedoni di difesa tratteniamo con immenso tripudio, profili già leggendari come Musacchio e Calabria: è il pessimo segno dei tempi.

Tanto vale farsene una ragione con una doverosa chiosa: per l’Inter privarsi di Politano equivale all’Emiro del Quatar che vende la quattordicesima Lamborghini, per noi Caldara è mollare la Panda km zero e scegliere il tram.