Sono giorni di calciomercato, giorni nei quali si sprecano giudizi e sentenze su questo o quest'altro affare. In tv si susseguono esperti, opinionisti, ex agenti, ex scout, insomma ex di qualche cosa che nulla hanno più da fare che andare in qualche trasmissione sportiva a dispensare le loro perle di saggezza, chissà perché, però, non lavorano per qualche squadra visto il loro acume. Vabbe' sorvoliamo. Ci ritroviamo un mercato in cui le grandi squadre, o presunte tali, si affannano per portare a termine trattative per giocatori tutti over 30. Dov'è finita la progettazione a lungo termine? Il trovare i giovani campioni del futuro prima degli altri o appena sbocciati in provincia? L'unico giocatore giovane che sta avendo un certo interesse è Tonali del Brescia, che sapientemente gestito dal vecchio volpone Cellino, sta per rimpinguare le casse bresciane al grido "questo è un fenomeno", e tutti che abboccano e si scannano in aste assurde, ma per il resto? Si c'è un mercato di contorno fatto di mille giri di squadre, prestiti, scambi, piaceri fatti in amicizia tra squadre e squadre, e tra squadre e procuratori senza scrupoli che tengono le società in ostaggio, si ma poi il resto dicevamo?

Il Milan rinnova ancora una volta Ibrahimovic che doveva giocare gratis ma poi ha preferito chiedere un pacco di soldi a 39 anni, giusto per non fare differenze. L'inter per fare legna a centrocampo e lottare con i giovani punta sui 32 anni di Vidal, e la Juventus, per non essere da meno si catapulta sulle giovane età del trentaquattrenne Dzeko. Ora, che i tre citati siano dei campioni indipendentemente dall'età è fuori discussione, ma allora dobbiamo mettere in discussione tutto quello che si andava dicendo. Quante volte abbiamo sentito discorsi del tipo che un top club dovrebbe scovare i giovani talenti e portarli nelle loro società prima di tutti gli altri? Prima che se ne accorgano i grandi club europei? Una balla colossale. Intanto i grandi club europei e ricchi soprattutto, non vengono a prendere i giovani italiani o stranieri dalle piccole squadre che si fanno pagare una esagerazione per un loro giocatore sconosciuto che ha fatto bene sei mesi, secondo quanto sta costando uno scouting sbagliato alle squadre? Facciamo un esempio, la Juve va dal Palermo a prendere Dybala e spende circa 35 milioni per un giovane talento che, al tempo è di fatto una scommessa, e i discorsi del tempo era del tipo, ma possibile che una società come la Juve non riesca a trovarli da sola certi talenti?

Ora, lo scouting per una società è un lavoro difficile e soprattutto lungo e per ogni scommessa vinta, ne avrai cento di sbagliate. Se ti chiami Palermo, Brescia o Sassuolo non ci sono problemi e nessuno ti mette pressione, ma se ti chiami Juve o Inter o Milan? Il discorso cambia. Il discorso cambia perché in queste società il tempo non esiste, non esiste la pazienza e di conseguenza si vuole tutto e subito, da qui il mercato degli over 30 usati sicuri. Quando una società di provincia trova il tesoro con un giocatore sconosciuto che si mette sotto la luce della ribalta, tutti applaudiamo, ma ci chiediamo mai per un giocatore che ce la fa quanti hanno fallito? Ci ricordiamo solo di quelli bravi ma dimentichiamo gli altri. Un po' come quello che esulta per aver vinto duecento euro per un ambo al lotto, ma dimentica che nei mesi precedenti aveva speso più del triplo senza mai vincere niente. Le squadre top europee fanno scouting? Non credo, se escludiamo poche eccezioni, i top club come Real Madrid, Barcellona, Manchester City, Liverpool, Psg si presentano soldi in mano a prendere il campione già fatto e trovato da altri. Mentre le piccole società non hanno scelta, loro devono cercare il tesoro per i top club e poi rivenderlo meglio che possono, ognuno il suo compito.

L'idea che è sbagliato spendere tanto per un giocatore perché la cosa giusta da fare sarebbe trovarlo da soli prima degli altri è una teoria che avrebbe la sua logica se il margine di errore fosse pressoché zero o giù di lì, in realtà non è così e i fallimenti sono molto superiori alle riuscite. Io società di calcio posso spendere 50 milioni per un giocatore, un talento già confermato, una realtà, oppure posso mettere in piedi una linea di talent scout, pagare chi mi va in giro per il mondo a scovare talenti, mettere sotto contratto ogni profilo segnalato, per non farmelo scappare, girarlo in prestito da qualche parte e magari pagargli lo stipendio, ripetere questo per chissà quante volte per trovare quanti giocatori che in realtà poi potrò sfruttare in prima squadra? La percentuale è bassissima e il costo di tutto questo meccanismo comunque alto. Alla fine, conviene tentare di far trovare i giovani talenti agli altri, farli sgrezzare e plasmare e poi con qualche certezza in più cercare di portarli a casa. La bravura, a questo punto, di una società e dei suoi osservatori è quella di avere capacità di osservazione di valutazione che non sia influenzata dalla pressione dei tifosi, dei giornalisti sempre alla ricerca del nuovo fenomeno, o dai presidenti venditori abili a vendere i ghiaccioli in Alaska. In questo deve essere davvero brava una società. Già a volte si sbaglia valutazione su giocatori che già calcano i terreni di gioco da alcuni anni, figuriamoci con chi lo ha fatto per qualche mese. Ora, qualcuno probabilmente investirà circa una quarantina di milioni per un Tonali o Zaniolo o un Chiesa, se non di più, oltre ad un ingaggio già di tutto rispetto, e per i tifosi sono operazioni fantastiche e lungimiranti, poi però quando le valutazioni prenderanno un'altra piega, perché la maglia del Milan o della Juventus non sono così leggere come quella del Brescia, o la pressione dei media cambia radicalmente, o i tifosi hanno aspettative diverse e finiranno prima in panchina, poi in tribuna e alla fine in prestito da un'altra parte, cosa ne diranno? Alla fine dei conti, oggigiorno, un Dzeko, un Vidal sono ancora trattative sicure e pronte all'uso, e domani è un'altro giorno.....e si vedrà.